C’è una frenata significativa su quella che è stata definita da molti come una vera e propria “colata di cemento” che a Pomezia dovrebbe interessare l’area sulla Via del Mare, tra Colli di Enea e Sedici Pini. Parliamo del Parco Alba Lavinium, una sorta di quartiere “ponte”, definito dalla passata Amministrazione come «un’area naturalistica di congiunzione tra la Città e il complesso di beni archeologici, storici e paesaggistici della Tenuta di Pratica di Mare».
Una vicenda complessa che nasconderebbe però obiettivi molto meno nobili di quelli appena citati; come per esempio i 100 mila metri cubi di edilizia residenziale da realizzare su lotti oggi agricoli della Famiglia Borghese (non a caso la questione interesserebbe molto da vicino anche l’antico Borgo); di questo Parco si parla nel Documento Preliminare d’Indirizzo approvato dalla Giunta Fucci e propedeutico alla realizzazione del nuovo piano urbanistico della città per aggiornare il Piano Regolatore risalente agli anni ’70. Piccola parentesi: l’immagine tratta dal DPI e riguardante il caso in oggetto riporta già le sagome degli edifici della lottizzazione, che però non dovrebbero essere riportate su un piano urbanistico generale dato che queste ultime vengono predisposte soltanto a piano regolatore approvato. Ma andiamo avanti.
Ebbene, oggi il Sindaco di Pomezia – che pure aveva fatto parte della scorsa amministrazione – da noi interpellato sul tema, puntualizza alcuni aspetti. E, a dirla tutta, sembrerebbe frenare su quanto contenuto nei passaggi relativi alla realizzazione del Parco Alba Lavinium.
Uno dei passaggi più controversi presenti all’interno del Documento Preliminare d’Indirizzo predisposto dalla precedente amministrazione del M5S riguarda la realizzazione del Parco Alba Lavinium (ambito 7): molti la definiscono una “colata di cemento”, una lottizzazione da 100 mila metri cubi che porterà benefici soltanto ai privati. Non solo: sarebbe anche in contrasto con la Legge regionale volta a limitare gli interventi volti al consumo del territorio specie se agricolo. Lei cosa risponde?
«Nella fase di programmazione – dichiara Adriano Zuccalà – come peraltro illustrato in diverse occasioni, si è considerata l’opportunità di trovare delle soluzioni per poter ricucire un quadrante territoriale interessato da diversi punti critici. Escludo a priori che nel territorio venga eseguito un intervento che possa favorire i soli privati e senza un ritorno per la città. Sul punto colgo l’occasione per precisare che è di prossima approvazione un regolamento che va proprio a normare e quantificare quello che è il ritorno alla pubblica utilità negli interventi edilizi. Partendo da regole chiare per tutti, ogni intervento sarà opportunamente valutato mettendo al primo posto sia l’interesse pubblico sia i benefici della collettività, aspetti che dovranno essere concreti e tangibili».
«Per quanto riguarda il progetto proposto dalla società Alba Lavinium, lo stesso è oggetto di confronto che ormai dura da diversi mesi e di una cosa sono certo, se venisse confermato l’intervento previsto, non sarà alle condizioni conosciute fino ad oggi; infatti, come anticipato, l’elemento dirimente della questione sarà il peso specifico sia dell’interesse pubblico che della qualità della vita dei cittadini».
(Ampio approfondimento sul numero cartaceo di agosto)