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RISPOSTA DEL DIRETTORE AL LABORATORIO POLITICO

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Questo pomeriggio ho ricevuto una lettera da parte del Laboratorio Politico. Probabilmente, vista la scarsa considerazione che i firmatari hanno della sottoscritta e dell’intero giornale, non avranno pensato che il loro scritto sarebbe stato pubblicato per intero, senza alcuna omissione. Questo perché il mio – e ripeto mio – giornale non è vicino, così come possono intendere loro, né alla destra né alla sinistra, tant’è vero che chi è del centrodestra mi accusa di “comunismo” e chi appartiene al centrosinistra mi taccia di essere di estrema destra. A prescindere da eventuali mie idee politiche, che vi assicuro che con quello che a Pomezia viene spacciato per politica non hanno nulla a che fare, io posso dire di essere una giornalista senza virgolette, in quanto ho studiato per diventarlo, ho fatto la mia gavetta e sono dovuta sottostare ad un esame ed al giudizio di una commissione per poter prendere la tessera di iscrizione all’Albo. Ma voi potete definirvi in piena coscienza dei politici che con umiltà si sono messi a disposizione della gente? O anche voi, come quasi tutta la classe politica, avete pensato a coltivare il vostro orticello, badando bene a gettare le erbacce in quello del vicino? Quando ho parlato di manifesti messi nei secchioni ed in tutti i posti dove potevano entrarci non mi riferivo solo ai “vostri” manifesti, ma a quelli di tutti, perché questo “vizietto” di sporcare la città ce l’hanno tutti i partiti o pseudo tali, soprattutto in fase di campagna elettorale. Voi chiedete ai cittadini di rispettare le leggi e siete i primi a non farlo: affiggere dei manifesti abusivi non solo porta degrado e sporcizia alla città, ma elude anche al pagamento delle tasse sulla pubblicità.\n\nI firmatari, in sede di consiglio, mi sembra appartengano a due diversi partiti, La Rosa Bianca ed il Nuovo PSI, che non si chiamano “Laboratorio Politico”, quindi non reputo scorretto dire che in Consiglio questo non è rappresentato a livello ufficiale. Certo, il passaggio di casacche è un’altra peculiarità dei politici, ma non lo è certo dei giornalisti in genere, che solitamente sono fedeli al loro modo di lavorare. Non sono mai stata vicina al “potere”, così come mi accusate: posso anche avere rapporti amichevoli con le persone – di destra o di sinistra che siano – ma non con la loro veste ufficiale. Infatti, nonostante io scriva su questo territorio ormai da 21 anni (ho iniziato a Il Tempo nel 1989 e D’Avino lo dovrebbe sapere, visto che era lui a chiedere favori a me) non ho mai chiesto, né avuto nessun vantaggio da alcun politico. Gli “ovvi motivi”, quindi, li potete conoscere voi che ci siete abituati, non io che sono una semplice giornalista. Infatti, per mandare avanti il mio giornale, lavoro in un call center per poco più di mille euro al mese, firmo gli assegni a nome mio e non ricevo sovvenzioni da parte di politici o presunti tali. Quindi non permetto a nessuno di dire che la stampa, se si parla della sottoscritta, stia vicina al potere. In questi 10 mesi di giornale ho attaccato la destra e la sinistra, mai senza fondatezza, ma sempre sulla base dei fatti e con la maggiore obiettività possibile. Ovvio che tutte le “porcherie” che possono essere state fatte in questi lunghi anni (quindi con al Governo tante persone diverse, tra cui anche qualcuno che appartiene a questo Laboratorio Politico), se sono state fatte, non le conosco o non ne ho la prova certa e la relativa documentazione, altrimenti le avrei pubblicate. Accostarvi ad una grande come Anna Politkovskaya (a proposito, avete anche sbagliato a scrivere il suo nome) è veramente una responsabilità, che io non mi sarei mai presa. Infatti io non mi reputo, né mai l’ho fatto, una paladina delle minoranze, ma mi sembra che neanche voi lo siate. Non mi sarei mai permessa neanche di parlare di “Verità” con l’iniziale in maiuscolo, perché questa parola, scritta così, mi fa pensare a tutt’altro, a qualcosa che sta molto al di sopra di me e di tutti. Nel mio giornale cerco solo di dare voce alla gente più che ai politici e forse è questo che può dar fastidio. Perché, alla fine, è la gente quella che va a votare.\n\nRicambio i cordiali saluti\n\nIl direttore Maria Corrao\n\nP.S. Avrei risposto con lo stesso tono a chiunque – e di qualsiasi partito – mi avesse scritto quello che voi avete mandato, quindi non reputatevi dei privilegiati.\n\nDi seguito il testo integrale della lettera di Salfi e D’Avino\n\nRiferimento articolo del 12/07/2010 apparso sul Giornale “il Corriere della Città”\n\nCara “giornalista” dobbiamo notare che nonostante la sua presenza nel Consiglio Comunale del 08/07/2010, dove all’ordine del giorno era inserito l’Approvazione del bilancio Preventivo Esercizio Finanziario 2010, qualcuno dei consiglieri di “maggioranza” ha chiesto ai Consiglieri presenti se il manifesto che era in preparazione del Laboratorio politico aveva una paternità rappresentata nell’Assise Comunale.\n\nIn quell’ occasione i Consiglieri di opposizione Pietro Salfi e Angelo D’Avino hanno manifestato la loro appartenenza al Laboratorio Politico.\n\nQuindi ,cara giornalista, capiamo che la stampa è sempre più vicina a chi amministra il potere,per ovvi motivi.\n\nMa come dimenticare chi ha dato voce anche alle minoranze (ricordo Anna Politkovskay) anche se queste per poter manifestare i loro pensieri hanno attaccato le loro grida su “cassonetti e paline”.\n\nLa storia ci ha insegnato che i nostri padri hanno tappezzato un intero teatro di volantini sui quali era scritto “Viva V.E.R.D.I.”, quindi ogni mezzo è giustificato per gridare e far conoscere a tutti il proprio pensiero e le illegalità che regnano in una società, grande o piccola che sia, realtà municipale o realtà nazionale.\n\nCerto, si capisce che, portare avanti le voci delle minoranze non è cosa semplice, ma talvolta nelle piccole voci c’è tutta la “Verità”.\n\nCordiali Saluti\n\nF.to Pietro Salfi\n\nF.to Angelo D’Avino

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