Nuovi sacrifici chiesti ai lavoratori della Fiorucci. E’ questo l’allarme lanciato dal Partito Comunista dei Castelli Romani. “Nel 2017 la multinazionale spagnola ha licenziato il precedente amministratore delegato, ex Parmalat, e ha piazzato un suo uomo spagnolo alla guida della società. Purtroppo i risultati sperati non sono assolutamente arrivati”, esordisce la nota del partito.
Oltre ai problemi già noti, per il Partito Comunista ci sarebbero delle strategie aziendali – anche per ciò che concerne la produzione alimentare – sbagliate e che a pagarne il conto sarebbero nuovamente i dipendenti.
“Sono stati chiesti ai lavoratori ulteriori sacrifici – continua la nota – con il raddoppio dei contratti di solidarietà da tre a sei giorni al mese, tanto per iniziare, tanto per cominciare ad ammortizzare i danni delle ricette sbagliate. Adesso è ormai evidente a tutti che la firma dell’accordo truffa con l’azienda è stato un clamoroso errore, poiché tutti i sacrifici imposti ai lavoratori (riduzione di orario, di salario e di diritti) sono stati assolutamente inutili”.
“La verità – sottolinea ancora il Partito Comunista – è che la Fiorucci sta sempre di più esternalizzando le fasi della produzione, comprando prodotti finiti da etichettare con marchio Fiorucci piuttosto che materie prime da lavorare. Anche un bambino capirebbe che in questo modo si comprimono i margini e la redditività, si riduce il lavoro in azienda e si arriva sicuramente ad un altro anno di pesanti perdite, che saranno – come sempre – riciclate con operazioni di transfer pricing nel bilancio consolidato mondiale della multinazionale spagnola/messicana”.
“Parallelamente alcune produzioni, come quella dei wurstel, sono state spostate in Spagna, chiarendo le vere politiche che stanno attuando gli spagnoli ai danni delle produzioni degli stabilimenti italiani, togliendo il lavoro ai lavoratori della sede di Santa Palomba. I risultati disastrosi delle politiche del nuovo amministratore delegato della Fiorucci sono sotto gli occhi di tutti i lavoratori: la maggior parte degli impianti di produzione vengono spenti e la produzione è ferma”.
“Il Partito Comunista dei Castelli Romani è a fianco dei lavoratori Fiorucci, che sono preoccupatissimi per le dissennate e fallimentari politiche della direzione aziendale, dettate solo dagli interessi della multinazionale spagnola. I lavoratori della Fiorucci devono rialzare la testa (come alla SDA corrieri di Pomezia) e devono bocciare gli accordi truffa e di svendita sottoscritti dai sindacati collaborazionisti (come in Almaviva, come in Alitalia), costruendo un sindacato di classe e collegando la loro lotta a quella delle altre realtà romane.
Polemiche a margine, infine, anche nei confronti dei Sindacati definiti “collaborazionisti” e lontani dai reali interessi dei lavoratori.