Mal d’estate
L’estate è la stagione più attesa a prescindere dall’età. Noi tutti l’associamo alla libertà, al mare, al riposo, alla pelle abbronzata, alle storielle stile “sapore di mare”, e poi ci sono le canzonette che fanno da colonna sonora, i selfie, i viaggi.
Questo nella teoria. In pratica non è così, non sempre, e non in questo periodo storico.
Le temperature alte possono incidere sull’umore scatenando reazioni estreme nell’organismo: irritabilità, alterazione del sonno, apatia, affaticamento, abbassamenti dell’umore.
A seconda della temperatura il cervello manda in circolo attraverso il sistema sanguigno delle sostanze, risposte fisiologiche che mirano a proteggere l’organismo, con reazioni poco gradevoli sul nostro umore e non solo.
Escludendo patologie specifiche, il caldo altera i circuiti cerebrali che controllano le reazioni spazio-temporali: in altre parole, può succedere di sentirsi disorientati e confusi, di non sapere dove siamo e cosa stiamo facendo.
L’organismo rallenta i battiti cardiaci per non aumentare la temperatura del corpo, di conseguenza la pressione arteriosa si abbassa con lievi scompensi vascolari, che possono rendere faticoso articolare un discorso in maniera logica e lineare.
Stile di vita
In estate ci sentiamo quasi obbligati ad uscire di più, alla ricerca di refrigerio e anche per regole sociali che ci vogliono attivi, allegri, immersi nella movida: si dorme di meno e si beve di più.
Bisogna spogliarsi, andare al mare e non tutti hanno un buon rapporto con il corpo, per alcuni è un vero e proprio strazio.
Inoltre, siamo spinti verso locali climatizzati passando in poche ore da ondate di «caldo africano» a «fresco autunnale»; questi sbalzi di temperatura mettono l’organismo sotto stress, che deve prima cercare di raffreddarsi con la sudorazione e poi all’opposto, proteggersi dal freddo dei condizionatori: le arterie si dilatano e si restringono velocemente provocando cefalee, diarree, senso di spossatezza, vertigini, nausea.
Per non parlare delle vacanze, una sorta di competizione al selfie più social e se non lo fai, sei uno sfigato: e allora corri a cercare le offerte last minute o a svuotare le casse di risparmi, con non pochi sensi di colpa.
Chi invece resta in città si ritrova nel silenzio totale, tutte le attività quotidiane sono sospese per almeno due mesi, dunque poco sport, cinema chiusi, locali quasi vuoti, ferie forzate e programmi di vent’anni prima in tv.
Estate oggi
Quest’anno è la seconda estate in era di pandemia: rispetto all’anno scorso mi sembra di cogliere un maggiore senso di stanchezza, è un’estate non del tutto spensierata anche perché serpeggiano alcune inquietudini e non siamo sicuri di poter riprendere appieno la nostra vita di ‘prima’. Le informazioni a volte contraddittorie e confuse non ci aiutano a trovare un percorso che possa rasserenarci. La voglia di stare in giro sembra essere più una sfida alle restrizioni che un piacere in sé, togliendo a questa stagione quel senso di libertà che comunemente eravamo abituati ad attribuire a questo periodo. Star fuori al ristorante o al bar sembra quasi un obbligo per far ripartire l’economia al più presto che non un modo per stare insieme senza pensieri.
Cosa fare
– Luce:
assorbire più luce possibile ma nelle ore meno calde, è consigliabile alzarsi presto la mattina e uscire, rientrando nelle ore centrali;
– Alimentazione:
il rallentamento del flusso sanguigno rende la digestione difficoltosa, mangiare verdure e pranzi leggeri per non appesantire l’attività dello stomaco, inoltre sentiamo il diaframma più leggero e i respiro diventa profondo;
– Sonno:
ritrovare un ritmo fisso del sonno, dormire e alzarsi più o meno alla stessa aiuta il cervello ad autoregolarsi;
– Bere:
assumere molta acqua aiuta l’idratazione non solo del corpo, ma soprattutto del cervello;
– Pensiamo a noi!
lasciamo perdere i deliri di protagonismo estivo, pensiamo al benessere rispettando i nostri ritmi, e se non ci va di andare al mare non andiamoci, rinunciamo alle ore di traffico e alla ricerca di parcheggi e ombrelloni liberi;
– Rimandiamo a settembre
siamo nella stagione della «pausa» ogni pensiero lavorativo, progettuale, personale e conflittuale rimandiamolo a settembre, tanto non cambia nulla e noi ci stressiamo di meno;
– Il nostro momento
rendiamo la stagione estiva uno spazio per dedicarci alle nostre passioni, che sia leggere o andare ai concerti, rivediamo gli amici come nei vecchi spot anni 80 dei gelati, ritroviamo la leggerezza, sì al mare ma senza il fanatismo del più muscoloso o più abbronzato.
RELAX!
Se volete raccontarmi le vostre storie per sciogliere insieme qualche nodo disfunzionale, scrivete all’indirizzo: psicologia@ilcorrieredellacitta.it
Vi aspetto.
Dott.ssa Sabrina Rodogno