C’è il mondo delle idee, e poi c’è il principio di realtà. Il primo è rappresentativo delle promesse elettorali, il secondo degli attriti che poi si trovano una volta occupato il proprio posto politico. E, di fatto, la prima manovra che porta il nome di Giorgia Meloni probabilmente non riuscirà a mantenere le promesse fatte durante la campagna elettorale. Cosa, del resto, alquanto prevedibile, considerata la grande crisi energetica che incombe sul nostro Paese e l’Europa tutta. La conferma di tutto ciò è arrivata direttamente dalla stessa presidente del Consiglio dei Ministri, in occasione proprio del suo discorso programmatico fatto alle Camere. Ci sono poi altri interventi, invece – come la flat tax e la riforma del sistema pensionistico – che verranno ridimensionati o addirittura rimandati.
Bonus bollette e stop distacchi ai morosi: le misure del primo decreto del Governo Meloni
Le misure ”identitarie” del Governo Meloni
Nonostante ciò, alcune misure ”identitarie” verrano subito portate in campo. Non ci sarà solamente l’intervento sulle bollette con un primo decreto, e poi con nuove misure successive all’interno della Legge di Bilancio, ma anche altro, come ad esempio la svolta sul tetto del contante, che sembra essere ormai certa. Il limite di cui si parlava era di 10.000 euro, ma potrebbe passare a 5.000, con una netta riduzione. Un’altra mezza certezza sarebbe poi la cosiddetta tregua fiscale, e forse anche qualche prima manovra in tema pensioni. Tutto questo avrà una svolta decisiva solamente a partire dalle prossime settimana.
Governo Meloni, le prime misure: dal bonus bollette alle pensioni, cosa cambierà
Tetto al contante
Ritornando sulla questione del tetto del contante, la spinta in questo senso arriva soprattutto da parte della Lega, che ha già consegnato un disegno di legge per innalzare il tetto a ben 10.000 euro. La proposta, inevitabilmente, ha già ottenuto molte critiche, soprattutto in relazione al tema del ”denaro sommerso” o, per meglio dire, evasione fiscale. La linea di Fratelli d’Italia, però, non è molto diversa, anche se a quanto pare la soglia potrebbe essere dimezzata: 5.000 euro. Resta, per il momento, una certezza: non si scenderà al limite dei mille euro che sarebbe dovuto scattare dal 2023. Il governo inevitabilmente fisserà un tetto, come dichiarato anche dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, ma non sarà così basso: potrebbe essere di 5 o 6mila euro e non 10mila, ad ogni modo.