Oggi a Pomezia non si fa che parlare di lui, l’ufficiale finito in carcere con l’accusa di essere una spia, di aver venduto dei segreti militari ai russi in cambio di 5.000 euro. Soldi di cui Walter Biot, a quanto emerge, aveva bisogno perché navigava in cattive acque a causa del crisi dovuta al Covid, almeno secondo quanto raccontato dalla moglie Claudia Carbonara al Corriere della Sera.
La coppia prima abitava al centro di Pomezia. Poi da qualche tempo si è trasferita in un altro quartiere, in una casa più grande. La donna, 54enne psicoterapeuta specializzata in sessuologia clinica, esperta di terapie individuali e di coppia, descrive il marito come un uomo meraviglioso, vissuto sempre per i quattro figli. L’ufficiale temeva di non farcela ad affrontare più tutte le spese, nonostante lo stipendio di circa 3 mila euro al mese.
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La moglie prova ora a difenderlo: «Mio marito non voleva fottere il Paese, scusate la parola forte», ha dichiarato al Corriere della Sera. «E non l’ha fatto neanche questa volta, ve l’assicuro, ai russi ha dato il minimo che poteva dare. Niente di così compromettente».
Parole che, chiaramente, sono destinate a fare discutere. Il marito, lo ricordiamo, è accusato di rivelazione di segreti militari a scopo di spionaggio e procacciamento di notizie segrete a scopo di spionaggio. Reati gravi, previsti dagli articoli 86 e 88 del Codice penale militare, punibili con l’ergastolo o, nel secondo caso, con almeno vent’anni di reclusione. Biot era Capitano di fregata in servizio all’ufficio Politica Militare dello Stato maggiore della Difesa.
Parla la moglie di Walter Biot: «Era disperato»
Ma perché Biot sarebbe arrivato a tanto? Spiega la moglie: «I soldi non bastavano per mandare avanti la famiglia». Possibile considerando la carica ricoperta dal marito? “Tremila euro” lo stipendio che entrava in casa, come ammesso dalla moglie ma che, a quanto pare, “non bastava più per mandare avanti una famiglia con 4 figli 4 cani, l’abitazione di Pomezia ancora tutta da pagare, 268mila euro di mutuo, 1.200 al mese”. Smentite inoltre, secondo TGcom24, le voci che i 5mila euro ricevuti in cambio sarebbero serviti per pagare alcune spese mediche della figlia più piccola.
Il caso Walter Biot
Sono stati ieri sera i carabinieri del Ros ad arrestare Walter Biot. Il capitano di fregata Walter Biot era in servizio all’ufficio Politica Militare dello Stato maggiore della Difesa. Con lui è stato fermato anche un ufficiale delle forze armate russe, la cui identità al momento rimane ignota.
L’accusa che pende sul militare italiano è di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, spionaggio politico e militare, diffusione di notizie di cui è vietata la divulgazione. I due sono stati scoperti nel corso di un appuntamento per un incontro clandestino, mentre l’ufficiale italiano passava al collega straniero documenti “classificati”, ricevendo in cambio 5 mila euro, denaro posto sotto sequestro dai carabinieri che sono intervenuti proprio al momento dello scambio. I militari hanno condotto le indagini con la collaborazione dell’Aisi, l’intelligence interna, e dello Stato Maggiore della Difesa.
La moglie: «Non sapevo costa stava facendo. Ma non è un traditore»
«Mio marito traditore della patria? No, lui la patria l’ha servita. Non sapevo cosa stava facendo, se me ne avesse parlato forse sarei riuscita a fargli cambiare idea», conclude la moglie di Biot che ora teme la “gogna mediatica”. Per lei era solo “disperato per il futuro della sua famiglia”. Ma a deciderlo saranno i giudici.