Due storie quasi parallele e nuova onda di polemica che monta sul Movimento 5 Stelle. Il primo caso in questione è quello di Parma, dove il Sindaco grillino Pizzarotti è stato sospeso dal direttorio dei 5 stelle. Il motivo è ormai noto: il primo cittadino non avrebbe comunicato allo staff del Movimento la ricezione di un avviso (o informazione) di garanzia lo scorso febbraio contravvenendo così all’obbligo di trasparenza da parte degli iscritti. Sul blog di Beppe Grillo pertanto si leggeva:
“La trasparenza è il primo dovere degli amministratori e dei portavoce del MoVimento 5 Stelle. Solo ieri si è avuto notizia a mezzo stampa dell’avviso di garanzia ricevuto, ma il sindaco ne era al corrente da mesi. Nonostante la richiesta, inoltrata da ieri e a più riprese, di avere copia dell’avviso di garanzia e di tutti i documenti connessi alla vicenda per chiudere l’istruttoria avviata in ossequio al principio di trasparenza e già utilizzato in casi simili o analoghi, non è giunto alcun documento. Preso atto della totale mancanza di trasparenza in corso da mesi, nell’impossibilità di una valutazione approfondita ed oggettiva dei documenti e per tutelare il nome e l’onorabilità del MoVimento 5 Stelle si è proceduto alla sospensione. Non si attendono le sentenze per dare un giudizio politico.”
Il Sindaco, così come era già accaduto per Quarto ad esempio, non ci sta e replica. “Non c’è nessun regolamento interno che tratti la tematica degli avvisi di garanzia e le regole per attivare la procedura di espulsione non sono state violate. Inoltre, la trasparenza che mi viene contestata non è citata espressamente in nessuno dei suddetti regolamenti, ma compare nel codice di comportamento dei gruppi parlamentari. Ecco, anche assumendomi quell’obbligo non lo avrei comunque violato. Concludo ribadendo ancora una volta che sono come sempre disponibile a confrontarmi sia con il direttorio, sia con il gruppo parlamentare che avrebbe richiesto un’assemblea”. A margine di queste parole la pubblicazione, oggi, della nota “incriminata” – la quale attesta che il Sindaco risulta indagato insieme all’assessore Ferraris e ad alcuni componenti del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Teatro Regio – anch’essa affidata a Facebook. Di concreto, comunque, resta l’espulsione di Pizzarotti avvenuta Venerdì scorso.
Pomezia: anche Fucci deve essere espulso?
Andiamo con ordine. Proprio mentre a Parma infuria la polemica salta fuori che anche a Pomezia si sarebbe verificato un caso simile. Lo stesso Fucci, sul proprio profilo Facebook, a distanza di un giorno dai fatti in terra emiliana, comunica:
“Sapete perché sono stato indagato? Perché non si possono fare sepolture quando il cimitero è chiuso. L’Impresa Funebre però ha deciso di attaccarmi pubblicamente e allora ho risposto che avrebbero dovuto avere più rispetto per la famiglia del defunto. E mi hanno denunciato per diffamazione. La magistratura ha fatto il proprio dovere e ha ritenuto non sussistenti gli elementi, chiedendo presto l’archiviazione. Si trattava di una sciocchezza e riguardava la mia persona direttamente. Ogni giorno gli esponenti del MoVimento 5 Stelle ricevono querele per il semplice fatto di manifestare un’opinione”.
E su Pizzarotti? Fucci sceglie la linea diplomatica, elogiandolo per il lavoro svolto a Parma da un lato – “Non entro in merito, ma lui è un ottimo sindaco, sta facendo cose egregie, ho la massima stima verso il suo operato”, parole queste rilasciate al Corriere della Sera – e non entrando nel merito della vicenda dall’altro, “diciamo che c’è uno stato emotivo tempestoso, spero che la situazione si sistemi presto, perdere Pizzarotti sarebbe un peccato, ma il Movimento agisce sempre con le migliori intenzioni”. Tuttavia, nel post di cui sopra, aggiunge:
“Sapete cosa è successo? Anche io ho ricevuto un avviso di garanzia ma è già tutto archiviato. Chissà come mai nessuno ne ha parlato prima. Pensate che disastro se mi fossi dimesso per un avviso di garanzia basato su accuse inconsistenti e reati inesistenti. Nel caso però si fosse trattato di una indagine su atti amministrativi compiuti da me in quanto sindaco di Pomezia del MoVimento 5 Stelle l’avrei certamente resa nota immediatamente ai cittadini, allo staff e al responsabile degli enti locali del MoVimento 5 Stelle. La trasparenza è il primo dovere degli amministratori M5S”.
Un po’ contraddittorio: come sarebbe “Chissà come mai nessuno ne ha parlato prima” e poco dopo l’ammissione di non averlo reso noto a “cittadini, staff e al responsabile degli enti locali del MoVimento 5 Stelle”? Se non lo dice lui, di essere nel registro degli indagati, chi dovrebbe dirlo?
Comunque, una sorta di presa di distanza dunque c’è stata, con il Primo Cittadino di Pomezia che, con queste parole, ha voluto distinguere inevitabilmente i due casi. Come possiamo dunque rispondere alla domanda posta all’inizio di questo articolo? Pomezia è diversa da Parma? Fucci, in definitiva, dovrebbe subire lo stesso trattamento di Pizzarotti oppure no? Cerchiamo di analizzare la vicenda da diversi punti di vista.
Da cittadino oserei dire di no, nel senso che una querela per diffamazione non val certo una contestazione di reato per abuso d’ufficio (ovviamente ancora tutta da provare); dal punto di vista di un esponente del Movimento 5 Stelle invece le cose cambiano. Se il principio della ‘comunicazione’ vale in assoluto – a prescindere cioè dal “contenuto” – la risposta non può che essere sì: se la regola infatti è che gli avvisi di garanzia così come qualsiasi altro tipo di procedimento a carico di iscritti (e a maggior ragione di un Sindaco) debbano essere comunicati sia al direttorio che alla cittadinanza tempestivamente, nel nome dell’immagine del marchio 5 stelle, o vale sempre o non vale affatto. Tanto più che il sindaco, tra l’altro, precisa che la vicenda ha riguardato solo lui come persona, per questo non ha avvisato nessuno. Ma, come risulta dal provvedimento pubblicato dal Sindaco stesso nel video e nel post (richiesta di archiviazione), i fatti denunciati nei reati “previsti dagli artt. 595 c.p. e art. 13, L47/48 (Diffamazione a mezzo stampa), art 328 c.p. (Omissione di atti di ufficio) e 409 c.p. (turbamento di un funerale o di un servizio funebre)”. E, fino prova contraria, l’omissione di atti d’ufficio riguarda la pubblica amministrazione e non la sua persona e basta. Quindi, ragionando, perché non ha avvisato il direttorio del Movimento 5 Stelle? Per paura di essere espulso o perché questa norma vale solo per i parlamentari? E se vale solo per i parlamentari, perché Pizzarotti deve essere espulso? Si tratta di due pesi e due misure… o abbiamo capito male noi?
Su questo punto ovviamente si sono scatenate tutte le opposizioni approfittandone subito per gridare all’incoerenza e così via, fermo restando che, comunque vadano le cose, l’affaire Pizzarotti lascerà una profonda ferita in tutto il Movimento. In ogni caso pare eccessivo cercare di ‘inchiodare’ un Sindaco, riferendoci qui a Fucci, per una vicenda come questa, anche cercando di forzare la mano facendo leva in appigli quali il tradimento dei valori, dell’onestà, della coerenza, della trasparenza, del “noi siamo diversi”, ecc. da sempre sventolati (forse anche troppo) dai Cinque Stelle.
La vicenda di Pomezia: tra le accuse alla stampa e alle opposizioni, al caso del Corriere della Città
C’è infatti un ulteriore aspetto che prescinde dalla vicenda raccontata sin qui, che esula cioè dal dibattito politico nazionale. Per spiegarla a voi lettori partiamo dal video in cui il Sindaco ricostruisce la vicenda dell’avviso di garanzia a lui recapitato.
“Voglio darvi una notizia – esordisce il Primo Cittadino di Piazza Indipendenza – una notizia che nessuno vi ha dato chissà come è, poi scopriremo le ragioni. La notizia è questa: anche io ho ricevuto un avviso di garanzia, sono stato indagato. E non avete ricevuto la notizia probabilmente perché vi racconto questa storia dalla fine.”
Ci fermiamo solo un attimo per sottolineare che era impossibile per chiunque conoscere tale notizia (come si fa a venire a conoscenza di un provvedimento del genere, del tutto privato e personale, se il diretto interessato non lo rende pubblico o se qualcuno dal Tribunale non lo fa al posto suo?) e che tale strategia di comunicazione volta sempre e comunque a demonizzare la stampa a volte, come in questo caso, risulta assolutamente fuori luogo. “Poi scopriremo le ragioni”. Nessuna ragione, anzi: immaginate se una cosa del genere fosse venuta fuori all’epoca, allora sì che la stampa sarebbe stata il “diavolo”. Della serie, se ne parla o non se ne parla i giornali sbagliano sempre. Ma andiamo avanti.
“Ma c’è una buona notizia – riprende Fucci – la buona notizia è che la mia posizione è stata archiviata, per cui non c’è alcun reato. Fatti avvenuti a dicembre del 2013 l’archiviazione è stata disposta dal giudice ad Aprile del 2016, ma questo ovviamente non ve l’ha detto nessuno”.
Ecco se proprio c’era una cosa da fare, visto che comunque la posizione del Sindaco era quella di rispedire al mittente le accuse, era proprio quella di diffondere subito la notizia e non farlo ad avvenuta archiviazione quasi tre anni dopo, ma tant’è. Sul fatto di ribadire ancora “che nessuno ve l’ha detto” preferiamo non tornare. Veniamo dunque alla vicenda. L’Agenzia funebre “La Migrazione” non riesce a completare i funerali di un defunto in quanto il cimitero, nell’orario di arrivo, risulta chiuso per un’ordinanza emessa dall’amministrazione. Le parti ovviamente sostengono entrambe di aver agito nel giusto ma la vicenda non finisce lì: al Sindaco vengono mosse diverse accuse che vengono raccolte in una querela/denuncia, tra le quali la volontà di impedire il funerale nonché alcune dichiarazioni che meriterebbero, secondo l’agenzia, la connotazione di “diffamazione a mezzo stampa”. Ed è qui che entra in scena il Corriere della Città. Le dichiarazioni in oggetto erano state raccolte da un nostro servizio pubblicato prima online e poi riportato nell’edizione cartacea di marzo 2013. A seguito di quel servizio, il sindaco rispose per e-mail attraverso la sua addetta stampa, chiedendo la pubblicazione fedele delle sue dichiarazioni. Cosa che, per codice deontologico (diritto di replica) è stata puntualmente fatta, ma per questo al nostro Direttore venne poi in seguito notificata addirittura l’iscrizione nel registro degli indagati (poi archiviata non appena ai giudici è stato chiaro che si trattava di un comunicato stampa e non di un’intervista che poteva essere stata travisata, ma intanto anche qui le spese legali – visto che era necessaria la nomina del difensore – sono state sostenute, “purtroppo” con il denaro privato del Direttore…). Cioè: quelle che erano state delle dichiarazioni del Sindaco riportate fedelmente, come testimoniano i documenti, erano diventate responsabilità del nostro giornale, del tutto – al contrario – estraneo alla vicenda, ma sospettato di aver travisato le parole del Primo Cittadino di Pomezia.
Ecco perché a volte bisognerebbe cercare di utilizzare certe parole o espressioni con cognizione di causa, tornando a quanto sopra. In ogni caso la Procura ha ora archiviato tutto, ma non certo le polemiche che, dopo la stampa, si spostano sugli avversari politici. Prosegue il video:
“L’elemento che nessuno vi ha detto (…!) è che tutti questi reati sono inesistenti e sono stati ritenuti tali sia dal PM che dal Giudice che ha poi disposto l’archiviazione ad Aprile di quest’anno. Diciamo che noi siamo sottoposti a questo tipo di denunce e io ho il forte sospetto che queste persone siano state portate a muovermi contro con questa denuncia per finalità politiche magari spinti dalle parti politiche a noi avverse. Ho il forte sospetto che questo sia successo vista l’infondatezza delle accuse. Ma al di là di questo quello che conta è che la mia posizione è stata archiviata”.
Fucci dichiara, inoltre, per chiudere, che “quello che si sta vivendo in questi giorni è proprio un attacco nei confronti dei sindaci del Movimento 5 Stelle”. Un po’ di incoerenza in effetti c’è anche qui: come, prima si lamenta che nessuno aveva parlato di questo suo avviso di garanzia e ora si lamenta del contrario? E poi, come da lui sottolineato, sono fatti che risalgono al 2013, non a oggi, quindi perché parlare del suo caso in questi giorni? E per quanto riguarda la stampa, vorremmo fare una domanda diretta al sindaco Fabio Fucci, sperando di avere una risposta chiara e uivoca: quali sarebbero le motivazioni che avrebbero spinto la stampa a non dare la notizia del suo rinvio a giudizio? All’inizio del suo video, il Primo Cittadino ha dichiarato che avrebbe spiegato perché, ma poi non ci sembra che siano state fatte chissà quali rivelazioni a tal proposito. Quindi, quali sono le motivazioni per le quali si sarebbe voluto “nascondere” questa vicenda? Siamo curiosi di saperlo in modo chiaro e univoco.
Perché immaginiamo che anche questa volta si cercherà di dare la colpa alla stampa, vero problema di questa Italia alla deriva.
Luca Mugnaioli e Maria Corrao