5 Nuove sale operatorie e una nuova camera di sterilizzazione sono in funzione da oggi all’Ospedale San Carlo di Nancy.
Per l’inaugurazione di questo blocco ospedaliero, composto dalle 5 nuove sale operatorie da 36 mq ciascuno e da una nuova camera di sterilizzazione di 100 mq, era presente il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, che ha voluto vedere con i suoi occhi le funzionalità di questa struttura all’avanguardia medica e tecnologica.
In un breve video introduttivo sono stati illustrati la filosofia dell’Ospedale, i suoi obiettivi – raggiunti e futuri – e le tecnologie avanguardistiche su cui è stato investito, rendendo l’immagine di una struttura di qualità e in continua evoluzione.
Particolare attenzione è rivolta ai degenti, a cui viene assicurata l’assistenza con personale qualificato – e in continuo aggiornamento – e garantendo loro le cure più innovative. I pazienti vengono seguiti in tutto il percorso di guarigione, grazie a strutture convenzionate e percorsi di salute, anche in terme e costruzioni simili.
Concluso il video, sono seguiti gli interventi di Ettore Sansavini – presidente GVM Care & Research – e del Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.
Il Premier, oltre a complimentarsi per quanto visto al S. Carlo di Nancy, si è pronunciato in un discorso sulla sanità, in cui ha toccato vari temi, senza però dare modo di approfondirli a causa del poco tempo a disposizione.
Gentiloni ha affrontato l’argomento della aspettativa di vita, affermando che, secondo una statistica, «l’Italia è il paese in cui si vive meglio al mondo, e questo deriva dalla combinazione dell’aspettativa di vita e della qualità di sistemi sanitari e alimentari». L’Onorevole, però, non ha avuto modo di pronunciarsi in merito ai vari casi di malasanità che quotidianamente affollano i giornali, o all’insorgere di patologie quali il diabete e l’obesità, legate ad un’alimentazione scorretta e uno stile di vita sedentario.
« Non sempre riconosciamo la qualità delle nostre offerte, abbiamo tuttora ritardi e difficoltà nelle strutture sanitarie, ma dobbiamo essere orgogliosi delle nostre eccellenze, pubbliche e private, e poi è tutto pubblico, si rivolge ai cittadini col concorso di strutture diverse. Dobbiamo esservi affezionati. Da ministro degli Esteri ho scoperto che in molti paesi europei e arabi quando si parla di eccellenze italiane non ci si riferisce solo alla moda o al cibo ma spesso al sistema sanitario, biomedico, ospedaliero, tutti settori in cui l’Italia è considerata eccellenza: costruiamo ospedali, distribuiamo apparecchiature, siamo considerati un punto di riferimento e son convinto che nella tendenza positiva dell’export il settore sanitario si farà sentire» ha dichiarato il Presidente, senza però accennare ai vari tagli subiti dal settore sanitario pubblico, o al fatto che l’Ospedale in questione – il San Carlo da Nancy – può vantare di essere una struttura all’avanguardia e di eccellenza proprio perché, seppur convenzionata, è una struttura privata.
In conclusione al suo discorso, l’Onorevole Gentiloni ha affermato: «Siamo affezionati all’idea di universalità del sistema sanitario che è un modello europeo e a cui sarebbe molto sbagliato rinunciare […] Abbiamo una congiuntura che ci vieta di scialacquare ma di avere margini per migliorare ulteriormente le condizioni socio sanitarie. L’Istat ci indica indicatori positivi, tutto questo non può essere sprecato, il Paese non può andare fuori strada, l’impegno deve continuare». L’impegno in questione – preso dall’attuale Governo – non è stato ben definito e, terminato il discorso, i giornalisti non hanno avuto l’opportunità di chiedere al Presidente quali sono le nuove sfide in campo sanitario, e quale il modus operandi per garantire una sempre migliore assistenza medica pubblica ai cittadini italiani.
Non sono stati illustrati gli obiettivi in merito, né ciò che finora è stato fatto concretamente in relazione al servizio sanitario pubblico e privato italiano.
Purtroppo il Presidente non ha rilasciato ulteriori dichiarazioni alla stampa, e non ha avuto modo di ribattere a queste e altre domande che – ahimè – resteranno aperte.
La prima su tutte: perché, se siamo considerati un’eccellenza sanitaria europea, non investire nella ricerca e nella sanità, rendendola accessibile celermente e gratuita per tutti i cittadini italiani?
Aurora Di Sabantonio