Il 25 settembre avranno luogo le elezioni politiche 2022 indette dopo la caduta dell’ultimo Governo Draghi. Si tratta del primo appuntamento “ufficiale” dopo la riforma costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari approvata nel settembre 2020: dalle urne, pertanto, usciranno i nomi dei nuovi 400 deputati e 200 senatori (di questi rispettivamente 8 e 4 saranno eletti nelle circoscrizioni estere, ndr) che daranno così vita alla nuova Legislatura.
Quando si vota per le politiche
E’ prevista una giornata unica per il voto, quella del 25 settembre per l’appunto, e si potrà votare dalle 7 alle 23. Lo scrutinio inizierà dopo la chiusura dei seggi, ovvero all’avvenuta conclusione delle operazioni di votazione. Dopodiché si procederà prima all’accertamento del numero dei votanti per ciascuna consultazione e, subito dopo, il seggio inizierà lo scrutinio delle schede del Senato; a conclusione di tale spoglio, si effettuerà quello delle schede per l’elezione della Camera dei deputati.
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Come funziona il ‘Rosatellum’
Alle urne si andrà con il cosiddetto “Rosatellum”, un misto tra un maggioritario ed un proporzionale. I collegi italiani (escluse le circoscrizioni estere dunque che eleggeranno 8 deputati e 4 senatori) porteranno all’elezione di 392 deputati e 196 senatori con le seguenti modalità: 1/3 con il sistema maggioritario, o uninominale, due terzi con il proporzionale, o plurinominale. Per il Senato per la prima volta basterà la maggiore età per poter votare.
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Circoscrizioni e collegi
Ad ogni modo l’Italia è stata suddivisa in 20 circoscrizioni per il Senato della Repubblica, alle quali aggiungere quella estera, e 28 circoscrizioni (4 in Lombardia, 2 nel Lazio, in Sicilia, ma anche in Campania, Veneto e Piemonte) per la Camera dei Deputati, più una all’estero anche qui. A sua volta ogni circoscrizione è suddivisa tra collegi uninominali e plurinominali: i primi eleggono un solo candidato, i secondi più di uno.
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Come vengono eletti deputati e senatori con il sistema maggioritario
Cerchiamo di capire adesso, dal punto di vista pratico, come verranno eletti i 400 deputati. Partiamo dalla parte più semplice, ovvero quella legata ai parlamentari che saranno scelti con il metodo maggioritario, che sono 147 per la Camera e 74 per i il Senato, corrispondenti ad altrettanti collegi (o zone) uninominali.
L’elettore dovrà barrare uno dei nominativi oppure il simbolo di una lista ad esso collegato presente sulla scheda che in realtà contiene “in piccolo” altri nominativi (ma ci torneremo dopo). In questo caso il calcolo è presto fatto: vince, e viene eletto deputato/senatore, quello che ottiene il maggior numero dei voti.
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Come vengono eletti deputati e senatori con il sistema proporzionale
Il “Rosatellum”, come detto, è però una legge elettorale mista che prevede l’assegnazione di seggi anche con il metodo proporzionale. Ed è qui che entra in scena la divisione tra collegi uninominali, visti poc’anzi, e plurinominali, che invece portano all’elezione di più deputati/senatori. Ogni collegio plurinominale rappresenta infatti un territorio più vasto e rappresenta la somma di collegi uninominali più piccoli; qui gli eletti vengono scelti in proporzione ai voti ricevuti dalle singole liste.
Attenzione però: a differenza di quanto accade con le Comunali o Regionali con il Rosatellum non è previsto il voto di preferenza; ciò significa che è possibile indicare soltanto il partito (con la sua lista bloccata, ovvero dai 2 ai 4 nominativi di cui parlavamo prima indicati in piccolo nella scheda) e il candidato uninominale che quel partito e la sua eventuale coalizione sostengono.
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Il calcolo per l’assegnazione dei seggi con il proporzionale
E arriviamo così alla procedura che porta all’elezione dei restanti deputati (245) e senatori (122). La prima cosa da fare è partire dalla somma dei voti ottenuti dai partiti a livello nazionale escludendo quelli che non hanno superato la soglia di sbarramento (ci sono 4 differenti soglie, alcuni con parametri al livello nazionale, come ad es. il 3% per le liste che corrono da sole, altri su base Regionale); i 245 deputati restanti vengono così eletti in proporzione ai voti ricevuti dai singoli partiti.
Più complicato invece il sistema che porta alla ripartizione dei seggi tra i senatori: in questo caso infatti si torna sempre sul territorio con la differenza che la distribuzione dei seggi non avviene a livello nazionale, bensì su base regionale. Ad ogni modo, attraverso un complesso calcolo, si vanno ad identificare i collegi nei quali eleggerli. I nominativi, così come quelli per la Camera, saranno quelli menzionati nella scheda elettorale secondo l’ordine in cui sono stati inseriti (ecco perché non c’è la preferenza, in quanto i nominativi sono scelti in anticipo e “preclusi” dal ricevere il voto da parte dell’elettore. Si parla infatti di listino bloccato).
Chi sono i candidati alle elezioni del 25 settembre
A questo indirizzo è possibile consultare l’elenco completo di tutti i candidati alle elezioni politiche del 2022 sulla base del proprio collegio elettorale. Il motore di ricerca consente di selezionare i nominativi, e le relative liste, sulla base delle circoscrizioni in cui è stata suddivisa l’Italia.
Fac-simile scheda elettorale elezioni 2022
Il voto sulle schede elettorali, una per la camera, l’altra per il senato, sarà pertanto unico e andrà a definire nelle modalità sopra indicate l’elezione dei deputati e dei senatori sia per la parte maggioritaria-uninominale, che per quella proporzionale-pluirinominale.
Infine, è opportuno precisare che non è permesso il “voto disgiunto”: dunque non sarà possibile votare una lista al proporzionale ed esprimere al contempo una preferenza all’uninominale per un candidato che fa parte di un’altra lista.
Come si vota alle elezioni del 25 settembre
Il seggio consegna pertanto all’elettore come detto due schede, una per la Camera ed una per il Senato. I modelli delle due schede sono identici. Le schede recano il nome del candidato nel collegio uninominale e, per il collegio plurinominale, il contrassegno di ciascuna lista o i contrassegni delle liste in coalizione ad esso collegate.
A fianco dei contrassegni delle liste sono stampati i nominativi dei relativi candidati nel collegio plurinominale. Le modalità di voto in realtà sono semplici nel senso che ciascuna modalità di seguito riportata (1,2,3,4) produce in estrema sintesi lo stesso risultato.
Modalità 1
Si può tracciare un segno sul rettangolo contenente il contrassegno della lista e i nominativi dei candidati nel collegio plurinominale. In questo caso il voto così espresso vale ai fini dell’elezione del candidato nel collegio uninominale ed a favore della lista nel collegio plurinominale.
Modalità 2
Se invece il segno viene tracciato solo sul nome del candidato nel collegio uninominale, il voto è comunque valido anche per la lista collegata. In presenza di più liste collegate in coalizione, il voto è ripartito tra le liste della coalizione, in proporzione ai voti ottenuti da ciascuna lista in tutte le sezioni del collegio uninominale.
Modalità 3
Ancora. Se l’elettore traccia un segno sul rettangolo contenente il nominativo del candidato del collegio uninominale e un segno sul sottostante rettangolo contenente il contrassegno della lista ed i nominativi dei candidati, il voto è comunque valido a favore sia del candidato uninominale sia della lista.
Modalità 4
Se invece l’elettore traccia un segno sul contrassegno e un segno sui nominativi dei candidati nel collegio plurinominale della lista medesima, il voto è considerato valido a favore sia della lista sia del candidato uninominale collegato.
Quando il voto è nullo
Quando allora il voto è considerato nullo o comunque non valido? Se l’elettore traccia un segno sul rettangolo contenente il nominativo del candidato uninominale e un segno su un rettangolo contenente il contrassegno di una lista cui il candidato non sia collegato, il voto è nullo. Questo perché per l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica non è previsto il voto disgiunto come visto in precedenza.