Processo Cucchi, inasprite le pene per i Carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro. La Corte d’Assise d’Appello di Roma ha infatti aumentato le pene rispetto al processo di primo grado per tre dei quattro imputati per la morte di Stefano Cucchi. Tredici anni di carcere (a fronte del 12 del giudizio del novembre 2019) per i due carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro per omicidio preterintenzionale. Come riporta l’Agenzia Dire sono quattro invece gli anni (a fronte dei 3 anni e 8 mesi del primo grado) per Roberto Mandolini, comandante interinale della stazione Appia, per falso. È stata invece confermata la condanna a 2 anni e 6 mesi al carabinieri e “imputato-accusatore” Francesco Tedesco, anche lui per falso.
Accolte le richieste
La Corte d’Appello di Roma ha quindi accolto per gran parte le richieste del pg Roberto Cavallone, che aveva chiesto 13 anni per Di Bernardo e D’Alessandro, 4 anni e 6 mesi per Mandolini e l’assoluzione per Tedesco. Stefano Cucchi morì il 22 ottobre 2009 all’ospedale Pertini di Roma, dove era in custodia cautelare, in seguito alle percosse subite da Di Bernardo e D’Alessandro nella camera di sicurezza della Compagnia Casilina nella notte tra il 15 e il 16 ottobre 2019, poche ore dopo il suo arresto.
Ilaria Cucchi: «Sentenza storica»
“Questa sentenza riformata è un momento storico e per me di estrema emozione. Non avrei mai creduto di attivare fin qui”. Lo ha detto Ilaria Cucchi subito dopo la lettura della sentenza della Corte d’Appello di Roma che ha aumentato le pene per tre dei quattro imputati nel processo per la morte del fratello. “Devo ringraziare tante persone, a partire dall’avvocato Fabio Anselmo e la Procura di Roma nelle persone dell’ex procuratore Giuseppe Pignatone, dell’attuale procuratore Michele Prestipino e del sostituto Giovanni Musaro’. Senza di loro non saremmo qui. Il mio pensiero va a Stefano, a tutti questi anni, a quanto ci sono costati, e ai miei genitori che non sono qui proprio per il prezzo che hanno dovuto pagare per questi anni di sofferenza”.
Soddisfatto l’Avvocato della famiglia Cucchi
“Il mio pensiero e il mio ringraziamento vanno all’ex procuratore Giuseppe Pignatone, al procuratore Michele Prestipino e al sostituto procuratore Giovanni Musarò. La giustizia funziona quando ci sono magistrati seri e capaci, in questo caso non sono necessarie tante riforme. L’importante è avere magistrati seri, onesti e capaci, senza di loro non saremmo arrivati qua”. Lo ha detto Fabio Naselmo, avvocato della famiglia Cucchi, commentando la sentenza.