«E’ una questione di dignità, chiedo che sia fatta luce sull’accaduto». E’ questo l’appello ricevuto da un ragazzo di Pomezia per il papà, rimasto vittima nell’agosto scorso di un grave incidente ma soprattutto, a suo dire, di una vera e propria ingiustizia.
Ma andiamo con ordine. Il 6 agosto scorso questo signore, straniero e che purtroppo ha difficoltà nel parlare in italiano, ha un incidente nella strada di raccordo che da Via dei Castelli Romani immette sulla statale Pontina in direzione Roma.
L’uomo stava percorrendo la strada quando all’improvviso, all’altezza della curva dove è presente lo stabilimento della Tim, si schianta contro un’auto proveniente dal senso opposto, uscita, come si legge nel verbale di accertamento, dal successivo parcheggio di un’azienda sita a ridosso della Pontina; un’auto che però lì non ci sarebbe dovuta stare, almeno da quanto abbiamo ricostruito, considerando che il tratto successivo è a senso unico.
La vicenda
E qui iniziano, purtroppo, le disavventure per la famiglia. Gli agenti della Polizia Locale di Pomezia, intervenuti a seguito del sinistro, rilevano infatti un’infrazione commessa dal cittadino straniero: gli viene contestata infatti la violazione dell’art. 143 comma 3 e comma 13 del codice della strada, in parole povere lo “sconfinamento” nella carreggiata opposta.
«Una cosa incredibile – ci racconta il figlio – dato che il tratto successivo è a senso unico». Già, ma è davvero così?
«Io sono di Pomezia, tutti sanno che quella strada ha un unico senso di marcia anche perché di lì a pochi metri c’è l’ingresso sulla Pontina, come potrebbe essere altrimenti?», prosegue.
Ma qui iniziano i problemi. «Facendo un controllo sul web ho scoperto che i cartelli in quel tratto di strada sono stati sempre presenti, poi sono scomparsi per un periodo. Adesso, dopo le mie segnalazioni, due settimane fa la cartellonistica è stata correttamente ripristinata».
La battaglia burocratica
Il figlio dell’uomo infatti si sta battendo da mesi affinché venga fatta chiarezza sull’accaduto. A causa della multa infatti l’assicurazione non ha risarcito la famiglia degli ingenti danni subiti dal veicolo, come racconta ai nostri microfoni, “soldi che ho dovuto anticipare io perché papà non aveva. Con tanti sacrifici, anche con la loro pensione, abbiamo cercato di ripararla perché l’auto ci serve”.
Il figlio ha provato a chiedere l’annullamento del verbale al Comando di Pomezia ma quest’ultimo è stato respinto in quanto, come si legge nel testo in nostro possesso, “può avvenire soltanto in presenza di vizi di forma”; a quel punto l’uomo ha deciso, come previsto dalla legge, di ricorrere al Prefetto di Roma. Parallelamente ha cercato di accertarsi che, effettivamente, in quel tratto di strada sussista il senso unico di marcia.
«Pensavo fosse una cosa scontata ma così non era», ci confessa. Il primo ostacolo è stato accertare l’ente proprietario di quel tratto di strada: «Ho scoperto che fino a qualche anno fa era di competenza dell’Astral ma oggi non è più così. Sia la Città Metropolitana che il Comune di Pomezia hanno dichiarato che non è di loro competenza, quindi mi sono rivolto all’Anas».
La risposta dell’Anas:
«Le comunichiamo che, a seguito di indagini presso il precedente gestore e presso gli enti territoriali competenti, la gestione della viabilità in argomento risulta di dubbia attribuzione e, nelle more delle doverose verifiche ed autorizzazioni, Anas si è resa parte diligente, iniziando alcuni interventi di manutenzione a tutela della viabilità, sebbene non ancora formalmente titolata. Pertanto si conferma il parere già espresso in data 25/09/2020 in merito ai sensi di marcia e si comunica che abbiamo dato impulso alle attività amministrative necessarie alla attribuzione della gestione del tratto in capo ad Anas. Ad ogni buon fine, riportiamo a seguire la disciplina della viabilità:
– 1 tratto doppio senso di circolazione, dall’imbocco da via dei Castelli Romani per circa 200 m fino ad arrivare all’accesso privato/curva a sinistra;
– 2 tratto senso unico di circolazione, dall’accesso privato/curva a sinistra per circa 140 m fino ad arrivare all’immissione sulla S.S. 148 Pontina, con senso di marcia consentito in direzione S.S. 148 Pontina».
In pratica Anas ha messo nero su bianco quanto in realtà già si sapeva: l’altra vettura, stando a quanto risulta, non poteva trovarsi lì in quanto, anche uscendo dal successivo parcheggio, come mostrano le foto con la segnaletica ripristinata (ma comunque il cartello di obbligo di svoltare a sinistra all’altezza del parcheggio comunque era presente), si può procedere solo in direzione della Pontina e non tornare verso Via dei Castelli Romani.
Cosa chiede adesso?
«Innanzitutto spero che il Prefetto accolga il mio ricorso in modo tale che, quantomeno, possa avere il risarcimento economico da parte dell’assicurazione. Però, purtroppo, non posso limitarmi a questo: mio papà ha 74 anni, non parla e non conosce bene l’italiano. Dopo l’incidente era spaventato e impaurito: chi mi assicura che non si siano, passatemi il termine, approfittati di lui? Perché i Vigili gli hanno fatto la multa se, quantomeno, la situazione non era chiara? Ancor prima di essere una questione economica è una questione morale di principio, queste cose non devono più accadere: chiedo sia fatta Giustizia e che vengano accertate dal Comando eventuali responsabilità degli agenti intervenuti».