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Pomezia, insulti alla Polizia Locale su Facebook, il Sindacato: “Inaccettabile, Sindaco intervenga”

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Una multa e un post su Facebook. Aggiungeteci commenti ‘poco carini’ aggiunti da diversi utenti a metà tra haters e cittadini infervorati contro le forze dell’ordine, e il dado è tratto.

La vicenda in sé in realtà avrebbe ben poco di “straordinario”, nel senso che, alla fine, si parla pur sempre di una semplice multa (anche se in circostanze particolari stando al racconto della vittima della sanzione, peraltro poi annullata).

Eppure, a causa delle feroci reazioni che ha scatenato l’episodio, il Sindacato di Polizia Locale è voluto intervenire sulla questione dato che, a loro dire, si è oltrepassato ogni limite. Non solo: la faccenda sarebbe grave a tal punto da richiedere un intervento perfino del Sindaco (citato in uno dei commenti, ndr).

“Sul gruppo social facebook “Sei di Pomezia se…”, venuto agli onori della cronaca per avere oltre 25.000 iscritti”, si legge in una nota da poca giunta in redazione, “ieri è comparsa una sterile polemica su un preavviso contravvenzionale annullato da un agente durante la fase di pagamento di un ticket. In una discussione che ha anche visto molti commenti di apprezzamento per l’operato della Polizia Locale di Pomezia, ci sono stati alcuni commenti pesanti da parte di alcuni profili, tra cui dei palesi fake”.

L’OSPOL CSA Organizzazione Sindacale della Polizia Locale – Coordinamento Sindacale Autonomo invita ad esprimere le critiche nei confronti delle forze di polizia senza inutili frasi di dileggio nei confronti delle donne in divisa ed evitando qualsiasi riferimento alla violenza nei confronti degli operatori di polizia. Rammentiamo che l’offesa al decoro ed all’onore delle persona può comportare azioni legali in sede penale e civile, che questa organizzazione supporta. Invitiamo l’Amministrazione Comunale, visto che anche il Primo Cittadino era citato nel post ad una efficace azione di comunicazione e tutela a difesa dell’onorabilità dei lavoratori della Polizia Locale”. 

Clicca qui per leggere il post incriminato.

 

 

 

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