“Apprendiamo da notizie della stampa pubblicate il 4 giugno u.s. che la Giunta comunale di Ardea ha realizzato un evento presso la sala del Consiglio Comunale “Sandro Pertini” sui passaggi che in questa fase stanno caratterizzando l’Amministrazione Comunale di Ardea in materia di accessibilità, trasparenza e merito a seguito dell’entrata in vigore del D.Lgvo n°33/2013 relativamente agli atti amministrativi e gestionali prodotti dalla Amministrazione stessa, ovvero dalla ricaduta in termini anche di risultati misurabili o percepiti dalla comunità. L’iniziativa ovviamente non può che essere condivisa anche dalla UIL FPL, sindacato più rappresentativo dei lavoratori del Comune di Ardea, ma francamente appare incomprensibile come in momenti così qualificanti per l’attività lavorativa dei dipendenti non vengano invitati a partecipare proprio i loro rappresentanti eletti o delegati, che rappresentano il vero motore del cambiamento. Nella concezione evoluta di sistema aziendale i momenti di partecipazione debbono veder coinvolti tutti i soggetti che a vario titolo partecipano al cambiamento prospettato altrimenti il rischio è che i migliori intendimenti rischiano di naufragare proprio perché non condivisi. Purtroppo – per tornare alle vicende che più riguardano l’organizzazione del lavoro dei dipendenti comunali – riscontriamo proprio nel Comune di Ardea carenze che difettano in materia di motivazione, accessibilità, trasparenza e merito. Una breve cronistoria aiuterà a capire meglio. Due anni fa le Organizzazioni Sindacali in occasione del 150°anniversario dell’Unità d’Italia chiedevano all’Amministrazione Comunale di Ardea un impegno significativo per consentire di svolgere il lavoro ai dipendenti in una condizione di dignità e salubrità sia per gli ambienti di lavoro e si a per una diversa gestione delle risorse economiche fortemente squilibrata a vantaggio di pochi ed a svantaggio dei molti. Ebbene, passati due anni, francamente i risultati sono assai deludenti. Gli ambienti di lavoro permangono in gran parte privi dei requisiti di idoneità per lo svolgimento del lavoro e indecenti per accogliere la cittadinanza (la condizione in cui operano i servizi demografici e del Comando di Polizia Locale è sotto gli occhi di tutti), non si riesce ad acquisire il Documento di Valutazione dei Rischi connesso agli ambienti di lavoro che da oltre due anni è in gestazione con inevitabili conseguenze di natura anche penale per l’Amministrazione. Da oltre un anno è stato reiteratamente sollecitato la costituzione del Comitato Unico di Garanzia per la promozione del benessere organizzativo disposto dal Ministero per le Pari Opportunità, ma evidentemente il dirigente preposto continua a fare orecchie da mercante con le inevitabili ripercussioni in termini di sanzioni amministrative e disciplinari cui dovrà rispondere. Merita poi una speciale menzione il paradosso della gestione delle risorse economiche per il trattamento economico del personale. La venuta dei dirigenti, su cui peraltro non si è mai definito un contratto decentrato ai sensi di legge, avrebbe dovuto comportare risparmi da investire sulla produttività collettiva ed individuale proprio per consentire a tutto il personale di legare una parte significativa della retribuzione al raggiungimento di specifici obiettivi misurabili e conoscibili anche dai cittadini. Bene, nonostante la venuta di un nuovo assessore al personale, sebbene più volte sollecitato, lo stesso si è ben guardato da rimuovere incrostazioni d’inefficienza e spreco, riproponendo delibere in cui i pochi fortunati scelti ad opera dello “spirito santo” vengono incensati con laute indennità (per 15 persone previste circa € 180.000) e per gli altri pochi spiccioli (per le altre 115 persone solo €115.000). Il tutto ovviamente senza preoccuparsi di analizzare preventivamente l’impatto di simili scelte con i rappresentanti dei lavoratori, evidente perché si è certi della giustezza dell’operato… Alla faccia della trasparenza e del merito! Potremmo continuare su altri poco edificanti esempi di decisioni assunte o non assunte in modo unilaterale (valga l’esempio della mobilità attivate spesso con il solo scopo di depauperare le competenze del personale invece che di rafforzarle, o l’incapacità di recuperare risorse dai risparmi di gestione) che stanno sempre più allontanando i lavoratori del Comune dai suoi Amministratori. Se qualcuno pensa di costruire una “casa trasparente” in queste condizioni evidente pecca di miopia politica. Non saranno un Segretario Comunale ed il Responsabile del Nucleo di Valutazione ad assicurare gli ambiziosi obiettivi e le legittime aspettative dei cittadini, ma l’intero gruppo di persone che quotidianamente opera a contatto dei cittadini. Sia chiaro che comunque la UIL FPL farà il suo dovere fino in fondo per consentire alla comunità di Ardea di fruire dei servizi comunali in un ottica di crescente qualità, ma non rinuncerà alla tutela dei molti lavoratori che rischiano di essere messi alla berlina di un sistema che predica bene ma razzola ancora assai male”.
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TRASPARENZA AD ARDEA, I DUBBI DEI SINDACATI
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