Elly Schlein è una politica e candidata alla segreteria del Partito Democratico. Ma realmente, chi è? Una domanda questa assai ricorrente da quando questa ex europarlamentare ha fatto irruzione anche nello scenario politico nostrano, tanto da essere ora la grande sfidante di Stefano Bonaccini alle primarie per la segreteria del Pd di domenica 26 febbraio.
Alla scoperta di Elly Schlein
Progressista, ecologista e femminista, sono queste le tre parole chiave che Elly Schlein vorrebbe fossero il motore del nuovo Pd, un partito che per l’aspirante segretaria necessita di rivedere i propri obiettivi e darsi un’identità coerente. Durante la prima fase delle primarie, quella riservata al voto degli iscritti nei circoli, Schlein ha ottenuto il 34,88% dei voti finendo così al secondo posto dietro Bonaccini che ha ottenuto il 52,87%; saranno loro due di conseguenza a sfidarsi ai gazebo per la guida del Pd. Vediamo allora la biografia di Elly Schlein, dando uno sguardo anche allo stipendio percepito in quanto deputata, ai suoi guadagni precedenti e alla sua ultima dichiarazione dei redditi.
Elly Schlein è nata a Lugano nel 1985, figlia di Maria Paola Viviani, professoressa ordinaria di diritto pubblico e di Melvin Schlein, politologo ed accademico statunitense. La Schlein è nipote dell’avvocato antifascista Agostino Viviani, che fece parte del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), prima di diventare senatore del Partito Socialista Italiano e presidente della Commissione Giustizia del Senato. Un’eredità che sicuramente ha formato la Schlein, la quale ha sempre difeso con scelte radicali e coraggiose. Dopo la maturità si è trasferita a Bologna dove si è laureata in Giurisprudenza. È proprio in questo periodo che la Schlein inizia a occuparsi di politica, inizialmente come rappresentante degli studenti e poi volando nel 2008 negli Stati Uniti per partecipare alla campagna elettorale di Barack Obama come volontaria.
Dopo una breve carriera come giornalista nel 2013 è entrata a far parte del Partito Democratico diventando volto noto di OccupyPD, un movimento formato soprattutto da giovani attivisti del partito. Un consenso che la porta a candidarsi per le elezioni europee nel 2014 dove ottiene 53mila preferenze, tantissime per una semi sconosciuta di 29 anni. Al Parlamento Europeo la Schlein si è occupata soprattutto di diritti, immigrazione, giustizia fiscale, conversione ecologica, lotta alla corruzione e alle mafie. Dopo la prima legislatura, nonostante l’alto consenso Schlein, in polemica con la svolta impressa da Renzi, decide di lasciare il Pd nel 2015. Il riavvicinamento poi è arrivato nel 2020 quando si è presentata alle elezioni regionali al fianco di Stefano Bonaccini : dopo essere stata eletta consigliere con 22.098 voti, è diventata la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna con delega al Welfare. Un incarico questo ricoperto fino allo scorso settembre quando è stata eletta per la prima volta in Parlamento, optando per il seggio alla Camera lasciando così il suo incarico in Regione.
Il suo stipendio
In quanto deputata, Elly Schlein ha diritto a un’indennità netta di 5.000 euro al mese più una diaria di 3.503,11 e un rimborso per spese di mandato pari a 3.690 euro. A questi si aggiungono 1.200 euro annui di rimborsi telefonici e da 3.323,70 fino a 3.995,10 euro ogni tre mesi per i trasporti. Facendo un rapido calcolo e senza considerare le eventuali indennità di funzione, ogni mese dovrebbe ricevere uno stipendio pari a 13.971,35. Deputati e senatori inoltre hanno diritto poi anche a un assegno di fine mandato, che è pari all’80% dell’importo mensile lordo dell’indennità moltiplicato per il numero degli anni di mandato effettivo.
Durante il suo mandato da europarlamentare, Schlein invece sommando tutte le varie voci ha avuto diritto a uno stipendio compreso tra i 16.000 e i 19.000 euro al mese, con l’importo che varia a seconda della frequenza con cui si partecipa alle sedute. Per quanto riguarda il reddito, nella sua ultima dichiarazione dei redditi, quella del 2022 che si riferisce al 2021 quando era in Regione e ancora non in Parlamento, il reddito complessivo dichiarato è stato di 88.000 euro.
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