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TAGLI AI SERVIZI SOCIALI, IL NO DEL PRC

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“No ai tagli dei servizi sociali”. E’ questo l’imperativo lanciato da Anna Mirarchi, segretario del circolo PRC-Federazione della Sinistra di Pomezia, che si mobilita insieme al suo partito contro la proposta di legge dell’Assessore alle Politiche Sociali della Pisana, Aldo Forte, titolata “Sistema Integrato degli Interventi, dei Servizi e delle Prestazioni Sociali per la Persona e la Famiglia nella Regione Lazio”.

“Il PRC-Federazione della Sinistra – ha dichiarato la Mirarchi attraverso una nota stampa – esprime grande preoccupazione per le conseguenze della proposta di legge Forte in materia di servizi alla persona e alle famiglie che consideriamo iniqua e accentratrice . La creazione delle Oasi – Organismo per le Azioni Sociali Integrate – che accentra le funzioni e ridisegna un territorio molto ampio e dispersivo con conseguente disgregazione della rete territoriale faticosamente costruita in questi anni, rende sempre più difficile lo sviluppo del servizio sociale territoriale e la sostanziale impossibilità di realizzazione dell’integrazione socio-sanitaria”. Ma il problema non è solo questo, sottolinea Anna Mirarchi. “Lo standard fissato è di un solo assistente sociale ogni 10mila abitanti, nonostante sia ormai ovunque considerato acquisito il parametro minimo  di un assistente sociale ogni 3/5000 abitanti. Questa legge indebolisce poi il ruolo dei piccoli Comuni e dei Municipi, con il conseguente smantellamento del distretto socio-sanitario quale area territoriale di riferimento”. Altre criticità, secondo il PRC-Federazione della Sinistra, sono il “forte ridimensionamento della concertazione e del dibattito con le parti sociali, la sottovalutazione della funzione sociale e professionale svolta da assistenti sociali, psicologi e operatori socio-sanitari, considerati dalla proposta di legge alla stregua di “semplici erogatori di prestazioni” e l’attacco ai consultori pubblici tramite gli emendamenti inseriti dalla consigliera Tarzia, che contengono tutto il peggio della sua precedente  proposta di legge già bocciata dalle stesse donne, perché viola la legge 194 dello Stato e rappresenta un attentato al loro diritto alla salute e all’autodeterminazione”, oltre al “taglio drammatico dalla Regione ai Comuni, che riduce le già magre risorse dei Piani di zona e, nell’intero Lazio, spazza via l’idea stessa di Livelli Essenziali di Assistenza, taglia servizi a oltre 250.000 persone e causerà la perdita del posto di lavoro per migliaia di operatori sociali”. “Chiediamo – conclude la Mirarchi – di individuare strumenti e risorse adeguate per realizzare un welfare locale efficiente, efficace e sostenibile,  di eliminare l’impianto accentratore e, attraverso un’analisi collettiva, individuare i bisogni, restituire responsabilità e partecipazione alle amministrazioni locali, al terzo settore e a tutte le comunità interessate. Chiediamo al Consiglio Regionale impegno e attenzione al sistema dei servizi sociali partendo dall’allocazione, nel bilancio regionale, delle risorse necessarie a garantire i livelli essenziali di assistenza e il consolidamento dei piani sociali di zona”.

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