Allarme diossina a Pomezia e zone limitrofe dopo che l’incendio ha distrutto la fabbrica di prodotti di plastica Ecox.
L’allerta, con l’invito a tutti a rimanere chiusi in casa con le finestre chiuse, interessa tutta l’area del litorale fino ad Anzio per il momento.
Le cause sono ancora tutte da accertare, intanto il comune di Pomezia ha disposto la chiusura delle scuole e di tutte le strutture industriali o produttive che si trovano nel raggio di due chilometri ed emanato l’invito per un accurato lavaggio dei prodotti alimentari prima del consumo visto che la zona è anche ad alta vocazione agricola.
La procura di Velletri ha aperto un’inchiesta e procede (a carico di ignoti) per incendio colposo. Il procuratore Francesco Prete ha affidato gli accertamenti al sostituto Luigi Paoletti ed il primo atto è stato quello di affidare all’Arpa l’incarico di monitorare l’aria, il suolo, il sottosuolo oltre alle falde acquifere.
Arpa Lazio è al lavoro proprio per capire la natura, la qualità e la quantità del materiale che sta bruciando in questa area che conta decine di aziende del ciclo dei rifiuti.
“I nostri tecnici sono lì per misurare la qualità dell’aria, che viene misurata sulle 24 ore – dichiarano dall’Arpa Lazio – Dovranno fare un confronto tra le 24 ore di oggi, quelle di domani, quelle di domenica per vedere che tipo di esiti ci sono – hanno spiegato da Arpa Lazio – Non è sicuro se le informazioni si avranno nel corso del weekend o se si va a lunedì. Entro lunedì dovremmo avere qualcosa”.
“Siamo molto preoccupati. E’ una situazione davvero brutta – ha ammesso il presidente di Legambiente Lazio – tra i rischi di una combustione di materiali plastici c’è l’emissione di diossina nell’aria con conseguenti danni alle vie respiratorie, ma non solo”.
Ad essere a rischio potrebbero essere anche colture e allevamenti perché “questi materiali bruciati non si disperdono con il vento ma si depositano al suolo“.
Disposto anche il trasferimento dalle abitazioni di tutti coloro che vivono nei pressi del luogo in cui si è sviluppato l’incendio per l’alto rischio di contaminazione da diossina.
Nel tardo pomeriggio la sindaca di Roma Virginia Raggi, in qualità di sindaca della Città metropolitana, dopo le indicazioni della Asl Roma 6, ha invitato i cittadini di 21 Comuni, “Nettuno, Anzio, Pomezia, Ardea, Velletri, Lavinio, Lanuvio, Genzano, Albano laziale, Ariccia, Nemi, Castel Gandolfo, Marino, Ciampino, Frascati, Grottaferrata, Rocca di Papa, Rocca Priora, Montecompatri, Monte Porzio Catone e Colonna, a tenere chiuse le finestre di abitazioni, scuole, uffici, strutture sanitarie e socio-assistenziali”.
La diossina è una sostanza tossica che si forma si forma attraverso fenomeni di combustione.
La diossina si deposita e penetra nel suolo e quindi contamina le coltivazioni, a loro volta vengono contaminati gli animali da pascolo e quindi anche la carne e il latte da essi derivati.
Negli ultimi anni le pecore sono diventate gli indicatori ambientali dell’inquinamento da diossine, infatti nelle aree piu’ a rischio, morivano in agonia, un numero impressionante di ovini, con conseguente preoccupazione degli abitanti di queste zone.
Ma quali sono allora i pericoli per la nostra salute?
Prima di tutto le diossine hanno un effetto cancerogeno potentissimo, soprattutto la 2378, ritenuta causa di linfomi e tumori ai tessuti molli, data la tendenza ad accumularsi nelle cellule adipose e, determina alterazioni epatiche, neurologiche e polmonari.
Molto diffusi sono anche i rischi cutanei, causando le “cloracne”, ossia delle eruzioni cutanee, generate dall’alterazione delle cellule epidermiche, in cui si è accumulata diossina.
La capacita’ di interferire con il funzionamento cellulare è stata evidenziata anche dall’alterazione sulle ghiandole endocrine, soprattutto tiroide, timo ed ipofisi, con un’azione pre-cancerogena, determinando uno squilibrio ormonale.
Uno degli effetti piu’ preoccupanti delle diossine è la capacita’ di indurre malformazioni genetiche fetali, di causare disturbi della crescita e dello sviluppo psicomotorio e di determinare sterilita’ e scarso sviluppo dell’apparato riproduttivo. Infatti nel monitoraggio effettuato negli ultimi anni, è stato preso in esame un campione tra i 16 ed i 64 anni, per stimare gli effetti manifesti delle diossine, nelle aree piu’ a rischio, al fine di trovare una soluzione definitiva, che salvaguardi la salute ed il futuro della popolazione.
Uno studio americano condotto nel 1994 dalla US Environmental Protection Agency (EPA) e successive ricerche scientifiche hanno sottolineato come alcune diossine siano fortemente cancerogene e quindi molto pericolose per la salute dei lavoratori e degli abitanti delle zone colpite.
Spesso la maggior parte degli abitanti colpiti riporta infiammazioni agli occhi, alcune persone subiscono degenerazioni della pelle – la cosiddetta cloracne – e gli effetti sulla salute generale sono ancora oggi oggetto di studio.
Ripercussioni anche di tipo ambientale con la contaminazione del territorio circostante perchè la diossina rilasciata in aria forma una nube tossica che i venti spostano nei comuni limitrofi.
Intanto la regione Lazio ha diffuso questa nota: “In seguito alla nube sviluppatasi a seguito dell’incendio al deposito di plastica di Pomezia, non si sono registrati ad ora, accessi nei Pronto soccorso degli ospedali del Lazio correlati a intossicazione. Fin ad ora l’Ares 118 è intervenuta solamente per portare soccorso a due vigli del fuoco, il primo a causa di un lieve malore e l’altro per una leggera distorsione al piede. E’ stato inoltre allertato l’Istituto zooprofilattico Lazio–Toscana per monitorare gli allevamenti presenti in zona”.