Sono nuovamente in difficoltà i due fratelli 50enni di Pomezia che lo scorso settembre avevano perso la loro casa a seguito di uno sfratto.
Solo pochi mesi fa, a novembre, sembrava che per loro si fosse aperto uno spiraglio di speranza. I due fratelli erano stati ospitati presso l’Hotel Scalella a spese della signora Paola Finini, titolare dell’agenzia immobiliare “Le Case di Paola”, che negli ultimi 3 mesi aveva dato loro la possibilità di alloggiare in un appartamento a Torvaianica, in Via La Spezia, accollandosi i costi non solo dell’affitto, ma anche di acqua, luce e gas.
Anche il Comune di Pomezia si era adoperato mettendo a loro disposizione degli aiuti attraverso il servizio civico e il contributo per il disagio economico.
Ora però la casa è stata chiesta indietro dalla proprietaria che l’aveva data in affitto alla signora Paola Finini, e loro si trovano nuovamente in mezzo ad una strada.
Per questo hanno deciso di tentare un’ultima, disperata carta: quella della protesta sotto gli uffici comunali. Da stanotte hanno deciso di dormire sì nella loro auto, ma in Piazza Indipendenza per cercare di far arrivare il loro appello anche al commissario prefettizio appena insediatosi. “Resteremo qui ad oltranza, vogliamo solo un alloggio o un lavoro”, fanno sapere i due fratelli.
LA VICENDA DEI DUE FRATELLI DI POMEZIA
Tutto è iniziato il 27 settembre scorso quando i due fratelli persero la casa dove vivevano. Sfrattati “ma lo sapevano”, ammisero. Non avendo un lavoro – uno dei due fratelli è anche invalido – non trovarono altra soluzione se non quella di vivere dentro l’unico bene che possiedono, ovvero l’auto.
Ma questo non è stato l’unico aiuto arrivato dal Comune. Il Pronto Intervento Sociale propose subito ai due cittadini un alloggio di emergenza disponibile a Ostia non accettato dai due fratelli per tutta una serie di motivazioni: come arrivare infatti sul litorale romano se non si hanno i soldi per mettere la benzina oppure pagare un mezzo pubblico? E soprattutto: dormendo ad Ostia come potrebbero poi rispettare i tempi del servizio civico?E di soluzioni più vicine nemmeno l’ombra. “I due fratelli sono stati subito inseriti nella lista per l’assegnazione di immobili di emergenza abitativa, ma ad oggi purtroppo non ci sono immobili disponibili”, dichiarò infatti la vicesindaco Serra.
Poi arrivò il contributo economico per il disagio economico: circa 900 euro in tre tranches da 300 euro mensili. In pratica circa 150 euro a testa al mese, una specie di palliativo comunque bene accetto ma che non spostò l’ago della bilancia verso una soluzione definitiva.
Il resto è cronaca recente: grazie all’aiuto delle Case di Paola i due fratelli riuscirono a ritrovare un po’ di speranza salvo poi ritrovarsi oggi punto e a capo.
A mancare, come ripetiamo ormai da mesi, è un posto di lavoro: lavoro che in qualche modo, per uno dei due fratelli, sembrava perfino poter arrivare tramite una delle ditte che lavora per il Comune di Pomezia (la Formula Ambiente, ndr) ma del quale poi non si è saputo più nulla.
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