Dopo la ricomposizione, forse apparente, della frattura con l’alleato Silvio Berlusconi, ora le trattative per la costruzione del nuovo governo guidato dal centrodestra sembrano procedere senza troppe interruzioni e, soprattutto, sembrano essere a buon punto. Il prossimo passaggio chiave, dopo l’insediamento alle Camere, sarà l’avvio delle consultazioni. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dovrebbe in quell’occasione ricevere i leader di partito, con relativi capigruppo di Camera e Senato. Il tutto dovrebbe avere inizio nella giornata di giovedì 20 ottobre.
Le tappe verso il giuramento del nuovo governo
Sarà una nota ufficiale – generalmente letta dal segretario generale del Quirinale, Ugo Zampetti – a comunicare l’apertura elle porte dello studio alla Vetrata, luogo nel quale Sergio Mattarella, come da tradizione consolidata, riceve le delegazioni. La prassi e il ”rituale” prevedono la salita al Quirinale degli ex presidenti della Repubblica, i due presidenti delle Camere di recente eletti, La Russa e Fontana, e i capigruppo accompagnati dai leader. Probabilmente non mancherà anche un colpo di telefono al Presidente emerito Giorgio Napolitano.
Le consultazioni: quanto dureranno?
A giudicare, poi, dalla nettezza del risultato elettorale e dal numero esiguo di gruppi parlamentari, è molto probabile che in questa occasione le consultazioni potrebbero durare al massimo un giorno e mezzo. Questo equivale a dire che, se all’interno del centrodestra tutti i non detti e le gomitate saranno messe a freno, proprio tra la sera del 21 ottobre e la mattina del 22 Giorgia Meloni potrebbe ricevere ufficialmente l’incarico di formare il governo.
Il passaggio dell’incarico: da Draghi a Meloni
In quelle stesse ore, poi, il premier uscente Mario Draghi sarà a bordo di un aereo, di rientro dal suo ultimo Consiglio europeo a Bruxelles. Per galateo istituzionale, diremmo, l’incarico a Giorgia Meloni arriverà solamente dopo questo momento. Successivamente, una volta che il capo dello Stato avrà conferito l’incarico al nuovo Presidente del Consiglio, questi, normalmente, accetta con riserva e porta avanti le sue consultazioni assieme ai partiti disposti a sostenere il futuro esecutivo. Solamente quattro volte il premier ha accettato l’incarico senza riserva: l’ultima volta è avvenuto nel 2008 con Berlusconi.