Lavori con affidamento diretto da parte di un dirigente del Comune di Pomezia per un ammontare totale di circa 1 milione di euro nel 2013 ed altri 800 mila dal 1 dicembre al 3 ottobre del 2014. È quanto denuncia oggi Pietro Angellotto, ex sindaco di Pomezia, attraverso il protocollo di una lettera indirizzata al sindaco, al presidente Commissione Trasparenza, al Segretario Generale Responsabile Trasparenza ed Anticorruzione, all’Autorità Nazionale Anticorruzione, al presidente del consiglio e ai consiglieri Comunali, nella quale si chiede la rotazione degli incarichi per prevenzione anticorruzione. “Per maggiore chiarezza ed al fine di utilità al funzionamento del piano anticorruzione”, si legge nella lettera, “si fornisce puntuale elenco delle determine assunte dal Dirigente ai LL.pp. nell’anno 2013 con affidamento diretto: Det. N. 122-42-130-131-220-235-90-315-277-262-382-369-311-212-229-383–367–290–123-174–43–480–408–44-312-497-492-498-499-335, per un importo totale di circa 1.000.000 di €uro , di cui circa 450.000 € per lavori di manutenzione stradale (determine in grassetto) precisando che le Determine n. 43 e n. 44 sono state assunte lo stesso giorno, il 1/2/2013. Mentre nell’anno 2014 le determine assunte fino al 3 ottobre sono: Det. N.137-130-229-227-247-248-250-252-209-222-230-173-131-175-191-171-134-61-137-297-207-50-51-287- a mezzo delle quali venivano affidati direttamente lavori per circa 800.000 €”.
“È curioso – scrive l’ex sindaco, che precisa di aver scritto in qualità di “cittadino ed elettore” – che nessuno noti il fatto specifico”, ricordando che “la società Logos P.A. durante il corso di formazione tenutosi il 2 dicembre ai dipendenti del Comune di Pomezia ha evidenziato un esempio sullo spacchettamento degli appalti come modo non corretto di operare”.
Angellotto entra poi nel merito di alcune determine degli anni precedenti. “Chiedo di verificare se sia stato conforme alla legge affidare senza avviso pubblico, con det. dirigenziale n. 260 del 20/11/2008, allo stesso progettista del primo lotto l’incarico del 2° lotto, visto che si trattava di nuovo progetto. Chiedo altresì di verificare se sia stato corretto affidare l’incarico, come avvenuto, con determina dirigenziale n.67 dir/12 del 2012, direttamente senza bando, visto che si trattava di nuova progettazione e che il tecnico incaricato non era più dirigente del Comune. Chiedo inoltre agli intestatari, ciascuno per la propria competenza, di verificare la conformità alla previsione legislativa del procedimento amministrativo relativo al 2° lotto scuola elementare Don Bosco, laddove dopo aver lasciato trascorrere oltre un anno dalla ricevimento del progetto e nella consapevolezza che il relativo finanziamento sarebbe scaduto il 30/10/2009, si bandiva la gara il 29/9/2009 – la quale si concludeva il 10/12/2009 – e l’anno successivo si faceva firmare il contratto e si consegnavano i lavori, con danno all’amministrazione per €. 165.196,56, come da esposto già in possesso dell’amministrazione Comunale”.
“Chiedo infine di verificare – prosegue il documento protocollato oggi – se sia competenza del Dirigente prorogare, con la sola determina n.34 DIR/7, del 29/5/2014, il servizio di trasporto pubblico, scaduto il 31/12/2013, visto che l’anno passato la proroga era stata effettuata con i poteri della Giunta, n. 141/2013, dal Commissario Prefettizio”.
“In questo Comune si fa solo una ottima teoria – scrive Angellotto – si approva un ottimo piano triennale anticorruzione e trasparenza, perfetto copia incolla, ma nella pratica disatteso, per le segnalazioni di cui sopra. La delibera Giunta Municipale 149/2014, riferita a tutti i dirigenti, recita testualmente: “a – elusione delle regole di evidenza pubblica, mediante l’improprio utilizzo del modello procedurale dell’affidamento mediante concessione o di altre forme di affidamento diretto, laddove invece ricorrano i presupposti di una tradizionale gara di appalto; b – frazionamento artificioso degli appalti finalizzato ad eludere la norma sulla soglia limite per l’uso della procedura negoziata o delle procedure”. Il Sindaco di Pomezia con deliberazione Giunta Comunale, n. 141/2014, riallocava 39 dipendenti comunali (su un totale di 337), precedentemente aveva spostato un dirigente, e nelle sedute di consiglio comunale n. 32 e n. 55 giustificava i trasferimenti effettuati con le seguenti espressioni: “omissis… perché la normativa anticorruzione ci obbliga a ruotare il personale, … rotazione necessaria nell’ufficio tecnico … 7 procedimenti penali in quell’ufficio”. Chi ha assistito, come me, sarà rimasto basito e potrebbe aver pensato, alla luce delle dette affermazioni, che bene avesse fatto il Sindaco unitamente alla Giunta a fare quegli spostamenti. Non entro nel merito degli spostamenti, ma credo che il Sindaco dovrebbe rileggersi la delibera n.141 (dove non si parla di legalità, trasparenza, anticorruzione) e, quindi, ridare dignità ai dipendenti trasferiti. Faccio notare, sommessamente, che nessun dipendente è stato ruotato dal settore lavori pubblici in altri settori, né il fratello dell’imprenditore (uno di quelli fortunati che ottiene affidamenti diretti) né tantomeno il Dirigente che spacchetta sottosoglia e che sta lì sin dal lontano 2003, e, infine, neanche chi è stato condannato in primo grado. Estremamente deluso da questi giovani amministratori, onesti e volenterosi, che si stanno mangiando tutta la dote di fiducia, spero di vedere dopo la teoria la pratica, e in tempi brevi vedere applicati i principi della trasparenza e dell’anticorruzione. Io ho trovato solo alcune anomalie, ma probabilmente ce ne saranno altre: adesso il problema è tutto di chi ha responsabilità istituzionali”.