Il 6 Marzo, nella seconda riunione, la Commissione constata nuovamente l’assenza del Dirigente, che ha inviato una nota con la quale giustificava per l’assenza della volta precedente a causa di motivi improcrastinabili, ma non dava spiegazioni per quella in corso. La Commissione quindi invia una nuova convocazione al dirigente, fissando l’appuntamento per il 12 Marzo. Ma, caso strano, anche questa volta il Dirigente non si presenta. I membri della Commissione, deprecando il comportamento di Giancotti, chiedono che gli Organi preposti, informati dell’accaduto dalla copia del verbale della Commissione stessa, assumano le determinazioni di loro competenza e chiedono il supporto degli Uffici Finanziari, che si dimostrano disponibili, per poter compiere una prima verifica di carattere contabile.
Il 16 Marzo c’è la quarta riunione, ma ancora una volta non c’è Giancotti, che stavolta ha inviato un certificato medico per giustificare la sua assenza. Nei dieci giorni di intervallo, la Commissione ha ricevuto dagli Uffici Finanziari un fascicolo con i documenti relativi al 2009, che dimostrano come il III settore, a vario titolo, abbia affidato incarichi a tecnici e società. Ma tra questi documenti mancano quelli inerenti agli incarichi affidati alla società TAE, non disponibili in quanto sottoposti all’attenzione dell’autorità giudiziaria, che sta svolgendo una sua indagine in merito. Durante la riunione i commissari ed il presidente riconoscono il ritardo con cui il lavoro sta procedendo a causa dell’assenza del Dirigente, che prosegue nel non inviare i documenti richiesti.
Il 21 Marzo c’è una nuova riunione, alla quale partecipa, su invito, l’Assessore alle Finanze Antonio Maniscalco, ma i lavori sono rimandati a data da destinarsi perché Giancotti ha inviato un nuovo certificato di malattia.
L’assenza dell’incontro del 30 Marzo, invece, risulta ingiustificata, così come quella del 13 Aprile, quando mancano ormai solo 10 giorni alla scadenza dei termini per la presentazione della relazione da parte della Commissione. Il Presidente della Commissione, Omero Schiumarini, fa nuovamente notare che gli unici documenti acquisiti, di sola natura contabile, sono quelli forniti dall’Assessorato alle Finanze, che vengono comunque analizzati, anche se in modo parziale proprio a causa dell’indisponibilità della documentazione propria del III Settore.
Passiamo quindi alle conclusioni prese dalla Commissione che, “nel constatare l’impossibilità ad adempiere pienamente al mandato ricevuto dal Consiglio Comunale, deve prendere atto che il principale organismo di indirizzo politico e di controllo dell’Ente non è riuscito ad esercitare le prerogative attribuitagli dalla legge e dall’ordinamento”. “E’ da ritenersi gravissimo – prosegue il documento – che delle attività poste in essere dall’Amministrazione (…) possano astenersi dal rendicontare circa la propria attività o peggio ancora di eludere il controllo. (…) L’esiguità dei documenti disponibili è insufficiente a ricostruire fedelmente l’attività amministrativa e di gestione del III Settore Attività Produttive e la Commissione (…) non ha potuto valutare l’efficacia, l’efficienza, l’economicità e la qualità dei risultati ottenuti”. Ma la cosa grave è la frase successiva. “I servizi affidati ad esterni, anche se inseriti tra gli obiettivi posti, sembrano privi di opportune azioni di valutazione, sono tra loro simili e coincidenti anche con l’attività amministrativa degli uffici del III Settore o, peggio, di altri settori. (…) Nel tempo le consulenze e l’affidamento a terzi da parte del III Settore sono cresciute esponenzialmente, assumendo un carattere economicamente rilevante per le finanze dell’Ente”. E non aver potuto comprovare la validità o, in alcuni casi, addirittura l’avvenuta esecuzione o il raggiungimento dei risultati programmati rende il tutto ancora più grave e sospetto, rappresentando “motivo di particolare preoccupazione riguardo a possibili danni prodotti all’Ente”.
La Commissione, non potendo fare altro, rimette quindi il mandato ricevuto, dando facoltà al Consiglio Comunale di rinnovarlo qualora lo ritenesse necessario. E vedendo il riepilogo parziale di alcuni incarichi la necessità c’è eccome: si tratta di cifre che vanno, solo per le consulenze ed incarichi vari, da un minimo di 23 mila euro ed un massimo di 848 mila euro, per un totale parziale di 3 milioni e settecentomila euro.
Che sia questa una delle “emorragie” a cui si riferiva Omero Schiumarini qualche mese fa? La prosecuzione dei lavori da parte della Commissione d’inchiesta è stata votata all’unanimità, con la speranza che il perdurare del comportamento del Dirigente Giuseppe Giancotti possa essere sanzionato in qualche modo, obbligandolo alla consegna dei documenti richiesti.
Ora tocca ad un’altra vicenda spinosa, quella della riscossione tributi da parte dell’Andreani. Ma per quella c’è tempo, visto che il consiglio, dopo l’approvazione del primo punto, si è sciolto per mancanza del numero legale.