“La verità sui lavoratori a tempo determinato del Comune. È la legge che ne limita l’assunzione”. Queste le parole del sindaco di Pomezia Fabio Fucci, pubblicate sul suo profilo ufficiale Facebbok, che hanno fatto infuriare i sindacati. “Il 9 gennaio scorso si è tenuta presso il Tribunale di Velletri la seconda udienza del processo che vede coinvolti 5 dipendenti di Polizia Locale a tempo determinato contro il Comune di Pomezia per la mancata assunzione a tempo indeterminato dopo essere risultati vincitori di concorso. Il Giudice non ha emesso una sentenza ma ha rinviato la decisione al 5 maggio prossimo – prosegue il Primo Cittadino – Il Giudice ha sentito le ragioni dell’avvocato del Comune e ha rinviato la sentenza al fine di disaminare la giurisprudenza richiamata dall’Ente a sostegno delle proprie ragioni, afferenti le disposizioni normative che vincolano gli enti pubblici a procedere alle assunzioni a tempo indeterminato esclusivamente in relazione alle cessazioni del personale di ruolo (decreto legge n. 78 del 2010 confermato con il decreto n. 90 del 2014). In sostanza, il Giudice, anziché emettere una sentenza-fotocopia delle precedenti, questa volta ha “preso tempo” per esaminare la giurisprudenza che afferma un principio chiaro: non è il comune, non è il sindaco che NON VUOLE assumere. Semplicemente è la legge che LIMITA FORTEMENTE la facoltà di assumere di ogni Ente Locale. Chi dice che “il sindaco non vuole assumere i precari del Comune di Pomezia” o è in malafede oppure non conosce la Legge. Per noi la legge non è un dettaglio. DURA LEX SED LEX”. Ma queste parole non sono piaciute affatto alla Federazione Italiana Lavoratori Funzione Pubblica CGIL, che ha replicato con un comunicato stampa. “Il commento che il sindaco di Pomezia ha postato sul proprio profilo Facebook in relazione al rinvio dell’udienza presso il tribunale di Velletri delle lavoratrici e dei lavoratori a tempo determinato vincitori di concorso a tempo indeterminato è quantomeno stravagante – sostengono dal sindacato – Secondo il sindaco il rinvio equivale ad una vittoria delle ragioni da lui rappresentate, in buona sostanza dal suo punto di vista gli basta che il giudice prenda del tempo per dire che ha vinto lui. Ci sembra però un’espressione di debolezza, di nervosismo; quel nervosismo forse deriva dalla consapevolezza che questo contenzioso grava pesantemente sulle casse del comune e potrebbe determinare un danno erariale, come sottende perfino il Dipartimento della Funzione Pubblica”.
Per la FILFP il sindaco con questo commento “commette diversi gravi errori:
- offende il giudice che l’ha condannato bollandolo come colui che emette sentenze fotocopia;
- vuol far credere che un rinvio è l’emissione di una sentenza (caro sindaco un rinvio è semplicemente un rinvio che può essere dato per molte ragioni);
- utilizza il rinvio per dire che non è per colpa sua ma sono le leggi che gli impediscono l’assunzione”.
“Se fosse vera quest’ultima affermazione – prosegue la CGIL – ritirerebbe immediatamente la delibera del 24 dicembre sulla mobilità in entrata, cioè l’assunzione di dipendenti da altri comuni invece di attingere dalla graduatoria, quella delibera insomma da noi ribattezzata ammazza-precari. Se veramente il sindaco vuole dimostrare che sta dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori precari deve fare una cosa semplicissima, già autorizzata dal Dipartimento della Funzione Pubblica, cioè la proroga triennale dei contratti a tempo determinato. La realtà purtroppo è che in questo paese manca la visione del pensiero lungo e si continuano a fare dichiarazioni di convenienza, poco importa se verranno smentite dopo poco. Ma questo è un vecchio/nuovo vizio della politica, della peggior politica”.