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Ostia, concessioni balneari: GD e CasaPound rispondono alla Raggi

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Dopo l’audizione di ieri della sindaca di Roma Virginia Raggi in commissione antimafia (in cui si è parlato della situazione ostiense e delle concessioni balneari) sono arrivate le prime risposte politiche.

Due movimenti del territorio di orientamento opposto hanno risposto, criticando con tesi molto diverse le parole della sindaca. Si tratta dei Giovani Democratici (la giovanile PD) e di Casapound.

La Raggi ha sostenuto di voler riordinare le concessioni balneari di Ostia rimettendole a bando e fermando l’illegalità diffusa, ma ha aggiunto: “questo dipende anche da quello che fa il Governo che, prorogandole fino al 2020, mi ha legato le mani“.

I GD si dicono entusiasti per l’intenzione di “ristabilire la legalità” intervenendo sulle concessioni, ricordando che è da anni che loro si battono per questa causa, ma in una nota precisano: “Nascondersi dietro un dito scaricando la colpa sul parlamento (che tra l’altro non ha prorogato le concessioni fino al 2020, come sostenuto da un’impreparatissima Raggi, bensì fino al riassetto del settore balneare) è per noi un grave atto di irresponsabilità politica”.

In realtà una proroga fino al 2020 c’era stata, ma l’Europa l’ha bocciata a luglio in nome della direttiva Bolkestein (che stabilisce innanzitutto la necessità di un bando con procedura di evidenza pubblica). Il Governo, allora, è intervenuto con il decreto sugli Enti Locali, in cui si è garantito il mantenimento delle attuali concessioni in via temporanea, in attesa di una futura legge per il riordino generale del demanio marittimo (che vista l’urgenza dovrebbe essere fatta entro dicembre 2018).

I GD, poi, aggiungono: “Siamo stati noi i primi a denunciare l’assurdità di una tale previsione legislativa (del Governo n.d.r.), ma questo non può esimere l’amministrazione capitolina dal prendere una posizione chiara. Ad esempio ci aspetteremmo che Virginia Raggi inviti il prefetto Vulpiani a far decadere con effetto immediato tutte le concessioni illegittime (la quasi totalità) che, in quanto viziate da situazioni irregolari, possono essere fatte decadere indipendentemente dalla legislazione nazionale. Inoltre la direttiva Bolkestein può essere applicata bypassando del tutto la proroga posta in essere dal Parlamento, che è da considerarsi illegittima (in quanto non specifica un termine certo entro cui approvare il riassetto del settore balneare)”.

Infine si dichiarano soddisfatti per la promessa 5 stelle di riaprire i varchi, ma invitano a far si che la “restituzione del mare ai cittadini” non passi per accordi con “l’imprenditoria balenare che ha fatto delle spiagge la propria miniera privata”. 

CasaPound, che al contrario dei GD osteggia la direttiva europea prima citata, è decisamente più polemica. Per Carlotta Chiaraluce, portavoce del movimento nel X Municipio: “La signora Raggi, invece di spiegare perché la Bolkestein è una dannosissima trovata imposta della UE, ha affermato che <per il M5S tutte le concessioni devono essere messe al bando. Ma ora abbiamo le mani legate perché sono state prorogate fino al 2020>. La verità è che dopo averli snobbati e additati durante la campagna elettorale comunale, oggi che invece si vota ad Ostia, i voti dei balneari fanno comodo“.

 

 

 

 

 

 

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