Il Sindaco di Pomezia Fabio Fucci resta indagato nella vicenda che riguardò la ritardata tumulazione di una salma presso il cimitero di Pomezia. Niente archiviazione dunque dato che la Cassazione, bollando la decisione come “frettolosa”, ha disposto la riapertura del caso (leggi qui) trasmettendo gli atti al Gip di Velletri; oggi, si apprendono inoltre alcune novità, riportate sulle pagine de Il Messaggero: cinque giorni fa infatti, dopo la camera di consiglio davanti al Giudice per le indagini preliminari svoltasi a metà dicembre che diede seguito a quanto accaduto a maggio 2017, la notizia è stata notificata all’altra parte in causa, ovvero l’agenzia funebre “La Migrazione”.
“Secondo il Gip infatti – leggiamo sul quotidiano – la tumulazione si sarebbe dovuta effettuare poiché l’ordinanza del primo cittadino che limitava gli orari di apertura del camposanto era già scaduta”. A questo va sommata l’ipotesi di lesione dell’immagine dell’agenzia stessa che sarebbe avvenuta a seguito di un comunicato diramato proprio da Fucci e pubblicato dalla nostra testata; va in archivio invece, l’ipotesi dell’impedimento del funerale, che dunque non ci fu, da parte del Sindaco di Pomezia. Al momento tuttavia il primo cittadino non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali ma ha sostenuto di non aver ricevuto alcuna notifica su quanto sopra riportato.
La storia
La storia risale ormai a tre anni fa e racconta di uno scontro sorto tra il Comune di Pomezia e l’agenzia funebre “La Migrazione” per una salma lasciata tutta la notte fuori dai cancelli del cimitero (leggi qui nel dettaglio la vicenda); il Sindaco di Pomezia Fabio Fucci finì indagato, come confermò lui stesso anche se solo ad archiviazione avvenuta: “Sapete perché sono stato indagato?” – scriveva il Sindaco nel maggio scorso (quindi a ben due anni di distanza dall’accaduto, ndr) – Perché non si possono fare sepolture quando il cimitero è chiuso. L’Impresa Funebre però ha deciso di attaccarmi pubblicamente e allora ho risposto che avrebbero dovuto avere più rispetto per la famiglia del defunto. E mi hanno denunciato per diffamazione. La magistratura ha fatto il proprio dovere e ha ritenuto non sussistenti gli elementi, chiedendo presto l’archiviazione. Si trattava di una sciocchezza e riguardava la mia persona direttamente. Ogni giorno gli esponenti del MoVimento 5 Stelle ricevono querele per il semplice fatto di manifestare un’opinione”.
Tutto avveniva, per contestualizzare il periodo ‘storico’, durante la bufera scatenatasi intorno al M5S che ‘silurava’ Pizzarotti e chiudeva un occhio, a detta dei detrattori e degli avversari politici, sul Primo Cittadino di Pomezia (leggi qui).
I fatti: nella vicenda finì coinvolto (paradossalmente) anche il Ns giornale
E’ il gennaio 2014. L’Agenzia funebre “La Migrazione” non riesce a completare i funerali di un defunto in quanto il cimitero, nell’orario di arrivo, risulta chiuso per un’ordinanza emessa dall’amministrazione. Le parti ovviamente sostengono entrambe di aver agito nel giusto ma la vicenda non finisce lì: al Sindaco vengono mosse diverse accuse che vengono raccolte in una querela/denuncia, tra le quali la volontà di impedire il funerale nonché alcune dichiarazioni che meriterebbero, secondo l’agenzia, la connotazione di “diffamazione a mezzo stampa”. Ed è qui che entra in scena il Corriere della Città. Le dichiarazioni in oggetto erano state raccolte da un nostro servizio pubblicato prima online e poi riportato nell’edizione cartacea di marzo 2013. A seguito di quel servizio, il sindaco rispose per e-mail attraverso la sua addetta stampa, chiedendo la pubblicazione fedele delle sue dichiarazioni. Cosa che, per codice deontologico (diritto di replica) è stata puntualmente fatta, ma per questo al nostro Direttore venne poi in seguito notificata addirittura l’iscrizione nel registro degli indagati (poi archiviata non appena ai giudici è stato chiaro che si trattava di un comunicato stampa e non di un’intervista che poteva essere stata travisata, ma intanto anche qui le spese legali – visto che era necessaria la nomina del difensore – sono state sostenute, “purtroppo” con il denaro privato del Direttore…). Cioè: quelle che erano state delle dichiarazioni del Sindaco riportate fedelmente, come testimoniano i documenti, erano diventate responsabilità del nostro giornale, del tutto – al contrario – estraneo alla vicenda, ma sospettato di aver travisato le parole del Primo Cittadino di Pomezia.
Ovviamente, da quanto visto, le parti hanno sempre sostenuto ed affermato posizioni differenti, ribadendo le proprie ragioni in un continuo susseguirsi di dichiarazioni, carte bollate e atti processuali.
Alla fine però, con la comunicazione dell’avvenuta archiviazione in merito alla posizione del Sindaco, sulla vicenda sembrava essere stata scritta la parola ‘fine’; senonché, proprio in virtù della notizia della riapertura disposta dalla Cassazione, la partita si è riaperta: secondo l’organo di giustizia infatti, considerando che la titolare dell’agenzia si era opposta all’archiviazione, si sarebbe dovuta fissare quantomeno un’udienza per decidere, in estrema sintesi, il da farsi (o fornire comunque le eventuali motivazioni per un’eventuale inammissibilità del ricorso dell’altra parte) cosa che però non venne disposta, almeno inizialmente dato che oggi, invece, tutto questo ha trovato accoglimento. Il Sindaco, morale della favola, resta (o ritorna) indagato, e ora si attende la formulazione dell’imputazione contro Fucci che dovrebbe arrivare entro il 2 febbraio.