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Pomezia, cause sempre agli stessi avvocati, Comune diffidato: «Rivedere elenco e requisiti»

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Avvocati a Pomezia, ora è scattata anche una diffida. L’atto è partito dall’avvocato Francesco Falco e prende di mira l’albo dei legali di fiducia dell’ente pometino che, secondo il togato, e «in virtù del disciplinare, art. 11, risulta illegittimo, per essere l’iscrizione nello stesso da parte degli avvocati, cessata di validità al 30 aprile 2017». Dopodiché Falco chiede di provvedere all’approvazione di un nuovo regolamento, in «linea con la normativa vigente e le linee guida dell’Anac» e di «accertare i requisiti di iscrizione in capo agli avvocati presenti». Ma andiamo con ordine.

La missiva, un atto di diffida stragiudiziale, è stato fatto recapitare al Sindaco Adriano Zuccalà, agli Assessori della Giunta Comunale, al Segretario Generale del Comune di Pomezia, al Presidente della Commissione di Controllo e Garanzia, al Dirigente del Settore Finanziario e per conoscenza alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri nonché al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati Di Velletri. 

La questione è molto sentita a Pomezia: le ultime due amministrazioni a guida 5 stelle sono state criticate da un lato per l’eccessivo ammontare delle spese legali (oltre 700mila euro da gennaio a settembre 2018 ad esempio), dall’altro per il ricorso da parte di Piazza Indipendenza sempre agli stessi togati, talvolta anche quando non c’erano i requisiti. Un nome su tutti ritorna poi ciclicamente: quello dell’avvocato Luigi Leoncilli, depositario di ben una causa su due tra quelle in cui è coinvolto il Comune di Pomezia. 

Ebbene, ora l’avvocato Falco chiede provvedimenti. Il legsale diffida l’ente di «ad adempiere a quanto disposto nelle Linee Guida, n° 12, approvate dall’ANAC, con delibera 907, del 24/10/2018, e rimuovere le preclusioni insite nel Disciplinare per la gestione dell’albo comunale degli avvocati di fiducia, in quanto incostituzionali, illegittime e lesive degli interessi legittimi e, dunque, provvedere all’approvazione di un nuovo regolamento, in linea con la normativa vigente e le linee guida ANAC richiamate». 

Avvocati a Pomezia: le linee guida da applicare

Ed ecco le linee guida che, secondo Falco e sulla scorta degli atti prodotti dall’Anac, il Comune dovrebbe adempiere. Tali prescrizioni devono seguire pertanto  «il principio di economicità (principio di comparazione e accertamento della congruità ed equità del compenso); di efficacia (congruità degli atti posti in essere dalle amministrazioni); di imparzialità (valutazione equa ed imparziale dei concorrenti); parità di trattamento (eguaglianza formale rispetto all’accesso, al volume di informazioni, ad i criteri di selezione)».

E ancora: «Trasparenza (imparzialità riguardo alle procedure di selezione); proporzionalità (proporzionalità nel formulare i principi di partecipazione all’oggetto ed l valore dell’appalto); pubblicità (garantire i mezzi più adeguati all’accesso, in tempo utile, a tutte le informazioni necessarie e relative agli affidamenti, ai sensi dell’art. 17 codice contratti pubblici)».

Prosegue poi Falco sulla questione degli incarichi ai medesimi destinatari: «la stazione appaltante “garantisce altresì, l’equa ripartizione degli incarichi, onde evitare il consolidarsi di rapporti solo con alcuni professionisti” (di nuovo il riferimento non può che andare a Leoncilli). I “conflitti di interesse” nell’esecuzione dell’incarico conferito all’avvocato sono regolati dal codice deontologico forense (si veda in particolare l’art. 24, ai sensi del quale, tra l’altro, l’avvocato deve astenersi dal prestare attività professionale quando questa possa determinare un conflitto con gli interessi della parte assistita e del cliente o interferire con lo svolgimento di altro incarico anche non professionale); in caso di costituzione di un elenco di professionisti, la valutazione dell’esistenza di una situazione di conflitto di interesse in capo al professionista va effettuata al momento dell’affidamento del contratto, al fine di evitare una ingiustificata restrizione della libertà di iniziativa economica del professionista, il quale sarebbe altrimenti costretto a rinunciare, a priori, a qualsiasi incarico di patrocinio legale contro la stessa amministrazione per la mera aspettativa di un futuro incarico di difesa o di consulenza con la medesima amministrazione».

Sulla base di quanto sopra scritta l’avvocato ha dunque diffidato il Comune «ad accertare i requisiti di iscrizione e, per l’effetto, rivedere l’elenco degli avvocati iscritti nell’albo comunale, anche alla luce di eventuali violazioni del disciplinare e delle eventuali responsabilità professionali ipoteticamente commesse da alcuno degli avvocati che hanno ricevuto incarichi e, conseguentemente, ad ottemperare, nell’eventualità di comprovate inadempienze, alle sanzioni previste dal disciplinare, ai provvedimenti previsti comunque dalla legge, anche in relazione all’accertamento delle responsabilità professionali ed al risarcimento dei danni, nonché alla trasmissione all’Autorità Giudiziaria Penale, Competente per territorio, nel caso sussistano ipotesi di dichiarazioni non corrispondenti alla realtà e/o altre ipotesi di reato». Fissata anche la deadline: 30 giorni, dopodiché «in mancanza verranno adite le competenti Autorità Giudiziali».

 

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