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Pomezia: ecco perché le scuole sono sporche. Ma continuano i disagi per gli studenti

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Ha fatto clamore la notizia pubblicata due giorni fa circa le azioni intraprese dal Sindaco di Pomezia in merito alla situazione sanitaria in due scuole del territorio, la San Giovanni Bosco e la Margherita Hack di Pomezia.

Il Primo Cittadino non ha esitato a parlare di “emergenza relativamente alle precarie condizioni igieniche in cui versano gli istituti” scrivendo al Direttore del Ministero dell’Istruzione, alla Asl Roma 6 e ai Dirigenti scolastici per avere immediati sopralluoghi al fine di “ripristinare le normali condizioni igieniche”. 

Sul piede di guerra troviamo genitori e mamme, esasperati da tale situazione (e il problema non riguarderebbe soltanto le due scuole menzionate) e soprattutto non più disposti a mandare i propri figli in scuole sporche. Come capita spesso in queste situazione poi, ai problemi se ne aggiungono altri: arriva infatti la testimonianza di una mamma il cui figlio non ha potuto prendere parte alle lezioni in quanto soggetto allergico, vicenda questa accaduta in un altro istituto del territorio, di cui per il momento preferiamo non menzionare il nome. Insomma un vero e proprio caos che non sembra destinato ad una facile risoluzione.

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SCUOLE SPORCHE: COSA C’E’ DIETRO?

In queste situazioni si sa, non c’è mai un unico responsabile. Attualmente, parte della situazione, può essere imputata allo stato di agitazione del personale addetto alle pulizie. La protesta, di cui ancora non c’è però una comunicazione ufficiale, sta montando intorno ad alcuni nodi cruciali: ritardi nei pagamenti degli stipendi, organico insufficiente, e lo spettro delle procedure di licenziamento

A Pomezia le lavoratrici (ex Lsu) rientrano nella Cooperativa 2001 finanziata direttamente dal Ministero dell’Istruzione e rientrante nel sistema d’appalti nazionale (Consorzio Nazionale dei Servizi): 18mila lavoratori sparsi per tutta Italia e tanti, tantissimi problemi. “Siamo vittime anche noi di questa vicenda“, sottolineano le lavoratrici che comunque assicurano che i servizi minimi, come la pulizia dei bagni, sono sempre garantiti . “Abbiamo un futuro incerto e pochissime garanzie. Siamo costrette a fare dei turni di lavoro estenuanti, con stipendi bassi e che arrivano per di più in ritardo”. Un profondo disagio insomma, che si rifà anche alla gestione delle mansioni da svolgere durante le 7 ore, tra fornitura di servizi in supporto al personale scolastico, come la pulizia dei locali, o altre attività. Oggi dovrebbe svolgersi un incontro con l’azienda: nel pomeriggio, in tal senso, dovremmo saperne di più.

 

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