Fucci torna sui due mandati, e lo fa pubblicamente, utilizzando il proprio profilo pubblico su Facebook.
“Sui #DueMandati – scrive il primo cittadino – condivido un interessante articolo di Marco Travaglio pubblicato su Il Fatto Quotidiano di ieri. Riassume quelli che sono i pensieri e le idee che ho diffuso rispondendo alle domande dei giornalisti in questi giorni. In questi giorni si è parlato tanto delle mie dichiarazioni sulla famosa “regola dei due mandati” del M5S e di cosa intendo fare quando avrò esaurito il mio attuale incarico da Sindaco di Pomezia.
Facciamo un po’ di ordine: partiamo dal fatto che io continuo a credere nei principi che hanno spinto alla nascita del M5S. Dieci anni fa, ai tempi del primo V-DAY, tutti noi che ci riconoscevamo nei temi portati avanti da Beppe Grillo dicevamo: “La politica non è una professione”, “Due legislature e poi a casa!”. Tutto condivisibile, anche se all’epoca si parlava di eletti in Parlamento e non si pensava minimamente che poi saremmo entrati anche nei Consigli comunali e avremmo governato le Città.
Le due legislature si intendevano allora come dieci anni di attività in Parlamento (https://it.wikipedia.org/wiki/V-Day). Dieci anni, appunto, come durata di un ciclo politico. Dieci anni, come disposto dalla legge che si applica ai comuni, il testo unico degli enti locali:
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Art. 51 (1)
Durata del mandato del sindaco, del presidente della provincia e dei consigli. Limitazione dei mandati.
1. Il sindaco e il consiglio comunale, il presidente della provincia e il consiglio provinciale durano in carica per un periodo di cinque anni.
2. Chi ha ricoperto per due mandati consecutivi la carica di sindaco e di presidente della provincia non è, allo scadere del secondo mandato, immediatamente rieleggibile alle medesime cariche.
3. È consentito un terzo mandato consecutivo se uno dei due mandati precedenti ha avuto durata inferiore a due anni, sei mesi e un giorno, per causa diversa dalle dimissioni volontarie.
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Ora, venendo al mio caso specifico, la stretta e rigida interpretazione della “regola dei due mandati” mi impedirebbe una nuova candidatura a Sindaco di Pomezia con il M5S. E’ bene specificare, però, che il mio primo mandato, svolto da Consigliere comunale, è iniziato nel 2011 e durato poco più di un anno. Pertanto a mio avviso non può essere considerato un mandato completo.
In questi anni sono stato spesso portato ad esempio nel M5S per i risultati conseguiti e i meriti guadagnati sul campo. “Fucci il Sindaco incorruttibile”, “Fucci il Sindaco che ha risanato il bilancio di Pomezia”, “Fucci il Sindaco che fa vincere a Pomezia il premio delle pubbliche amministrazioni e dei comuni virtuosi”. I meriti di questi grandi successi non sono certamente solo miei, ma non si può certo rinnegare il mio contributo. Meritocrazia, la tanto sognata meritocrazia che anche il M5S propone come modello, vorrebbe che chi ha raggiunto questi risultati possa continuare ad operare con continuità per raggiungerne altri e proseguire il buon lavoro fatto.
Ahimé questo non succede. Il M5S si è già detto pronto a gettare al vento le competenze e l’esperienza che ho acquisito da Sindaco in nome di una rigidità illogica, inopportuna e che denota mancanza di lungimiranza, affermando il principio: “Avanti un altro e ricominciamo daccapo”. Il punto non è tanto la capacità o meno del nuovo candidato del M5S di fare il Sindaco, non sta a me dirlo. E’ la prospettiva che è rovesciata: al centro di tutto si mette una regola che applicata ai Comuni fa acqua da tutte le parti, e non si mette al centro la Città, i cittadini, quello che loro vogliono o possono volere dopo 5 anni di buona amministrazione.
E’ per questo che dico che Pomezia ne riceverebbe un danno.
Vedo una grande ipocrisia in questa rigidità della “regola dei due mandati”, perché questa non mi permette di ricandidarmi in una carica elettiva come quella da Sindaco ma mi permette invece di rivestire un incarico di nomina come quello di assessore, di sottosegretario, di dirigente di una società pubblica oppure di capo di gabinetto. In sostanza si affermerebbe il principio secondo cui se sei stato bravo non puoi sottoporti al giudizio dei cittadini tramite il loro voto, ma puoi ricevere un incarico, sempre rimanendo nel M5S, deciso da pochi amministratori pubblici.
Voglio quindi chiarire alcuni aspetti emersi in questi giorni.
Non voglio certamente campare di politica. Se volessi farlo accetterei quegli incarichi di nomina non elettivi che mi sono stati proposti. Addirittura l’incarico da capo di gabinetto di un importante ente pubblico che mi è stato offerto, e che ho rifiutato, prevedrebbe uno stipendio più che raddoppiato rispetto a quello da Sindaco. No, grazie! Non sto cercando un lavoro nella politica.
Ciò che voglio invece fare è, se i cittadini me ne daranno ancora l’opportunità, proseguire per altri cinque anni il lavoro iniziato a Pomezia, che ha bisogno di continuità, esperienza e determinazione.
Lo sapevo fin dall’inizio che regola era questa, certo, e infatti sono mesi che tento di aprire un dibattito all’interno del Movimento – un dibattito che non è pubblico ma esiste da tempo – per confrontarci sulla realtà dei Comuni, sulle innegabili differenze tra i Consiglieri comunali e i Sindaci e i Parlamentari e i Senatori, sulla necessità di fare una scelta di responsabilità nei confronti di chi amministra bene, valutando caso per caso, applicando la regola con il buon senso. Spesso è stato fatto nello stesso M5S: quando una regola, nei fatti, si dimostra dannosa si può modificare. Eppure ho ricevuto solo silenzi o secchi NO. Mi accusano di tradire i valori del M5S? Di autoescludermi? Tutt’altro: io sono un Sindaco del Movimento, lo ero a Rimini e lo sono oggi, perché non ho tradito alcun valore, ho governato in piena condivisione di intenti con il M5S, realizzando il programma con cui sono stato eletto, sposando i principi di un Movimento che aspira oggi a governare il Paese. Ciò che faccio è solo contestare quella che ritengo una rigidità inappropriata per il caso di Pomezia.
Cosa intendo fare quindi?
In primo luogo è mia intenzione portare a termine, fino alla fine del mandato, il programma con cui i cittadini di Pomezia mi hanno eletto nel 2013. Desidero poi dare continuità ai successi e ai risultati che Pomezia ha visto in questi 5 anni e vorrei farlo, se i cittadini me ne daranno ancora l’opportunità, da Sindaco, mettendo a frutto l’esperienza e la competenza acquisita in questo mio primo mandato.
In questi anni ho imparato una cosa su tutte: i cittadini, le associazioni, i comitati, le aziende, i lavoratori non sono soltanto gli interlocutori principali di un Sindaco, sono la realtà con cui incontrarsi, confrontarsi, a cui dare risposte, a cui pensare quando è necessario fare delle scelte, anche difficili, darsi delle priorità. Sono quindi loro che devono esprimere un giudizio sulla mia Amministrazione e io sono convinto di avere la precisa responsabilità politica di lasciare che siano proprio i cittadini a valutare”.
Ma la lunga dichiarazione del sindaco ha scatenato la reazione proprio coloro che in questi anni non solo gli sono stati vicini e hanno supportato le idee di Fucci e di tutto il Movimento 5 Stelle.
“Fabio, con il rispetto della nostra amicizia mi permetto di intervenire – scrive Mario D’Alterio – Leggere che tu “continui a credere nei principi che hanno spinto alla nascita del M5S” lascia molto perplessi sulla corrispondenza con i fatti. Il tuo pensiero iniziale stride con il resto della tua dichiarazione, per dei semplici motivi:
1. La regola dei due mandati era ed è tuttora legata proprio dall’impedire a chiunque di fare della politica una professione;
2. tutti i candidati, all’atto della sottoscrizione del documento di accettazione alla candidatura nel M5s, dichiarano di non aver svolto più di un mandato, a qualsiasi livello (e non viene minimamente menzionata la durata dello stesso);
3. un altro principio fondante dei due mandati era ed è di garantire nel tempo un costante ricambio degli eletti (questo consente anche di impedire “strani” legami che si possono intrecciare anche a livello comunale); nel frattempo, chi svolgeva una carica elettiva doveva formare chi era all’esterno e facilitarne il successivo ingresso.
Tutto questo tu lo sapevi e sono convinto che lo sai ancora.
Pertanto, non ci sono appigli su cui si può giustificare la tua scelta, che – ripeto – è strettamente personale, finanche legittima.
Ma è doveroso e opportuno rammentare che il tuo gesto va contro ogni logica e principio del M5S.
Inoltre, non meno importante, la tua decisione crea un danno non indifferente a tutto il M5S. E su questo credo che ne sei consapevole anche tu.
Concludo con un appello ai cittadini di Pomezia (mia città di origine e con cui sarò sempre legato): se volete proseguire nel percorso iniziato nel 2013, che fatto rinascere la città, se volte continuare a sostenere un progetto per il bene della comunità e del territorio, dovete confermare la fiducia nel gruppo di persone (eccezionali!) che in questi anni si è sacrificata e ha lavorato alacremente, con dedizione e passione, affinché si realizzasse un sogno, oggi realtà.
“Sono le idee che devono andare avanti, non le persone”.
Inserire il limite temporale alla regola dei due mandati è, di fatto, improponibile. La ragione è questa: se nei due mandati si fanno ad esempio 6 anni (3+3 o 5+1), il terzo, per stare nei 10 anni, deve essere di 4 anni, e quindi significa dimettersi prima del 5° anno”.
“Come attivista M5S Pomezia e cittadino attivo a 360° – aggiunge invece Paolo Fiorentini – posso affermare in completa certezza che l’elezione di Fucci nel 2013 ha portato al nostro Comune il grandissimo vantaggio di interrompere il consueto malaffare partitico, ma dal punto di vista Amministrativo, la sua gestione è stata assai deludente.
Motivo per il quale, nei prossimi 5 mesi M5S Pomezia lavorerà sodo, per strutturare un programma che eviti gli errori e le incompetenze di fucci e di alcuni suoi intimi collaboratori; per costruire un quinquennio amministrativo di vera apertura ai cittadini attivi e finalmente di quella qualità non pervenuta con Fucci stesso”.
“Non lo fare Fabio – consiglia Emiliano Bondielli – lascia il posto ad un altro, hai fatto bene il tuo lavoro, non rovinare tutto. Cosa farai quando ti serviranno due o tre voti per andare avanti, ti piegherai come la logica partitica insegna da sempre? Lascia il posto a qualcuno che come te porterà avanti il buon lavoro che hai incominciato, il coraggio non sta nell’intestardirsi e tirare avanti, ma nel lasciare il testimone ad altri ed essere fieri del buon lavoro fatto”.
Sulla stessa linea Gaetano Furio: “Stai mettendo in discussione una regola che hai accettato quando ti sei candidato la prima volta. Le ambizioni personali non sono contemplate all’interno del M5S”.
Ancora più diretta Claudi Negri: “Caro Sindaco, ho creduto in te come rappresentante del Movimento, ti ho votato, stimato, ho apprezzato il tuo operato e….difeso da tutti quelli che dicevano “vedrai che si rivelerà come tutti gli altri politici…” ed eccoci qui.
Io credo nel Movimento perché c’è una grande sinergia di buone idee ed ottime soluzioni, i rappresentanti sono gli esecutori che le mettono in campo (e tu ne hai data ampia dimostrazione). Forse il tuo ragionamento non è del tutto illogico ma la regola non può essere modificata ora. In questo momento abbiamo bisogno di onestà, di regole ferree di credere in una ideologia e non in un singolo uomo.
Di regole fatte a personam ne siamo pieni ed il risultato purtroppo è innegabile (vedi Renzi, Boschi e Berlusconi). I meriti che hai raccolto ti saranno riconosciuti per sempre…come per sempre sarà ricordata la tua uscita da questo mandato. Ti prego, non tradire i tuoi elettori”.
Più dure le parole di Walter Spirito: “Fabio, il programma non le persone due mandati e basta. Ora ti inventerai una scusa per uscire e farti mandare via come Pizzarotti? Così come sei stato bravo ad imparare le competenze anche un altro lo farebbe e magari prima con i tuoi consigli. Comportandoti così dimostri di essere attaccato alla poltrona e danneggi tutto il m5s. Siete entrati dentro per cambiare il sistema non per cambiare il m5s quindi non dire che credi negli ideali del m5s non sei credibile”.
Ancora più pesante Giulio Del Forno: “Ah, funziona così il dibattito interno? Hai provato a far modificare la regola, non ci sei riuscito e te ne sei andato sbattendo la porta. Non credi che il progetto Pomezia, condotto in modo lodevole da te e dalla tua squadra (assessori, consiglieri, attivisti e cittadini), possa continuare con un altro sindaco del MoVimento?
Serve Fabio Fucci per amministrare la città o serve un progetto di città e un’amministrazione onesta e competente che va al di là dei nomi?
Chi è veramente del MoVimento crede nella seconda opzione, il MoVimento si fonda anche sulla condivisione delle proprie conoscenze e delle proprie capacità. Ergo, se Fabio Fucci ha lavorato veramente bene, ed io ritengo sia così, ha sicuramente trasmesso agli altri della sua squadra ciò che lui sa fare, come gli altri avranno trasmesso qualcosa a lui.
Caro Fucci, mi dispiace ma nel MoVimento è così che funziona, tu lo sapevi benissimo e lo hai accettato finché ti faceva comodo.
Chiudo con una citazione, citazione che unisce un po’ la mia passione calcistica con la mia visione politica: Il MoVimento non è importante, è l’unica cosa che conta!”.
Di messaggi su questi toni ce ne sono poi tanti, tantissimi altri: tra questi ci sono anche quelli di qualcuno che difende la posizione di Fucci, ma la percentuale è davvero bassa.
Tutti i commenti possono essere letti qui, sotto il posto originale del sindaco: https://www.facebook.com/fabiofuccipomezia/posts/1987617234859310