Scatta da oggi la zona rossa nel Lazio e con essa anche la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado. Un provvedimento che da mesi suscita polemiche e divisioni malgrado gli unici dati disponibili sin qui sulla relazione tra contagi e scuole mostrino che in realtà il virus non si diffonda in maniera significativa tra i banchi.
Qui infatti era stato registrato solo il 2% dei focolai totali in Italia tra agosto e dicembre: ciò nonostante la scuola è stata nuovamente “sacrificata” alla prima occasione utile, anche nelle zone rosse dove, quantomeno i più piccoli, fino a pochi giorni fa avevano la possibilità di seguire le lezioni in presenza.
Per questo a Pomezia dopodomani, mercoledì 17 marzo 2021, i genitori vogliono manifestare per chiedere la riapertura dei plessi: «L’idea è quella di recarsi davanti ai cancelli ciascuno della propria scuola alle 10.00 sempre nel rispetto delle norme anti Covid. Dobbiamo far sentire la nostra voce e non rassegnarci», ci dicono i promotori dell’iniziativa.
Il ritorno della DAD al 100%
La scuola dunque si ferma di nuovo anche nel Lazio. Gli studenti, tutti, (le uniche eccezioni sono rappresentate dagli alunni con disabilità) tornano così da oggi a seguire le lezioni con la didattica a distanza.
A risentirne sarà (di nuovo) l’apprendimento stesso degli alunni che, come sottolineano gli esperti, non può essere minimamente paragonato, specie per i più piccoli, alle lezioni in presenza.
Stavolta però ci sono anche diversi problemi logistici. «Rispetto al marzo dello scorso anno ci sono molte più attività lavorative aperte – ci racconta una mamma – questo è un bene, chiaramente, ma dall’altro lato ci mette in seria difficoltà per seguire i bimbi».
Già perché la DAD richiede che qualcuno stia a casa con loro. Ma tra ferie, permessi e bonus vari mamme e papà sono costretti a fare i salti mortali. «Oggi ho lasciato mio marito a casa con tre bambini a seguire le lezioni, ma questo non è sempre possibile», aggiunge.
Bambini in DAD…con i nonni
Altri ancora sono costretti a lasciare i figli con i nonni che spesso non hanno grande dimestichezza con i mezzi tecnologici. In questo modo si realizza peraltro un grande paradosso: il Covid colpisce nelle forme più gravi maggiormente gli anziani e così facendo i nonni – al netto della vaccinazione che speriamo sortisca gli effetti sperati – finiscono per essere più esposti ai rischi del virus.
Alunni penalizzati: «Loro davvero hanno sempre rispettato le regole»
I genitori insomma non hanno dubbi: «A scuola loro hanno sempre rispettato le regole non è giusto che ora debbano rimetterci».
«Io ho due figli con disabilità ma la “nuova” scuola in presenza che per loro va avanti presenta comunque delle criticità. Non possono stare con i compagni, le maestre cambiano spesso senza contare che, vuoi o non vuoi, i programmi didattici verranno condotti in modo diverso», chiosa un’altra mamma.