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Pomezia, l’onlus ‘Chiara e Francesco’ racconta il dramma della pedofilia: un incontro che mi ha colpito allo stomaco

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Si è svolto ieri presso la Sala Consiliare del Comune di Pomezia l’evento promosso dalla Onlus Chiara e Francesco di Torvaianica sul tema della pedofilia e della pedopornografia. L’evento è solo il primo di un ciclo di 4 appuntamenti che termineranno nel 2019: ma quello di ieri, lo diciamo subito, così come immaginiamo lo saranno gli altri, non è stato il solito convegno “accademico” né una sterile conferenza fatta solo di numeri e statistiche asettiche buttate lì. No, è stato un vero e proprio pugno allo stomaco. 

Fabrizio Cicchini, Presidente della Casa Famiglia Chiara e Francesco, del resto lo ha detto subito che il tono del convegno sarebbe stato forte “perché solo così ci si rende conto di quello di cui si parla”; qualcuno infatti non ha retto ed ha preferito andar via anticipatamente “ma succede sempre” spiega Cicchini. 

Per l’introduzione è stato scelto di descrivere le varie tipologie d’abuso affidando la narrazione a tre pezzi musicali diretti e taglianti che hanno portato sin da subito i presenti in un mondo fatto di drammi e paure: Fabio Concato, “Mary” dei Gemelli Diversi, “Dentro alla scatola” di Mondo Marcio. La musica è poi tornata alla fine dell’incontro con un pezzo di Tiziano Ferro altrettanto dirompente: “Il bimbo dentro”.

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La realtà dipinta magistralmente da questi brani è stato lo spunto per riflettere sull’universo degli abusi perpetrati ai danni di soggetti deboli, troppo spesso ignorato colpevolmente dalla società: non a caso uno degli obiettivi del ciclo di incontri è proprio quello di rompere il silenzio che schiaccia le vittime degli abusi rendendole sole di fronte ai propri aguzzini. 

L’aula consiliare del Comune di Pomezia dove si è svolto l’incontro di ieri

Per la pedofilia “il quadro è poi ancor più allarmante”, racconta Cicchini. “Non ci sono studi, non si fanno ricerche specie in Italia dove si fa fatica a trovare dati sul fenomeno. Nel nostro paese l’ultimo focus risale al 2002: già lì un campione di circa 3.000 studenti degli istituti milanesi superiori rivelava che l’11.3% era stato toccato in età infantile. Quella ricerca funzionò ma non gli è stato dato un seguito, perché?”, si interroga il Presidente dell’associazione pometina che nel corso dell’ incontro ha anche raccontato esperienze dirette legate purtroppo al territorio di Ardea e Pomezia.

Ma i numeri, quando si trovano, sono impressionanti: “702.000 bambini l’anno sono vittime di violenze e maltrattamenti, circa 1 bambino su 10; l’8.4% è stato vittima di abuso sessuale”, ci dice uno studio americano del 2015. E in Europa? Si stima che “18 milioni di bambini siano vittime di abusi“, ma l’OMS parla di un fenomeno largamente sottostimato e che rimane per la maggior parte sommerso – ecco tornare il tema del silenzio, della paura di parlare impugnata dai carnefici – con numeri che potrebbero essere almeno 9 volte più grandi. 

Ecco perché, allora, serve parlarne. A contribuire a questi scenari contribuiscono altri silenzi come quelli dei media, “che a fronte di qualche caso eclatante” – continua Cicchini – “ignorano e non affrontano questi temi. C’è un impressionante filtro tra la realtà e ciò che arriva sui principali canali d’informazione. E questo è un problema”. 

Poi ci sono aspetti, altrettanto drammatici, legati alla legge e alla cultura.

“Ci sono troppi pregiudizi, sentenze sbilanciate a favore di chi abusa”, tuona Cicchini citando gli “Stati Generali sul maltrattamento dell’infanzia” del 2013. Non è un caso che quando si parla di pedofilia si deve fare i conti con un enorme muro di omertà che vuol farla passare quasi come se fosse un mito o un fenomeno marginale: “l’abuso è raro”, credono molti, “si esagera troppo”, aggiungono altri. Eppoi c’è quella linea sottile e border line che ci porta nel mondo – difeso, si badi bene, anche da una parte degli accademici fino almeno agli anni ’50 – del “se l’è cercata”, “l’ha provocato”, “è colpa sua (della vittima) se è successo”; o ancora: “troppo comodo parlare adesso dopo tanto tempo” (il caso Asia Argento ci riporta in quest’ottica ad esempio). Tutte domande, illazioni, che uccidono simbolicamente una seconda volta tutte le vittime degli abusi. 

“Nei processi poi, e noi ne abbiamo visti tanti”, continua il presidente della Casa Chiara e Francesco, “mantenere la calma diventa spesso impresa ardua sentendo certe dichiarazioni degli avvocati difensori di chi abusa”. E questo è stato un altro punto focale citato da Cicchini: “Se si vuole sconfiggere il fenomeno bisogna smettere di ragionare di pancia. Serve la testa soprattutto per i genitori che devono capire questo mondo e spiegarlo ai figli, non certo esorcizzandolo soltanto con minacce e paure che ormai non hanno più effetto”. 

L’incontro, infine, ha toccato marginalmente anche il tema della pedopornografia e di tutte le problematiche legate alle nuove tecnologie dell’informazione; si è parlato del cosiddetto web sommerso (o deep web) e di come tutti i nostri dati sensibili, e con essi le foto dei nostri figli, siano alla mercé di tutti, spesso di malintenzionati, oggetto d’un giro d’affari da miliardi di valuta elettronica, i bit coin, nemmeno tracciabili. Ma questo sarà oggetto di approfondimento del prossimo incontro, previsto per metà gennaio. 

Una postilla la riserviamo in ultima battuta all’amministrazione comunale – rappresentata ieri dal Presidente del Consiglio dell’assise Stefania Padula – cui diamo il merito di aver promosso l’evento: nello specifico il corso di formazione primaria è stato curato dalla Onlus Chiara e Francesco e dall’assessorato ai servizi sociali del Comune di Pomezia; il progetto inoltre, che vede coinvolto anche il Comune di Ariccia, è stato approvato è finanziato dalla Regione Lazio con un bando regionale vinto proprio dall’associazione di Torvaianica Chiara e Francesco.

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