Lascia profonde perplessità e rabbia quello che sta succedendo da diversi anni ad Ostia, dove Largo del Porto di Roma versa in uno stato di profondo degrado da occupazioni abusive e profonda sporcizia.
Una condizione che sta andando avanti da almeno due anni, quando una famiglia italiana proveniente dalla Campania ha deciso di accamparsi sotto i portoni in prossimità dell’area Harbour. Non è ben chiaro su quale logica i componenti di questa comunità – che vede all’interno anche una bambina piccola e una ragazza di 16 anni – abbiano deciso di mettersi con una tenda all’interno di questo spazio residenziale, nonostante chi vivesse questo spazio gli avesse già chiesto la cortesia di non sostare sotto le proprie abitazioni o uffici.
Inviti che lo scorso anno sono stati accolti, salvo poi tornare in quest’estate del 2020 nuovamente sotto i locali dell’area Harbour con quella che definiscono una “villeggiatura a Ostia”. Un processo probabilmente favorito con la chiusura dell’Harbour Café Ostia dopo il periodo legato al lockdown di Coronavirus, che ha gettato questo quadrante del Porto nel totale abbandono. La famiglia campana si è ripresentata sotto la palazzina, aprendo una tenda sul lato anteriore dell’edificio e con la vista sull’area portuale.
Qui in diverse occasioni gli occupanti sono stati colti in comportamenti “sopra le righe”, come nell’occasione in cui la bambina piccola è stata trovata nell’atto di defecare davanti ai portoni dei vari uffici – ancora – presenti nello stabile. E’ facile infatti individuare tracce di escrementi in prossimità della loro tenda, in una condizione che sta generando numerosi malumori in primis tra i lavoratori di questo stabile e in seguito tra i residenti di Nuova Ostia che vivono questo spazio anche solo per una semplice passeggiata con il proprio cane.
Negli ultimi tempi vede tracce di occupazioni anche un locale commerciale presente in questo plesso, che dopo aver visto lo sfondamento dei vetri è diventato un ritrovo per sbandati e probabilmente uno snodo per il mercato nero locale. All’interno oltre a tracce di occupazione tra vestiti ed escrementi, è stato possibile individuare anche pezzi automobilistici come parabrezza o parabrezza, casse per la musica e componenti per i computer fissi.
Con l’apertura della Palestra della Legalità e quindi la presenza dello Stato e della Magistratura nel Porto di Ostia, tanti cittadini non si aspettavano un decadimento di quest’area nel giro di pochi anni. Eppure la situazione drammatica è sotto l’occhio di tutti, in una condizione che sta spingendo tantissimi uffici ad andare via dall’area Harbour. Diventa sempre più imbarazzante per i responsabili delle attività ospitare i propri clienti in un’area dove regna l’anarchia e soprattutto lo spazio sottostante ha sempre più le sembianze di un porcile, facendoli vergognare di un simile contesto che oltretutto pagano lautamente con l’affitto.
Lo Stato che tanto decantava e prometteva legalità in questo spazio, cosa risponderà oggi a queste immagini?