Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata questa mattina dall’avvocato Antonio Aquino, presidente dell’associazione Mens Libera, al sindaco di Pomezia Fabio Fucci in merito al Piano Particolareggiato Esecutivo di Torvaianica Alta.
“Egregio Signor Sindaco Fabio Fucci,
L’associazione Mens Libera, come già a suo tempo comunicatoLe, si occupa di problemi relativi al territorio Comunale ed avendo avuto notizia dai giornali locali e dalle pubblicazioni via web delle Sue iniziative circa l’azione di responsabilità, per 5 milioni di euro, nei confronti dei precedenti amministratori del consorzio per l’Università, nonché dell’avvio del procedimento di revoca del piano particolareggiato di Torvaianica Alta – Campo Iemini, lungi da noi da voler difendere quello di illegittimo che probabilmente è stato posto in essere in passato, ci poniamo delle domande, alle quali ci auguriamo Lei vorrà rispondere.
In relazione all’azione di responsabilità nei confronti degli ex amministratori del consorzio universitario, ci chiediamo, oltre ad accertare tutto quello che già sappiamo e che Lei e l’Assessore Dott.ssa Avesani avete meticolosamente ed in dettaglio appurato e riportato sulla carta stampata, a cosa servirà la causa? La città ed i suoi cittadini potranno recuperare i 5 milioni di euro dai responsabili? Auspichiamo di si, altrimenti l’azione legale sarà stata inutile ed i cittadini avranno solo speso ulteriori migliaia di migliaia di euro in spese legali.
Veniamo ora all’annullamento in autotutela del piano particolareggiato esecutivo denominato Torvaianica Alta – Campo Iemini, in variante al piano regolatore generale.
Orbene, anche in questo caso ci si chiede perché solo a distanza di circa due anni dall’insediamento in Comune dell’Amministrazione a 5 stelle si avvia il procedimento di annullamento del piano, seppure l’Assessore Filippone abbia dichiarato in un comunicato stampa (ripreso dal corrieredellacittà web): “uno dei primi procedimenti urbanistici su cui abbiamo concentrato l’azione di verifica e controllo …. l’analisi portata avanti mostra che il PPE in questione si basò su dati e presupposti non corrispondenti al vero impedendo l’equa e corretta ripartizione tra le aree destinate a servizi della collettività e le aree destinate all’edificazione privata”.
Noi comprendiamo gli enormi impegni che l’Amministrazione deve affrontare quotidianamente, però non possiamo che fare la seguente considerazione: questo ritardo ha consentito sicuramente ad alcuni privati ed imprese costruttrici di portare a termine edificazioni che secondo l’assunto dell’assessore non sarebbero dovute essere autorizzate. Quali provvedimenti saranno presi nei confronti di costoro?
Invece, altri cittadini ed imprese si sono viste negare, anzi sospendere il procedimento relativo al rilascio del permesso a costruire senza che ci sia un concreto annullamento del PPE. Quali provvedimenti saranno presi nei confronti di costoro in relazione al risarcimento di tutti i danni dagli stessi incolpevolmente subiti?
Ciò anche in considerazione del fatto che attualmente l’Amministrazione Comunale non è in grado di annullare un atto Regionale (approvazione del PPE – in variante al PRG) che vige da circa 5 anni, grazie anche ai due anni trascorsi da quando si è insediata l’amministrazione 5 stelle, producendo altresì un affidamento e/o un diritto acquisito in capo a quei cittadini ai quali oggi è negato il rilascio del permesso a costruire.
Infatti, l’art. 21-nonies, L. 241/90 prevede che i poteri di autotutela sull’atto amministrativo possono essere esercitati dall’organo che lo ha emanato… la Regione, non certo il Comune.
Inoltre, sempre lo stesso articolo impone all’amministrazione di tenere conto del consolidarsi degli effetti prodotti dal provvedimento in funzione del tempo trascorso dal momento della sua emanazione, nonché dell’affidamento che il privato in buona fede ha riposto sulla legittimazione degli atti assunti dalla stessa amministrazione.
Si aggiunga a ciò che la Giurisprudenza di legittimità (Cassazione S. U. n° 500 del 27/07/1999) oramai pacificamente ha previsto che la responsabilità per i danni patrimoniali comunque cagionati a privati muniti di valido titolo, travolto senza loro colpa dall’annullamento, graverebbe sull’amministrazione chiamata a risponderne direttamente.
Ci si chiede Signor Sindaco chi risponderà degli eventuali danni patrimoniali (parliamo di decine e decine di milioni di euro) provocati a questi soggetti travolti senza loro colpa dalla decisione di negargli il permesso a costruire, i quali hanno acquistato terreni, sottoscritto convenzioni con l’amministrazione ed in alcuni casi hanno già posto in essere opere di urbanizzazione e ceduto gratuitamente al Comune aree con destinazione a servizi, oltre a versare nelle casse dell’amministrazione cospicui oneri di costruzione.
I cittadini vogliono comprendere meglio la situazione ed avere maggiori garanzie che non siano sempre loro a pagare il conto salato, per scelte politiche ideologiche, con balzelli di tasse ed imposte che già deprimono il territorio e tutte le attività industriali e commerciali su di esso esistenti.
Ebbene, Signor Sindaco, i cittadini vorrebbero sapere se lei, prima di avviare tali azioni, abbia richiesto un parere legale e/o tecnico a soggetti specializzati su argomenti così delicati, come quello dell’urbanistica, chiaramente rendendo pubblico sia l’autore del parere, professionista specializzato interno all’amministrazione comunale ovvero esterno, sia il contenuto del parere rilasciato.
Ciò anche perché nel caso le azioni non abbiano l’esito auspicato con danno rilevantissimo per le casse comunali, sono in gioco decine milioni di euro, i cittadini devono avere contezza di chi sarà eventualmente il responsabile di tutte le somme che si andranno a spendere, sia per spese legali degli avvocati difensori dell’amministrazione, sia per il risarcimento dei danni eventualmente dovuti.
In ultimo, una domanda sorge spontanea, perché l’amministrazione, anziché stanziare milioni di euro per eventuali risarcimenti ad imprese costruttrici private, non provvede con le stesse somme a completare gli impianti di adduzione idrica nei quartieri ove manca, a migliorare la viabilità nella zona 167, a costruire piste ciclabili, a fare manutenzione alle strade, etc. etc.?”
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Piano Particolareggiato Torvaianica Alta, le perplessità dell’avvocato Aquino
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