Si è conclusa poco fa la conferenza stampa indetta dal Consiglio d’Istituto del Liceo Pascal di Pomezia per sottolineare nuovamente la situazione di profonda emergenza vissuta dalla scuola in merito alla mancanza di spazi e aule per gli alunni.
Una questione che si trascina da tempo ma che ora rischia letteralmente di “esplodere”. «Quest’anno i problemi sono stati mitigati dalla pandemia dato che per molti mesi le lezioni si sono alternate tra DAD e quelle in presenza (con percentuali dal 50% al 75%, ndr), senza contare inoltre le cinque aule messe a disposizione alla Selva dei Pini da parte del Comune di Pomezia», fanno sapere dal Consiglio.
Da anni infatti la popolazione studentesca del liceo – che annovera vari indirizzi dal Classico, allo Scientifico passando per l’indirizzo sportivo – è in costante crescita ma a ciò non è corrisposto un altrettanto incremento degli spazi utilizzabili. Solo per il prossimo anno, precisano dal Liceo, “ci saranno 100 alunni in più iscritti rispetto a quest’anno” e se il trend proseguirà “la scuola non sarà più in grado di accogliere tutti coloro che desidereranno iscriversi”.
Mancanza di aule e spazi al Pascal: i numeri
Secondo un grafico fornito dal Consiglio di Istituto gli studenti iscritti al Pascal sono infatti passati dalle 1.000 unità circa del 2016 alle attuali 1.270. Il prossimo anno, come detto, ce ne saranno ulteriori 100 e se le previsioni si riveleranno corrette si arriverà ai 1.530 potenziali iscritti tra soli tre anni.
«L’Istituto sta già utilizzando però tutti gli spazi disponibili – proseguono dal Consiglio d’Istituto – e anche senza la problematica Covid eravamo già ai limiti del sovraffollamento. Abbiamo già dovuto riconvertire, con evidenti problemi legati all’offerta formativa, due laboratori di cui uno diviso in due sezioni per ricavarne due aule».
«Avevamo proposto alla Città Metropolitana anche la realizzazione di due prefabbricati per sopperire alla mancanza di classi ma i tempi, da quanto abbiamo capito, non saranno brevi. Sicuramente non saranno pronti per settembre», proseguono dal Consiglio d’Istituto (e le elezioni a Roma non capitano certo nel “momento opportuno”, aggiungiamo noi).
L’anno scolastico 2021-2022 è salvo: «Ma senza soluzioni saremo costretti ad applicare criteri di selezione alle iscrizioni per quelli successivi»
Servono dunque soluzioni e anche in fretta. Intanto per il prossimo anno è stato confermato dal Comune di Pomezia l’uso delle cinque aule alla Selva dei Pini che permetterà quantomeno di garantire l’anno scolastico. Ma in assenza di soluzioni potrebbe essere l’ultimo sul fronte delle iscrizioni libere e accessibili a tutti senza criteri al Pascal: nei mesi scorsi, non a caso, proprio su questo era esplosa la polemica da parte degli studenti circa la possibilità di inserire dei parametri aggiuntivi per le iscrizioni quali la distanza dalla scuola o il merito scolastico.
«Il Pascal ha sempre fatto dell’inclusione la sua filosofia e per questo il Consiglio d’Istituto ha deciso di non applicare alcun criterio di sorta per le iscrizioni anche per l’anno scolastico 2020-21. Ma se la situazione non cambierà dall’anno successivo, come extrema ratio, non saremo più in grado di accogliere tutte le domande e si dovrà optare gioco-forza per dei criteri di ammissione più stringenti», precisano dal Pascal.
E il problema, in questo caso, riguarderà anche Ardea, già penalizzata dai Comuni limitrofi (come Aprilia ad esempio) con gli Istituti del medesimo indirizzo che hanno deciso di dare la “precedenza” agli studenti del proprio territorio. In pratica Pomezia rappresenta, ad oggi, l’unica possibilità (o quasi) per un ragazzo che vive sotto la Rocca di poter frequentare il liceo classico o scientifico, pena il ritrovarsi indietro nelle graduatorie nelle scuole dei territori limitrofi.
Gli studenti: «Serve dare priorità alla scuola»
All’incontro di oggi ha partecipato anche la componente studentesca. «Crediamo che la scuola debba avere assoluta priorità per rimediare agli errori del passato che siamo costretti a scontare oggi», dichiarano i rappresentanti degli studenti. Anche la soluzione della Selva dei Pini, aggiungono, “presenta notevoli difficoltà sia in termini logistici per ragazzi e famiglie (nonché per i docenti, ndr) ma anche di didattica perché comunque si fa lezione a molta distanza dalle sede centrale”.
«Adesso è il momento di pianificare – chiosano dal Consiglio d’Istituto – perché se non lo si fa ora, considerando le lungaggini della burocrazia, tra qualche mese sarà troppo tardi».