Ormai è ufficiale. Il sindaco di Pomezia, Fabio Fucci, lancia la sfida ai prossimi candidati sindaco di Pomezia e al suo presidente del consiglio Adriano Zuccalà, oltre che – clamorosamente – a quel Movimento 5 Stelle che gli ha fatto scoprire la politica da “governatore”. Le parole di Fucci, rilasciate a due quotidiani nazionali, non lasciano ombra di dubbio e confermano i suoi commenti postati nei giorni scorsi su Facebook e le risposte date ad alcuni cittadini sempre attraverso i social network, mezzo preferito del Primo Cittadino per la comunicazione istituzionale.
Fucci ha deciso di superare la ferrea regola del terzo mandato, vietato dal Movimento 5 Stelle, candidandosi a capo di una lista civica. In questo modo, dopo Zuccalà e Aquino (anche lui a capo di una lista civica), sarebbe il terzo nome per la corsa alla poltrona di Sindaco di Pomezia. Adesso c’è da vedere se Fucci, con la sua lista, recluterà altri membri attuali del Movimento 5 Stelle, sottraendo così voti ai grillini, e – cosa ancora più importante – se questa volta deciderà – altra questione vietata da Grillo – alleanze con altre liste o partiti.
Di certo la sua scelta non sorprende più di tanto, visto che da mesi Fucci si batte per poter mantenere il suo ruolo di Sindaco. Ma il Movimento non ha voluto cambiare le regole per Fucci, cosa che ha spinto il sindaco a dire che non è lui a rinunciare al M5s, ma quest’ultimo a volersi privare di lui. “Non ho chiesto di stravolgere la regola, ma di applicarla con ragionevolezza. Il mio primo mandato da consigliere è durato poco più di un anno,quindi non è completo». I vertici per ora tacciono perché gli riconoscono dei meriti. In questo momento il M5S sta cercando disperatamente di valorizzare competenze ed esperienze acquisite sul campo: io ho governato bene e per questo mi ricandido per un terzo mandato”.
La sua decisone divide il Movimento 5 Stelle, e non solo a livello locale. Ma che all’interno del M5s di Pomezia ci fossero profonde spaccature, con almeno 3 correnti diverse, era nell’aria già da qualche mese: a parte la forte divisione tra il gruppo – non troppo nutrito – che sostiene Fucci e quello che invece spinge Zuccalà, una terza parte di simpatizzanti si è allontanata riaprendo il gruppo “Amici di Grillo Pomezia e Torvaianica”. Meet up, incontri e convegni sulle problematiche del territorio a cui le altre due correnti neanche partecipano.
Questo ricorda molto i “vecchi partiti”, dove la voglia di protagonismo e l’attaccamento alla poltrona, oltre al convincimento – a volte anche giustificato – di essere migliore degli altri spesso provoca più problemi di quanti ne avrebbe dovuti risolvere. Le spaccature, la storia insegna, di solito avvantaggiano gli avversari.
E al momento il Movimento 5 Stelle mostra spaccature davvero profonde.
Lo dimostrano le parole di Fucci, critico verso tutti, a partire da Di Maio, troppo occupato con la sua campagna elettorale per dare ascolto al sindaco di Pomezia, per proseguire con Zuccalà, la cui esperienza di consigliere e di presidente del Consiglio non è paragonabile con quella di Primo Cittadino (Fucci però dimentica che, prima di diventare sindaco, era stato un “semplice” consigliere, neanche presidente del consiglio, e per soli pochi mesi, quindi aveva ancora meno esperienza di Zuccalà).
Le parole di Fucci mettono sicuramente in imbarazzo molti, nel Movimento: tutti quelli che hanno creduto in “uno vale uno”, “la politica non deve diventare un mestiere”, “due mandati e poi si torna a fare quello che si faceva prima”, “noi non siamo come i politici attaccati alla poltrona ma vogliamo il bene del paese e dei cittadini”.
Restando sul tema poltrone, Fucci non si dimetterà dal suo incarico di vicesindaco di Città Metropolitana, neanche uscendo dal Movimento 5 Stelle: l’unica che può revocare il mandato – parole di Fucci – è Virginia Raggi.