Notizia a sorpresa questo pomeriggio. Poco fa Vittorio Sgarbi ha annunciato le sue dimissioni. Le parole sono arrivate a margine di un evento a Milano al quale aveva preso parte il critico d’arte e politico. Adesso la sua decisione sarà comunicata alla Meloni.
Vittorio Sgarbi ha rassegnato le sue dimissioni. Da oggi quindi, venerdì 2 febbraio 2024, non ricoprirà più il ruolo di Sottosegretario del Governo. La decisione, ha precisato lo stesso Sgarbi, ormai ex sottosegretario alla Cultura, sarà comunicata nelle prossime ore a Giorgia Meloni. (Foto in alto di repertorio: ANSA).
Vittorio Sgarbi, dall’arte alla politica: gli incarichi ricoperti
Critico d’arte e storico dell’arte. Ma saggista e (iconico) personaggio televisivo. Dichiarazioni mai banali, una cultura – indubbiamente sconfinata (o quasi) – bilanciata da un carattere ed un temperamento irascibile che lo hanno spesso esposto ad un’aspra critica. Tantissimi gli interlocutori infatti con cui Sgarbi è finito per battibeccare, dando vita più di una volta a veri e propri litigi furibondi: e non si contano i politici, i giornalisti e gli altri personaggi televisivi con cui uno dei più famosi critici italiani ha avuto da ridire (così come numerosi sono i contenziosi nati proprio a seguito delle sue litigate).
Ma Vittorio Sgarbi è anche uno dei nomi sempre presenti nella politica degli ultimi anni. Un nome “sicuro” e spendibile in ogni occasione come mostrano gli incarichi e i risultati elettorali ottenuti: più volte membro della Camera dei Deputati, dal 2023 è anche Sindaco del Comune di Arpino, in provincia di Frosinone. Al livello nazionale, invece, ricopriva (fino ad oggi) il ruolo di sottosegretario di Stato alla cultura. Poco fa però, nel corso dell’evento “La ripartenza” organizzato da Nicola Porro, l’annuncio delle sue dimissioni.
Perché Sgarbi si è dimesso: le motivazioni
Secondo quanto si apprende la decisione è stata maturata a seguito delle recenti polemiche – e di alcune inchieste giornalistiche de Il Fatto Quotidiano e di Report sui presunti compensi ricevuti durante l’incarico di governo – scoppiate nel caso in cui si è espressa anche l’Antitrust. “L’Antitrust”, ha spiegato Sgarbi, “ha inviato una molto complessa e confusa lettera dicendo che aveva accolto due lettere anonime, che ha inviato all’Antitrust il ministro della Cultura, in cui c’era scritto che io non posso fare una conferenza da Porro“. Tirando in ballo il tema del conflitto di interessi. “Dimettendomi lo faccio per voi”, ha poi aggiunto il critico d’arte. “Adesso sono solo Sgarbi“. Su di lui, lo ricordiamo, pendeva anche una mozione di revoca firmata da alcuni partiti (nello specifico M5s, Pd e Alleanza Verdi e Sinistra) che si sarebbe dovuta discutere tra poco più di tredici giorni.