In questi giorni abbiamo ricevuto un appello da una mamma di Pomezia. A sua figlia, di soli 10 anni, è stata diagnosticata circa un anno e mezzo fa una malattia rara chiamata ipertensione endocranica benigna (che però, come spesso accade purtroppo, di benigno non ha proprio nulla) che le ha praticamente sconvolto la vita. La bambina ha già subito due interventi ed è tutt’ora sotto controllo per monitorare lo sviluppo di questa patologia.
Negli ultimi mesi, di conseguenza, la famiglia è stata costretta a fare avanti e indietro con l’ospedale Gemelli di Roma praticamente tutti i giorni; oggi mamma, papà e Sofia stanno cercando di riprendere una vita normale ma non è facile: tante le spese già sostenute in questo periodo (dall’agosto 2017) e quelle da sostenere in futuro.
Attualmente a Sofia è stata riconosciuta un’invalidità pari al 70% e i genitori sono in attesa di ricevere dall’Inps l’indennità di frequenza, una prestazione economica, erogata a domanda, a sostegno dell’inserimento scolastico e sociale dei ragazzi con disabilità fino al compimento del 18° anno di età.
Si tratta di poco meno di 300 euro al mese per nove mensilità, ovvero per la durata dell’anno scolastico. Mentre scriviamo però la famiglia non ha ancora percepito la prima rata.
“Abbiamo presentato la domanda ad agosto ma ora siamo a novembre e quei soldi, seppur pochi, ci servono”, ci dice la mamma che si è recata nei giorni scorsi alla sede Inps di Pomezia per sapere a che punto è la pratica.
“Mi hanno detto che devo aspettare ancora, forse fino a febbraio. Ma io le visite le ho adesso, come faccio? Lavora solo mio marito e non ce la facciamo ad andare avanti”, è allora l’appello della signora.
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