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Pomezia, gruppi consiliari, insorge Stazi: “Regolamento M5S antidemocratico e di parte”

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Il Consigliere comunale di minoranza appartenente a Forza Italia, il Dott. Alessandro Stazi, critica aspramente la maggioranza pentastellata sul caso riguardante la formazione dei gruppi consiliari in Consiglio comunale a Pomezia (critiche sul tema erano arrivate anche dall’ex Sindaco Fucci giusto qualche giorno fa).

Per l’esponente di FI il regolamento targato 5 stelle è “antidemocratico” oltre che ad essere “palesemente di parte. “Dopo aver ascoltato in Consiglio Comunale, ed aver letto poi, una serie di strumentali ed ipocrite affermazioni fatte da alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle in merito al diritto di rappresentatività dei capigruppo consiliari in consiglio comunale”, scrive il consigliere di minoranza, “in qualità di consigliere comunale neo eletto, ritengo sia opportuno e doveroso fare alcuni chiarimenti, soprattutto verso gli elettori che mi hanno dato fiducia”.

Scrive allora Stazi: “Tra le varie dichiarazioni ascoltate spiccano in particolare alcune in merito a quanto siano importanti per il M5S i valori e le regole e quanto sia sbagliato un eventuale “utilizzo personale delle Istituzioni”, principi da me condivisibili, peccato però che quando si parla di regole per la formazione dei gruppi consiliari contenute nell’art. 20 del Regolamento del C.C., ci si dimentica di un passaggio che prevede la formazione di gruppi consiliari soltanto se composti da almeno 3 componenti (comma 3), e che il gruppo consiliare può essere formato anche da un solo consigliere qualora appartenga ad una lista presentatasi singolarmente alla tornata elettorale (vedi M5S) e non in coalizione con altre liste (comma 4)”.

E ancora: “Il precedente regolamento prevedeva invece la possibilità di rappresentatività di un gruppo consiliare anche con un solo consigliere, qualora eletto però in una lista presentatasi alla tornata elettorale”.

“Ebbene, è a mio avviso importante sapere che questa modifica al regolamento, antidemocratica e di parte, è stata creata appositamente nella passata legislatura dall’attuale sindaco, Adriano Zuccalà che, quando era Presidente del Consiglio Comunale ha creato a vantaggio esclusivo del M5S, con la piena e scientifica consapevolezza che il M5S ne avrebbe tratto vantaggio perché si presenta sempre singolarmente alla tornata elettorale, e che di conseguenza avrebbe penalizzato tutti coloro che si sarebbero presentati in coalizione”.

“Di Fatto, il risultato è stato che con questa nuova regola di “partecipazione democratica” ideata dal Movimento 5 Stelle sono rimasti penalizzati soltanto ed esclusivamente i gruppi consiliari dell’opposizione che, per avere un capogruppo, dovrebbero trovare un accordo ed unirsi a gruppi di tre anche se con idee e principi politici diversi tra loro”.

“Liste civiche con partiti politici nazionali, partiti di destra con partiti di sinistra (Forza Italia, Lega Lazio, Fratelli d’Italia, Partito Democratico) e Liste Civiche di diversa estrazione politica (Pomezia Domani, Essere Pomezia e Lista Fucci), che si sono presentati alle amministrative anche in coalizioni diverse; e comunque da questo marasma amministrativo rimarrebbero orfani i due consiglieri Mengozzi e Schiumarini, che così non sarebbero mai rappresentati da un Capogruppo in consiglio Comunale”.

Ridicole, false e strumentali sono poi le affermazioni fatte in merito allo “sbilanciamento della presenza della minoranza rispetto alla maggioranza” nelle commissioni consiliari che invece rimarrebbe inalterata”.

“In conclusione penso che, la “questione democratica” invocata dalla minoranza, e che ha determinato anche la mia protesta in Consiglio Comunale, sia legittima a prescindere dagli errori fatti nel passato e che, se vi è consapevolezza di errore, le regole vanno riviste e corrette nel vero rispetto degli elettori e della reale partecipazione democratica”.

“Sono alla mia prima esperienza politica e, come faccio nella mia professione medica, vorrei dare del mio meglio per questa Città che con rispetto mi ha adottato”, conclude quindi la nota.

LA REPLICA DEL MOVIMENTO 5 STELLE

In un post su Facebook di due giorni fa i grillini avevano precisato e ribadito la loro posizione sulla questione. 

“Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza sulla questione della composizione dei gruppi consiliari a Pomezia. La minoranza si rifiuta di rispettare il regolamento di funzionamento del consiglio comunale il quale prevede che i gruppi consiliari devono essere composti da minimo 3 consiglieri e che una soglia diversa e inferiore è possibile solo in due casi: qualora il gruppo consiliare sia formato da un consigliere eletto in una lista che si è presentata da sola alle elezioni e non in coalizione e nel caso del gruppo misto. A conferma di quanto detto si è espresso anche il segretario generale, interpellato dal Presidente del Consiglio, che di fatto ha invitato tutti i consiglieri comunali al rispetto delle regole. Stiamo assistendo alla fiera dell’assurdo con rappresentanti delle istituzioni comunali che da poco eletti già cercano di violare il chiaro regolamento vigente e minacciano, a danno della cittadinanza, il blocco dei lavori consiliari. È singolare che sia proprio il consigliere ed ex sindaco Fabio Fucci, a proclamarsi capopopolo di chi vuole violare le regole, visto che il regolamento oggi in vigore è stato approvato nella scorsa consiliatura da lui compreso, e che la questione non riguarda nemmeno la formazione del suo gruppo già costituito da tre persone. Quale sarebbe la logica che vede ora divisi gli stessi partiti che fino a pochi giorni fa erano in coalizione a supporto del loro candidato sindaco e quindi di un unico programma elettorale? Quale sarebbe la logica della formazione di GRUPPI consiliari formati da una SINGOLA persona, se non la voglia di protagonismo e la ricerca di un titolo che nulla aggiunge ai diritti di ogni consigliere comunale eletto? Da parte nostra abbiamo già espresso la disponibilità a rivedere il regolamento al fine di ristabilire una serena convivenza tra tutte le forze politiche, nonostante l’attuale regolamento non pregiudichi in alcun modo i lavori del consiglio. L’atteggiamento di chiusura espresso dalle minoranze consiliari si configura alla stregua di un ricatto gravissimo nei confronti della cittadinanza, che eleggendo i suoi rappresentanti in consiglio, ha scelto persone che dovrebbero portare avanti un programma elettorale e non consiglieri alla ricerca di onorificenze”.

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