Non si placano le polemiche riguardo i costi dell’acqua a Pomezia. Le bollette, arrivate dopo più di un anno di “latitanza”, si sono rivelate in alcuni casi dei veri e propri salassi, anche se con la possibilità di una rateizzazione in 4 mesi.
Le tante proteste hanno spinto il Comune nei giorni scorsi a pubblicare una nota informativa per dar conto di quanto accaduto: “Il 15 dicembre 2016 il Consiglio comunale di Pomezia ha deliberato l’atto di indirizzo per il trasferimento della gestione della rete idrica del Comune di Pomezia da Edison Distribuzione ad Acea Ato2, passaggio esecutivo dal 31 dicembre 2016. La convenzione tra il Comune di Pomezia ed Edison Distribuzione sarebbe scaduta il 31 dicembre 2018, ma Edison ha richiesto l’uscita anticipata dal momento che Pomezia era rimasto l’unico comune a livello nazionale gestito dalla stessa per la rete idrica. Dopo una serie di trattative si è giunti ad un accordo che ha previsto il passaggio anticipato da Edison ad Acea Ato2 in cambio della realizzazione di una serie di opere relative all’estensione della rete di acqua potabile e dei servizi di fognatura, già gestiti da Acea Ato2 (qui l’elenco opere realizzate —> https://goo.gl/d9R1hi) .In questi giorni è partita da parte di Acea Ato2 la prima fatturazione delle utenze del Comune di Pomezia che riguarda i consumi a far data dal 31 dicembre 2016″.
Poi una precisazione sugli importi: “E’ importante specificare che la Tariffa Unica del Servizio Idrico Integrato NON è stabilita dal Comune di Pomezia, bensì da ARERA (https://www.autorita.energia.it/it/index.htm) Autorità di regolazione per energia e reti e ambiente (ex AEEGSI) e applicata da Acea Ato2. La stessa tariffa – obbligatoria per legge – sarebbe stata applicata anche da Edison”.
QUALCOSA NON TORNA…
Ma raddoppio del costo a parte, sono tanti gli aspetti poco chiari della vicenda. Del resto “sull’acqua bene comune” di parole se ne spendono tante ma al momento dei fatti i governanti si dileguano; lo stesso Beppe Grillo, parliamo di lui dato che Pomezia è terra dei 5 stelle, scriveva nel suo Blog (era il 2013): “Lo ripetiamo ancora una volta: abbiamo vinto (il referendum del 2011, ndr), non si possono fare profitti sull’acqua”.
Ma di profitti se ne continuano a fare eccome e nel caso specifico di Pomezia c’è chi sostiene che l’uscita di scena di Edison avrebbe potuto rappresentare, solo per dirne una, un’ottima occasione per tornare (per davvero) a parlare di acqua pubblica. E invece no: da una multinazionale si è passati ad un’altra, che per inciso è del 51% del Comune di Roma (poi un 5% lo detiene Caltagirone e il 23% il gruppo francese Suez) ed è da poco finita nel mirino di un’inchiesta de l’Espresso per la sua gestione quantomeno anomala da parte dei grillini.
Ma non finisce qui. Gli importi elevati per i consumatori nascondono tutta una serie di altri problemi correlati: inviando la bolletta a distanza di un anno infatti, i cittadini non hanno potuto valutare se stavano eccedendo nei consumi, come sarebbe avvenuto con le bollette trimestrali, ritrovandosi soltanto con il conto finale; altri ancora sostengono che queste bollette “differite” abbiano, di fatto, impedito il diritto di scelta all’utente finale e così via.
Di conseguenza la domanda sorge spontanea: chi ci ha guadagnato da tutto questo?
Per cercare allora di fare chiarezza e capire se e come si può ricorrere contro questi aumenti, il movimento civico Progetto Comune Informa presieduto dall’avvocato Antonio Aquino e il comitato cittadino D’Avino Inform@ e il suo presidente Angelo D’Avino hanno organizzato l’assemblea pubblica “Acqua bene primario: vietato speculare”, che si terrà presso l’Hotel Enea di Pomezia sabato (domani, ndr) 20/01/2018 alle ore 16:00.
Tutti coloro che vogliono capire se ci sono gli estremi per presentare ricorso contro le bollette inviate da Acea sono invitati a partecipare.