Oggi la risposta indiretta del Sindaco di Pomezia Enrico De Fusco, che questa mattina ha incontrato oggi i capigruppo consiliari del Partito Democratico, dell’Italia dei Valori, di Forza Pomezia e del Partito Socialista per valutare la situazione politico-amministrativa in seguito alla richiesta di una verifica di maggioranza. “Ho confermato e confermo l’importanza del ruolo dei partiti – ha dichiarato il Primo Cittadino – ma ritengo che non si possa più aspettare altro tempo perché già troppo ne è stato perso. L’ultimo Consiglio comunale non si è svolto perché i partiti hanno ritenuto necessaria una verifica di maggioranza che ad oggi, a distanza di una settimana, non si è ancora tenuta, anche perché il Pd, partito di maggioranza assoluta, non ha ancora espresso la sua nuova guida politica. E’ evidente, o quantomeno necessario, che, in attesa che il Pd esprima il nuovo segretario dell’Unione comunale e che le forze politiche di maggioranza si riuniscano per prendere le loro decisioni, la maggioranza in Consiglio comunale riprenda la propria attività amministrativa. Perché aldilà delle questioni di carattere politico ci sono attività urgenti ed impellenti che non si possono rimandare ulteriormente. La Giunta ha già adottato il Bilancio consuntivo 2010, che dovrà essere discusso ed approvato in Consiglio comunale entro 20 giorni dall’adozione, così come tutte quelle scelte che vanno verso il risanamento della situazione finanziaria, nonché l’approvazione del Bilancio di previsione 2012, possibilmente entro il 31 dicembre di quest’anno, in modo da conoscere con certezza come si procederà con la pianificazione finanziaria. Così come diventa importante concludere alcuni iter già avviati, che non solo mirano alla pianificazione urbanistica del territorio, ma soprattutto vanno nella direzione di risposte in termini di servizi ai cittadini, come il mercato settimanale. I capigruppo si sono detti d’accordo con la mia posizione e hanno convenuto sulla necessità di riavviare i lavori in Consiglio comunale e di sollecitare i propri partiti ad una verifica politica a breve scadenza”.
La verifica di maggioranza era stata richiesta dal capogruppo Fabio Mirimich per stilare una “scaletta” di priorità sulla base delle reali esigenze della città e, soprattutto, delle
reali condizioni economiche delle casse comunali. “Concordo con quanto ha detto il Sindaco – ha affermato Mirimich – in quanto la città non può essere vittima dei
malumori della politica. Ovviamente solleciterò il mio partito affinché la verifica interna venga fatta al più presto, perché dobbiamo trovare un accordo su quali siano le questioni a cui dare la precedenza e su quali punti portare al prossimo consiglio comunale. Se riusciremo a trovare un punto di intesa arriveremo alla prossima assise, che secondo me si dovrebbe tenere a Pomezia e non a Torvaianica, per dare modo a più persone di assistere al dibattito, in pieno accordo”. E se così non fosse? “Allora significherebbe che si è aperta una crisi. Ma credo che questo non succederà. Per quanto riguarda le dichiarazioni dell’ex segretario, mi chiedo come mai i suoi dubbi li abbia esternati solo ora, dal momento che lui è tra i firmatari dell’accordo elettorale che prevedeva Cruciani come vice sindaco e Forza Pomezia come lista all’interno della coalizione di centrosinistra”. Forse non ha gradito l’arrivo di Maniscalco, da sempre contrapposto a De Fusco, almeno fino allo scorso aprile… “Non penso che Maniscalco da solo possa rappresentare la destra, quindi le esternazioni di Zanecchia mi lasciano perplesso. Maniscalco ha comunque portato voti al PD, visto che ha fatto campagna elettorale per Maurizio Battistelli. La domanda che faccio al segretario dimissionario è quindi questa: perché non si è accorto prima che gli esponenti di Forza Pomezia erano gli stessi che prima facevano parte del cartello di centrodestra? Prima andavano bene e poi no?”.
“Non voglio fare polemica – ha dichiarato Zanecchia – ma non era questa l’idea che si aveva in origine del centrosinistra. Gli scontri sono avvenuti proprio per questa “trasformazione” che ha assunto l’amministrazione. Non mi rimangio quanto detto: voglio anzi rispondere con chiarezza a quanto mi viene chiesto. Noi abbiamo iniziato la campagna elettore con una coalizione formata solo da PD, Rifondazione, PSI e IDV. Poi è successo qualcosa di molto strano, su cui mi sono sempre interrogato: il Sindaco, a campagna elettorale già iniziata, anche se da poco, ha dichiarato – e non in sezione, luogo deputato per queste discussioni, ma nel corso di un’iniziativa di campagna elettorale, e senza consultarsi con i vertici del suo partito – “abbiamo raggiunto un accordo con una lista civica”. Ricordo a tutti che il primo manifesto elettorale è uscito con i soli 4 simboli iniziali: solo in una fase successiva si è aggiunta Forza Pomezia”. Ma lei ha poi sottoscritto quanto proposto da De Fusco. “Ovvio che se il candidato Sindaco della coalizione dice di aver fatto un accordo, il partito di maggioranza si fidi. Noi dovevamo solo verificare la fattibilità dello stesso, ma non sapevamo quale fosse la lista civica. Solo in quel momento abbiamo saputo che si trattava di Forza Pomezia, i cui componenti erano tutti di Forza Italia. Le condizioni dell’accordo non le hanno sottoscritte i partiti della coalizione nascente, ma solo e direttamente il sindaco: lui l’ha proposta e lui ce la vuole fare digerire”. Quindi la colpa è del Primo Cittadino? “Sia ben chiaro: io non voglio fare la guerra al Sindaco, ma solo fare delle considerazioni su argomenti che hanno bisogno di risposta. Adesso l’amministrazione è guidata da personaggi che sono di estrazione culturale di destra; se un partito vuole confrontarsi con il Sindaco, che dice di essere del PD, in realtà, come partito, si riesce a parlare solo con il Vicesindaco,
che certamente non ha un’estrazione politica di sinistra. Il PD, come partito di maggioranza assoluta, a nome e per conto dell’ex segretario, mette in risalto questioni che sono alla luce di tutti i cittadini, ovvero che ormai l’amministrazione è guidata da persone di destra e che in futuro la cosa potrebbe diventare ancora più marcata: chi garantisce che una persona che è uscita da un partito ed ha costituito una lista civica un domani non faccia il contrario? Qual è l’idea del Sindaco sul centrosinistra? Quella di coinvolgere tutte le sigle che storicamente ne fanno parte o depauperarne tutte le forze, consegnandolo di fatto al centrodestra?”. A cosa si riferisce esattamente? “Innanzi tutto alla nomina di Maniscalco, che si spaccia per uomo tecnico, mentre in realtà un uomo politico, di An del PDL, e politicizzato. Le affermazioni fatte dal sindaco qualche giorno fa, quando ha affermato che ha bisogno di tecnici e non più di persone legate al partito, denotano la contraddizione con quanto detto oggi – ma anche e soprattutto in fase di campagna elettorale – ovvero che vuole riconoscere importanza ai partiti. Sono ormai sei mesi che si dice di fare una riunione di maggioranza. Se non si fa non è certo per colpa del partito: evidentemente è più comodo per qualcuno che non si facciano”. La sua è una protesta? “Le mie sono precisazioni: vorrei solo che il partito avesse un ruolo, a livello di
indirizzo politico e non sostituendosi a quelli che sono gli eletti, all’interno dell’amministrazione. Se questo non avviene, è ovvio che il PD come partito si organizzi diversamente, cercando un’alternativa a quello che il Sindaco, in maniera così certosina, ha fatto. Per questo stiamo cercando di rivolgerci a SEL, a Rifondazione Comunista, ai Socialisti ed a Italia Dei Valori: per rifare un vero centrosinistra”.