Pomezia, Soprintendenza e l’Associazione Latium Vetus insieme per salvare Torre Maggiore. E’ stata siglata infatti la convenzione per la salvaguardia della torre medievale più bella della Campagna Romana.
Salviamo Torre Maggiore: ora c’è davvero un futuro per il monumento
Continua l’impegno per la salvaguardia del complesso medievale di Torre Maggiore nel Comune di Pomezia. La Soprintendenza archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale e Associazione Latium Vetus hanno infatti siglato, nelle scorse settimane, una convenzione che si prefigge questo obiettivo.
L’accordo “per la realizzazione di attività conoscitive di valorizzazione nell’area Metropolitana di Roma sulle emergenze architettoniche ed archeologiche costituite dai casali, e dalle torri della Campagna Romana”, siglato dai due enti, risponde ai programmi di ricerca attualmente in corso presso la Soprintendenza, in funzione della tutela archeologica, paesaggistica e monumentale, con particolare riferimento alla tutela del complesso monumentale di Torre Maggiore in località Santa Palomba a Pomezia.
Va infatti detto che è in corso di elaborazione il progetto tecnico di fattibilità del restauro del complesso medievale, realizzato con fondi della programmazione ordinaria del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
Latium Vetus: «Complesso di Torre Maggiore luogo simbolo della campagna romana»
«Dopo l’apposizione del vincolo paesaggistico, su 2000 ettari dell’Agro tra i comuni di Pomezia ed Ardea, confermato lo scorso ottobre 2019 dal Consiglio di Stato, continua l’impegno del MiBACT e degli uffici della Soprintendenza, supportati dall’Associazione Latium Vetus, nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio culturale della Campagna Romana», dichiara l’Ass. Latium Vetus.
«Il complesso medievale di Torre Maggiore è un luogo simbolo del suburbio romano tanto da costituire la scenografia di una delle prime scene del film “Uccellacci e Uccellini” girato da Pier Paolo Pasolini. Si tratta di un antichissimo “castrum” costituito da molteplici edifici, fra i quali la torre medioevale, che con i suoi 34 metri d’altezza risulta essere la più alta e la più evocativa della Campagna Romana, circondata da un antemurale merlato, opere del XII secolo, risalenti al tempo delle scorrerie di Federico Barbarossa nella Campagna Romana e nei Castelli Romani, che sorgono su una precedente domusculta dell’VIII secolo d. C. dedicata a Sant’Edistius», prosegue la nota.
La torre seppure miracolosamente scampata alle devastazioni e all’abbandono degli ultimi secoli e ai tragici fatti della Seconda guerra mondiale, versa in gravi condizioni di conservazione e necessità di complesse opere di manutenzione che la Soprintendenza sta indagando proprio attraverso l’elaborazione dell’attuale progetto di restauro.
«L’Associazione Latium Vetus sarà impegnata, a carattere gratuito e volontario, ai fini della buona riuscita del progetto, in attività di supporto logistico, di ricognizione e di ricerca e reperimento del materiale storico, fotografico, documentale e nella redazione di relazioni a carattere storico e topografico, archeologico, monumentale e paesaggistico», chiosa l’Associazione.