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MENÙ MENSE POMEZIA, LA SINISTRA CONTRO IL MOVIMENTO 5 STELLE
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È ormai diventata una “battaglia politica”, quella che vede la decisione presa dall’Amministrazione comunale di Pomezia di inserire nel capitolato d’appalto per la mensa scolastica un menù a prezzo ridotto ma senza il dolce. Duri attacchi provengono soprattutto dalla sinistra: dopo i commenti dei senatori del PD, arriva ora l’interrogazione parlamentare della deputata Ileana Piazzoni di Sel. “Le peggiori avvisaglie di un regime populista sono le politiche discriminatorie all’interno delle scuole. Accade ad esempio che a Pomezia, la Giunta comunale targata Movimento 5 Stelle metta in atto un’odiosa discriminazione in base al censo, nelle mense delle scuole primarie e dell’infanzia, concedendo il dolce a fine pasto solo a quei bambini le cui famiglie possono permettersi di pagare un bonus extra – ha dichiarato la Piazzoni – Nonostante il messaggio ‘grillino’ su una presunta salvaguardia delle fasce più colpite dalla crisi economica, l’amministrazione del Sindaco Fabio Fucci si sta dimostrando una degna discepola della peggiore destra elitaria, andando a colpire il nervo più debole della società cittadina: i suoi bambini. Creare alunni di serie A e di serie B in base alla disponibilità economica delle famiglie, con tutti gli effetti che ne conseguono sulla vita del bambino nel contesto scolastico e in palese conflitto con la promozione dello sviluppo sociale e personale dell’alunno, è assolutamente inaccettabile. D’altra parte è noto come il discorso politico demagogico, laddove non esistono proposte concrete e una visione costruttiva della società, abbia come unici strumenti la discriminazione e l’emarginazione dei più deboli”. “La salute e il benessere psico-sociale dei bambini – ha proseguito la parlamentare di Sel – non possono essere messi in discussione, anche di fronte alle difficoltà finanziarie che tutti i comuni italiani si trovano ogni giorno ad affrontare. Proprio in questa direzione ho presentato assieme alla collega Chiara Scuvera (PD) una proposta di legge per garantire l’eguaglianza nell’accesso dei minori ai servizi di mensa scolastica. Pensare di risolvere problemi di cassa a discapito della tenuta sociale democratica di una comunità è il primo passo verso una temibile, e questa volta reale, suddivisione in ‘caste’ della società”.\n\nMa anche il PD ed i Giovani Democratici di Pomezia hanno esposto la loro posizione. “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese” (Cost. ART 3) – hanno esordito in una nota congiunta – Evidentemente l’amministrazione Fucci non era a conoscenza dell’articolo 3 della Costituzione quando ha deciso di pubblicare il bando per il servizio mensa. Questo bando, dai contenuti fortemente discriminatori, fa sì che si evidenzi una diseguaglianza sociale che lo Stato, in questo caso il Comune, dovrebbe invece preoccuparsi di combattere. Il Sindaco e la maggioranza tutta sono responsabili con questa azione di aver creato una evidente distinzione tra bambini di serie A e bambini di serie B, giustificandosi con l’alibi della presunta partecipazione decisionale dei genitori degli alunni”. “Grazie anche all’impegno profuso dal PD e dai GD di Pomezia, che sin da subito hanno posto l’attenzione sul problema – hanno proseguito i segretari Stefano Mengozzi e Danilo Risi – la questione è stata ripresa dalla Vicepresidente del Senato, Valeria Fedeli e dal Sen. Raffaele Ranucci (entrambi del Partito Democratico) che in una nota hanno denunciato la gravità di questa scelta, sottolineando quanto ciò sia inaccettabile soprattutto in una scuola pubblica. Il PD e i GD di Pomezia chiedono dunque all’amministrazione di riconsiderare questo scellerato provvedimento affinché non si perseveri in questo atteggiamento incostituzionale ed ingiusto nei confronti non solo dei bambini, ma anche delle famiglie che si trovano ad affrontare questa situazione di disagio sociale. Di certo, il PD non si fermerà qui e si batterà anche in Parlamento perché vengano ripristinati i diritti fondamentali costituzionalmente garantiti”.