Dopo l’episodio avvenuto ieri al liceo artistico di Pomezia Pablo Picasso, dove alcuni mattoni si sono staccati dal soffitto colpendo in testa una ragazza di 15 anni mentre si trovava in aula (alla quale sono stati applicati diversi punti di sutura in ospedale), arriva ora la decisione di chiudere momentaneamente l’istituto in attesa del completamento delle verifiche sulla struttura da parte dei tecnici della Città Metropolitana di Roma Capitale.
La domanda però sorge spontanea a questo punto: come mai allora, oggi si volevano far entrare a scuola gli studenti?
“IN SEGUITO AL SOPRALLUOGO DEI TECNICI DELLA CITTA’ METROPOLITANA DI ROMA EFFETTUATO NELLA MATTINATA DEL 14.12.2017, SONO RISULTATI NECESSARI INTERVENTI DI RIPRISTINO DI LIMITATE PORZIONI DELL’INTRADOSSO DEL SOLAIO DELL’AULA DEL PIANO SECONDO INTERESSATA DALL’EVENTO DEL 13.12.17 – si legge infatti sul sito della scuola – E APPROFONDITE INDAGINI NELLE AULE CONTIGUE, GIA’ PRECAUZIONALMENTE INTERDETTE ALLE LEZIONI OGGI 14.12.17. PER PERMETTERE AGLI OPERAI LA PIU’ RAPIDA OPERATIVITA’ E PER EVITARE DISAGI AGLI STUDENTI, LE ATTIVITA’ DIDATTICHE DELLA SEDE DI VIA CAVOUR SARANNO SOSPESE NEL POMERIGGIO DI OGGI 14.12.17 E NEI GIORNI 15 E 16 DICEMBRE 2017. LE ATTIVITA’ DIDATTICHE PRESSO LA SEDE DI VIA LAMARMORA CONTINUERANNO INVECE A SVOLGERSI NORMALMENTE”.
Quindi un passaggio sulla tenuta strutturale dell’edificio, sulla quale ieri erano arrivate anche le rassicurazioni del vicepreside (parole, lo ricordiamo, duramente contestate dagli studenti nella giornata di oggi che chiedevano una maggiore precauzione).
Annullato anche l’open day previsto per dopodomani. “L’OPEN DAY DEL 16.12 E’ ANNULLATO, RESTANO CONFERMATI GLI ALTRI OPEN DAY DI GENNAIO”, conclude dunque il comunicato.
Mattoni in testa ad una studente, oggi la protesta dei ragazzi del Pablo Picasso prima dell’incontro in Comune
Gli studenti del liceo artistico Pablo Picasso di Pomezia insieme ad una delegazione del Blocco Studentesco sono scesi sul piede di guerra e stamattina, dopo una breve protesta davanti all’ingresso della scuola, hanno deciso di arrivare fino in piazza Indipendenza per chiedere di parlare con il Primo Cittadino.
“La scuola cade a pezzi, noi non ci sentiamo al sicuro, nonostante quello che dicono preside e insegnanti. E i fatti di ieri ci danno ragione, per questo adesso siamo qui e chiediamo di parlare con il sindaco, visto che la scuola è di competenza di Città Metropolitana e Fucci è il vicesindaco di questa istituzione”.
I ragazzi da anni lamentano le cattive condizioni della scuola, che però è stata considerata agibile dopo il sopralluogo di ieri (ma, evidentemente, considerando la decisione dell’ultim’ora di chiudere temporaneamente la scuola qualcosa che non andava c’era eccome) – avvenuto a seguito del crollo del controsoffito e dei mattoni che hanno colpito e ferito alla testa una studentessa del 1° anno – effettuato dai vigili del fuoco.
La ragazza, ricordiamo, ha subito una ferita che ha richiesto 10 punti di sutura e ha riportato un trauma cranico.