Il personale addetto alle pulizie delle scuole di Pomezia ha sospeso per il momento lo stato di agitazione che andava avanti da almeno due settimane. Lo ha comunicato alla nostra redazione la rappresentante sindacale della Uiltrasporti-Uil Carmen D’Agostino. Lo stato di agitazione, come pubblicato stamattina, era stato indetto a causa dei seguenti motivi: ritardi nei pagamenti degli stipendi (peraltro arrivati anche decurtati l’ultimo mese), organico insufficiente, nonché lo spettro delle procedure di licenziamento dal prossimo dicembre, hanno fatto sapere le lavoratrici.
Oggi si è svolto un importante incontro con l’azienda che ha permesso, almeno momentaneamente, di far rientrare lo stato di agitazione a partire da domani (giovedì 26 ottobre 2017). Le lavoratrici hanno ottenuto il reintegro della parte trattenuta ad ottobre nella prossima busta paga: l’azienda terrà però la parte relativa alla banca ore (si legga più avanti) che sarà comunque inferiore a quanto stabilito dai parametri Consip perché, cosa più importante, le dipendenti hanno ottenuto il ripristino dell’orario “intero”, almeno per il momento, dedicato alla pulizia delle scuole. In altre parole potranno dedicare un numero di ore maggiore alle attività di pulizia che serviranno per ripristinare le normali condizioni igienico-sanitarie nelle scuole e ciò dovrebbe consentire di superare lo stato di emergenza che si è venuto a creare (e che tante polemiche ha sollevato tra i genitori). Questo per i prossimi due mesi.
COME FUNZIONA (IN PARTE) IL SISTEMA CHE GESTISCE LA PULIZIA NELLE SCUOLE
A Pomezia le lavoratrici (ex Lsu) rientrano nella COOP 2001 finanziata direttamente dal Ministero dell’Istruzione e rientrante nel sistema d’appalti nazionale (in questo preso in carico poi dal Consorzio Nazionale dei Servizi): 18 mila lavoratori circa sparsi per tutta Italia.
Il contratto nazionale, dal 2014, prevede un piano di ore ripartito tra il tempo dedicato alla pulizia degli istituti – dimezzato però (così come il numero di dipendenti) rispetto al passato, oggi è di circa 3 ore e mezzo a scuola – e attività complementari, in sostanza lavori di pittura e tinteggiamento di istituti scolastici a Roma e provincia da effettuarsi nei giorni di chiusura delle scuole. Le due mansioni sono ripartite al 50%: le ore di attività complementari vengono anticipate in busta paga e devono essere poi recuperate. In pratica molto più lavoro, in metà tempo, e con la metà del personale necessario (al netto ovviamente di eventuali malattie, permessi, ecc.).
POMEZIA, LE LAVORATRICI: “I SERVIZI MINIMI SONO SEMPRE STATI GARANTITI”
“Siamo vittime anche noi di questa vicenda“, sottolineano le lavoratrici che comunque assicurano che i servizi minimi, come la pulizia dei bagni, sono sempre stati garantiti nel corso di queste due settimane. “Abbiamo un futuro incerto e pochissime garanzie. Siamo costrette a fare dei turni di lavoro estenuanti, con stipendi bassi e che arrivano per di più in ritardo. Non possiamo essere noi il capro espiatorio della vicenda”.