contro l’emarginazione, l’incomprensione, i salari più bassi, i licenziamenti facili, dovendo spesso rinunciare alla maternità”. La riflessione della candidata sindaco è amaro. “No, non è il momento di grandi feste: è il momento di sfruttare ogni occasione, anche quella dell’8 marzo per dire che rivogliamo tutti, Donne e Uomini, il nostro lavoro, la nostra casa, la nostra famiglia …insomma vogliamo una vita degna di questo nome! Così l’8 marzo da festa delle donne dobbiamo trasformarlo in un coro di dissenso e di proposta, un universo di cittadini e cittadine che hanno diritti e rispettano i propri doveri, un insieme di persone che dice a chi Governa: ci avete prima invaso con la cronaca rosa,
sperando di distrarci, ora imponete la macelleria sui più deboli, adesso basta!”.
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MIMOSE? NO GRAZIE, PREFERIREI UNA CITTÀ MIGLIORE…
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