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IGIENE URBANA DI ARDEA. L’ESPOSTO DEI CONSIGLIERI DI OPPOSIZIONE

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I sottoscritti coordinatori e responsabili dei partiti nonchè i Consiglieri comunali del Comune di Ardea, in relazione all’Appalto dei servizi di igiene comprendenti la raccolta, trasporto a smaltimento dei rifiuti urbani, raccolta differenziata, spazzamento delle strade, pulizia e bonifica suolo e arenile

espongono quanto segue:

Siamo al terzo anno di gestione e le problematiche stanno venendo inequivocabilmente alla luce. Sin dall’inizio furono presentati ricorsi al Capitolato, preconizzando situazioni e spese che avrebbero prodotto debiti e mancati servizi. La solita amministrazione sorda a tali problemi, allo stato prosegue nella condotta censurabile, come di seguito illustrata.

Prendiamo spunto proprio dalle asserzioni dell’assessore all’Ambiente avv. Alessandra Cantore, per segnalare le anomalie che oltre a produrre danni all’ambiente, lascia prefigurare fatti di rilevanza penale basati su mancati servizi, mancate forniture e bonifiche costosissime ancorché “ingiustificate”.

Nell’articolo dell’assessore Cantore apparso sul Faroonline il giorno 03.03.2013, si legge..”non esiste alcun contratto tra il Comune e la ditta per quanto riguarda la raccolta porta a porta fatta eccezione delle zone di Ardea centro e della Banditella bassa, dove come già detto, il servizio non è tra l’altro dei migliori. Il territorio si presenta sporco anche in quelle zone dove per contratto si deve fare il porta a porta….che si attengano scrupolosamente al contratto, nessuno gli ha chiesto di togliere i cassonetti, a me ed ai cittadini interessa che il territorio venga pulito”… A fare da eco all’assessore, è il consigliere comunale Marcucci asserendo che…”non ci sono pezze d’appoggio per pagare gli oltre due milioni di euro chiesti dalla società per il lavoro del porta a porta mai autorizzato dall’Amministrazione”….

Da questo assunto, prende forma il motivo del presente esposto che, oltre alle precise affermazioni dell’assessore e del consigliere, peraltro presidente della Commissione consiliare Ambiente, fa capire che fino a oggi vi sono state delle omissioni gravissime, mancati servizi e relative forniture. DI conseguenza, si capisce chiaramente dove risiedono i maggiori oneri per servizi che non vengono effettuati e che, quanti deputati al controllo, hanno omesso di segnalare.

Da un attento esame del capitolato di appalto, abbiamo rilevato anche che:

art. 8 – Fornitura dei contenitori per le raccolte. Entro 90 giorni dall’appalto, la società Igiene Urbana avrebbe dovuto procedere alla sostituzione e posa in opera di tutti i contenitori ( cassonetti ) previsti nel progetto di offerta, oltre al noleggio degli stessi in quanto di proprietà del vecchio appaltatore, cose queste che, è del tutto evidente non essere avvenute.

Sempre allo stesso art. 8, stante la grande presenza di spiagge e di aree agricole, l’appaltatore si impegnava a fornire piazzole sottostanti i cassonetti in calcestruzzo prefabbricato per l’alloggiamento e sicurezza dei cassonetti stessi. Le piazzole, avrebbero dovuto avere specifiche caratteristiche riportate analiticamente nel capitolato. Anche di questo non se è fatto nulla, anzi, come rilevato dall’assessore Cantore, hanno eliminato i cassonetti – peraltro non di loro proprietà – risparmiando oneri per qualche milione relativamente ai nuovi cassonetti ed alle piazzole in calcestruzzo. Da un sommario calcolo dei cassonetti presenti già dal vecchio appalto, possiamo stimare in grandi linee una presenza di 2000 cassonetti ed un numero di piazzole di circa 500 unità. Tenuto conto del costo medio di un cassonetto, circa 1.200 euro e quello di una piazzola aventi determinate caratteristiche, circa 800 euro, si stima un risparmio di complessivi euro 2.800.000,00 ( duemilioniottocentomila) soltanto per le due voci.

Art.5 – 6 e 7 – Popolazione da servire, suddivisione del territorio comunale in zone, servizio di spazzamento.

Negli articoli dianzi citati, si rileva con precisione la tipologia di servizio, le località e la modalità di servizi da fruire.

Le spazzatrici dovranno effettuare un servizio preciso con cadenza ripartita tra i 6 gironi su sette per alcune località, 3 giorni su sette ed 1 giorno su sette per altre località ben precise e descritte nella tabella allegata al capitolato stesso. L’art. 7 ai commi in esso contenuti, fa preciso riferimento alla dotazione di un operatore a terra che precede la spazzatrice ed alla eliminazione di tutte le erbacce e rifiuti che si accumulano sulle banchine laterali delle strade ad uso pubblico, sino ai marciapiedi anche se dei proprietà privata e fino ad un metro dalla strada.

Anche per questi adempimenti è opportuno soffermarsi e riflettere.

Sarebbe appena il caso chiedere agli operatori delle spazzatrici, come e dove hanno effettuato il servizio. Sarebbe opportuno controllare i mezzi utilizzati, i verbali firmati da chi conduceva il mezzo e dall’operatore che ha spazzato in questi tre anni tutte quelle strade riportate nel capitolato. Dovrebbero essere centinai di atti, firmati da quanti operarono ed trasmessi tramite protocollo all’ufficio comunale preposto. A prescindere dal fatto che queste opere così come descritte non sono mai state eseguite, ma non può considerarsi altrimenti, da una semplice verifica dei cumuli stratificati di rifiuti ed erbacce ai margini delle strade, cunette e caditoie che non lasciano dubbi sull’inesistenza del servizio. A tale proposito, come se non bastasse, sono stati appaltati servizi di taglio erbe con spese enormi, nonostante il servizio dovesse essere garantito dalla società appaltatrice.

Pulizia degli arenili – sempre e puntualmente sporchi, ma anche in questo caso sono state emesse ordinanze per bonifiche urgenti. Sarebbe opportuno stabilire con quale criterio si emette una ordinanza per provvedimenti di urgenza e questo vale anche per le decine di discariche abusive bonificate con ordinanza sindacale.

Al riguardo si vuole richiamare l’attenzione sulla procedure che il legislatore ha prodotto in merito all’argomento.

Un provvedimento di urgenza, per essere ritenuto tale, deve avere caratteristiche di imprevedibilità e pericolo immediato sotto il profilo igienico sanitario. Ciò prevede una relazione dell’Autorità locale preposta che, nell’immediato ( 24/48 ore ) segnala al Sindaco che provvede ad emettere giusta ordinanza. Se il fatto non è stato segnalato ed i rifiuti sono giacenti da mesi o da anni ( come nel caso di Ardea – basti prendere articoli sui quotidiani ), non c’è più il presupposto dell’urgenza. Mancando il presupposto, vengono a mancare le procedure di urgenza nell’affidare le operazioni, peraltro costosissime. In questo caso, va predisposto un capitolato ed avviato a gara con evidenza pubblica per evitare violazioni di legge.

Ad Ardea tutto diviene urgente, purché si affidino i lavori alla stessa ditta di igiene che non li ha raccolti per anni, ancorché pagata con il canone, e si fa ripagare per raccoglierli con una bella ordinanza. Probabilmente una parte di quei milioni richiesti cui faceva riferimento il consigliere Marcucci, saranno proprio per opere straordinarie.

Un territorio lasciato nel degrado totale, anche per le isole ecologiche. Sebbene realizzata a cura del precedente appaltatore, mai è entrata in funzione comportando un mancato servizio ed un danno incalcolabile sugli effetti devastanti che ha avuto sul territorio.

Da questo nostro esposto emerge chiaramente una condotta omissiva che ha fatto risparmiare alla società appaltatrice svariati milioni di euro.

A rendere ancor più sbalorditivo il comportamento di quanti interessati al servizio, sono i mancati riscontri degli importi relativi alla vendita dei materiali raccolti nel sistema differenziato. Se è vero che il servizio ha avuto luogo, sarà pur logico che i materiali siano stati ceduti agli impianti per il recupero delle materie prime seconde, nel qual caso vi sono stati degli introiti dei quali il Comune avrebbe dovuto avere contezza ed i relativi importi andavano decurtati dal canone.

Quanto segnalato, è chiaramente riscontrabile dagli atti e dai fatti ed oltre al danno cagionato alla collettività, stante le mancate segnalazioni da parte dei responsabili del servizio, può divenire in boomerang per le casse comunali su eventuali azioni di rivalsa da parte della società appaltatrice, per fatture e canoni mai contestati.

A nostro parere si ipotizzano diversi reati contro la PA, posti in essere con la complicità di chi avrebbe dovuto controllare e garantire la Pubblica Amministrazione.

Per tutto quanto sopra esposto

chiedono l’urgente adozione dei provvedimenti del caso, affinché vengano tutelate le casse del Comune ed assicurati alla giustizia gli eventuali responsabili.

Moreno Caratelli

Raffaello Porinelli

Beniamino Francese

Pierro Antonio

Antonino Abate

Stefano Ludovici

Giancarlo Rossi

Mauro Giordani

Umberto Tantari

Cristina Capraro

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