Disagi a Pomezia per l’iscrizione al tempo pieno ad una scuola primaria. Alcuni genitori infatti si sono ritrovati – se la situazione rimarrà invariata – a pochi giorni dall’avvio dell’anno scolastico senza la possibilità di poter usufruire dell’orario “lungo” per i propri figli come invece, sostengono gli stessi genitori, era stato assicurato loro nei mesi scorsi. Il che, è comprensibile, causerà problemi enormi sopratutto alle famiglie con entrambi i genitori lavoratori.
Ma andiamo con ordine.
«Durante le giornate di Open Day della Scuola (dicembre 2019 e gennaio 2020) era stato comunicato che per l’anno scolastico 2020/21 sarebbero state formate tre classi a tempo pieno e una classe a tempo normale e che se entro la fine di febbraio 2020 non avessimo ricevuto alcuna comunicazione era da intendersi che la nostra richiesta di iscrizione al tempo pieno era stata accolta», ci raccontano i genitori rimasti al momento fuori dal tempo pieno.
«Alcuni di noi, inoltre, avevano espresso la scuola come seconda o terza scelta, o, addirittura, non espressa; ma dopo la chiusura delle iscrizioni a causa dell’assenza dei posti nelle scuole di prima scelta e seconda scelta (o non espressa), erano stati dirottati presso questo istituto con chiara rassicurazione di essere stati inseriti nelle classi a tempo pieno».
Poi però qualcosa cambia. A fine maggio, con le iscrizioni già scadute, e dunque senza la possibilità di fare richiesta altrove, la Scuola, tramite circolare fa sapere «che la situazione si era capovolta e che l’Ufficio Scolastico Regionale aveva concesso una classe a tempo pieno e tre a tempo normale. Per sanare il sanabile, la Dirigente ha comunicato, tramite la stessa circolare, che avrebbe impiegato i docenti in organico di potenziamento per costituire una seconda classe a tempo pieno ma che, non potendo fare di più, 20 bambini sarebbero rimasti fuori dal tempo pieno e inseriti nelle classi a tempo normale».
I genitori “esclusi” incontrano la Dirigente
«A stretto giro – proseguono i genitori – il Dirigente ha convocato un incontro online con i genitori dei bambini esclusi. Durante tale incontro ci è stato mostrato un “elenco” compilato con criteri che non erano stati deliberati dal Consiglio di Istituto così come indicato nella già citata circolare che in quella parte fa riferimento ad un verbale (il n. 68 del Consiglio di Istituto) di cui è stato possibile prendere visione soltanto pochi giorni fa».
In pratica nella circolare in oggetto, che risale a fine maggio, troviamo menzionati soltanto una parte dei criteri effettivamente utilizzati e non si cita – aspetto questo invece presente soltanto in questo verbale numero 68 risalente addirittura al novembre scorso ma di cui i genitori sono entrati in possesso solo ora (perché infatti diffonderlo solo ora?) – il discrimine da adottare nell’eventualità di casi eccezionali come quello di un esubero rispetto ai posti disponibili (cosa che si è poi verificata).
E arriviamo al punto: «Per stessa ammissione della Dirigente, non avendo deliberato sufficienti criteri per dirimere le situazioni (molte) ex aequo, è stato utilizzato – citiamo – “il sotto criterio” della distanza chilometrica tra la residenza del nucleo famigliare e la scuola e il “buon senso” di privilegiare le famiglie che avevano espresso la scuola come prima scelta creando di fatto una sotto graduatoria per le seconde o terze scelte (o non espresse)».
Questo criterio si trova effettivamente scritto nel verbale 68 del Consiglio di Istituto ma i genitori, sostengono, non ne erano al corrente. Ma se così fosse, perché i genitori non sono stati informati di questa possibilità prima che scadessero i termini per le iscrizioni?
Ma andiamo avanti. «Durante lo stesso incontro – continuano i genitori – la Dirigente ha quindi comunicato che avrebbe avanzato richiesta a all’USR per la costituzione di una terza classe a tempo pieno in organico di fatto».
Di fatto, però, al momento, come confermato dagli elenchi pubblicati dalla scuola – solo in versione cartacea e non sul sito al momento – circa gli alunni ammessi al tempo pieno (peraltro con alcuni errori secondo i genitori: ad esempio manca il l’alunno numero 60 in graduatoria e gli studenti classificati “POST”, ovvero quelli provenienti da altri istituti, non sono stati classificati in base ai criteri adottati ma in ordine alfabetico) venti alunni sono rimasti fuori, accedendo soltanto al tempo normale.
«Per tutti questi motivi – concludono i genitori esclusi dal tempo pieno – chiediamo all’USR di potere attingere a tutte le risorse possibili affinché la Scuola abbia concessa, per l’anno scolastico 2020/21, una ulteriore classe a tempo pieno con le disponibilità dell’organico di fatto».