Chiedere aiuto: lo psicologo
Mi ritrovo spesso a descrivere i sintomi dei diversi malesseri psicologici, le possibili cause e cure; purtroppo si parla poco della stessa professione, di come agisce e dove può portare.
Ho ricevuto una serie di mail da parte di una giovane donna che attraverso la sua storia ha evidenziato quanto sia importante la chiarezza e la trasparenza in questo lavoro: il paziente deve sapere in quali mani si affida e cosa può risolvere, e, non in ultimo, se spende bene i suoi soldi.
Ed è nostro dovere rassicurare.
«Ho iniziato ad avere problemi di salute all’età di 15 anni senza supporto dei miei familiari. Durante queste esperienze fallimentari con psicoterapeuti ho imparato che tanti di loro non possono aiutare concretamente».
Alcune cose da sapere prima
–Psicologo: Laurea in psicologia, poi tirocinio di dodici mesi ed esame di stato per l’abilitazione. Non può condurre il paziente in percorsi lunghi, ma fermarsi al sostegno o indirizzarsi verso altri ambiti lavorativi, quali la scuola o lo sport.
–Psichiatra: laurea in medicina, poi specializzazione in psichiatria, a volte, specializzazione in psicoterapia. Lo psichiatra cura principalmente attraverso i farmaci, può invece fare psicoterapia nel caso in cui abbia conseguito specializzazione in questo settore.
–Counsellor: è una figura non regolamentata dalla normativa italiana, pertanto chiunque può definirsi counsellor in qualunque momento.
–Psicoterapeuta: Psicologo o medico che abbia conseguito specializzazione di cinque anni in psicoterapia. Può condurre il paziente in un processo volto al miglioramento della qualità di vita.
La differenza di specializzazione è fondamentale in quanto cambia il metodo di trattamento dei disturbi psicologici, della durata del percorso, del numero e frequenza delle sedute.
Un breve elenco delle più conosciute:
–Cognitivo-comportamentale: in genere sono percorsi brevi per l’acquisizione di tecniche per fronteggiare sintomi invalidanti, come gli attacchi di panico o la paura di volare.
–Analitica: percorsi lunghi volti alla scoperta dei meccanismi di difesa che il paziente ha creato nel corso della sua esistenza.
–Sistemico relazionale: spiega il comportamento dell’individuo focalizzando l’attenzione sull’ambiente in cui è vissuto, il sintomo del paziente può influenzare un’intera famiglia.
–Funzionale corporea: dove non arriva la parola si può invece arrivare al funzionamento alterato attraverso le tracce del passato che ci portiamo nel corpo, ritenuto secondo sistema di memoria oltre il cervello.
La preparazione non basta
«Gli psicoterapeuti non hanno preso seriamente in carico il caso, non hanno avuto l’accortezza di informarsi e dire chiaramente che il caso non era di loro competenza».
Non si può negare il fatto che molti colleghi non siano adatti per la professione di aiuto, l’empatia o ce l’hai o non ce l’hai, nessun docente può insegnarla. Cosi come non si può negare che una vita ricca di esperienze (negative/positive) diano una marcia in più in questo lavoro: preparazione tecnica, predisposizione al contatto empatico, vita esperienziale consistente.
Una scelta consapevole
Lo psicoterapeuta prima di mettere le mani sul paziente ha lui stesso affrontato un percorso personale per «mettere a posto» i suoi funzionamenti: ma non è detto che tutti i colleghi l’abbiano fatto.
«Sono contraria al fatto che si usi internet in modo inappropriato e che ci siano professionisti che speculano sui siti della salute».
Prima di decidere il mio consiglio è quello di valutare diverse possibilità, non sempre la propria emotività incontra quella della persona che chiede aiuto, e non è scontato che possa nascere sempre una buona relazione ai fini terapeutici.
Per quanto riguarda la mia esperienza personale, ne ho valutati quattro prima di poter decidere in consapevolezza.
«Questo racconto personale è rivolto a chi è stanco, oppresso e non vede una via d’uscita… pertanto, consiglio a chi sta attraversando un periodo difficile di non farsi abbindolare da chiunque si occupi di disturbi vari.
Sotto un cielo terso si nasconde un raggio di luce e quel raggio serve ad avere speranza in una vita migliore. Questa esperienza seppur differente da altre, deve servire da monito: prendete il meglio da chi vi segue».
Se volete raccontarmi le vostre storie per sciogliere insieme qualche nodo disfunzionale, scrivete all’indirizzo: psicologia@ilcorrieredellacitta.it
Vi aspetto.
Dott.ssa Sabrina Rodogno