Dal 2024 non ci saranno fondi per prevenire i disturbi dell’alimentazione, ma potrebbero essere riconosciuti come malattie sociali. Chi istiga a tali comportamenti o si scaglia contro soggetti fragili potrebbe dover pagare multe fino a 60.000 euro o scontare il carcere.
Carcere e sanzioni per chi lede la sensibilità sui disturbi alimentari. Sono le proposte che dal 17 gennaio arriveranno nell’aula del Parlamento con il ddl “Disposizioni in materia di disturbi del comportamento alimentare” a firma della relatrice Daniela Ternullo (FI). Pene severe per chi infierisce sul tema con la reclusione o con sanzioni amministrative dai 20.000 ai 60.000 euro.
Multe e carcere per chi istiga sui disturbi alimentari: arriva il ddl al Parlamento
Il Governo, approvando la Manovra di bilancio 2024, ha tagliato 25 milioni di fondi per la prevenzione di anoressia, bulimia e altri disturbi alimentari. Se il fondo, istituito nel 2022 dal Governo Draghi, è stato cancellato, il fenomeno è quantomai presente in Italia.
Oggi nel nostro Paese si contano 22mila pazienti affetti da disturbi dell’alimentazione, la maggior parte di questi in età evolutiva: i disturbi alimentari sono in Italia la principale causa di morte tra gli adolescenti. Solo nel 2023 hanno perso la vita per questa ragione 3.780 persone, il 60% dei casi è registrato nel Sud Italia e nelle isole. Una cartolina di un disagio sociale che, se da un lato non trova il supporto del Governo Meloni, dall’altro però arrivano proposte alternative per cercare di arginare il fenomeno con metodi che puntano sulla repressione: multe e sanzioni per chi assume atteggiamenti che potrebbero istigare.
Nel testo, a firma della senatrice Ternullo e presentato a marzo 2023 si legge che: “Chiunque, con qualsiasi mezzo, anche per via telematica, determina o rafforza l’altrui proposito di ricorrere a condotte alimentari idonee a provocare o a rafforzare i disturbi del comportamento alimentare, e ne agevola l’esecuzione, è punito con la reclusione fino a due anni e la sanzione amministrativa da euro 20.000 a euro 60.000“. L’aggravante dipenderebbe anche dall’età di chi commette il reato. Se il responsabile per esempio è commesso nei confronti di una persona indifesa minorata o di ragazzi under 14, “si applica la pena della reclusione fino a quattro anni e la sanzione amministrativa da euro 40.000 a 150.000 euro“. Tra le altre novità, il ddl si propone di riconoscere come malattie sociali l’anoressia nervosa e la bulimia, e l’istituzione della Giornata nazionale contro i disturbi del comportamento alimentare, il 15 marzo di ogni anno.
Stretta dei controlli su siti che diffondono messaggi lesivi sull’alimentazione per i minori
Una parte degli interventi riguarderanno anche la prevenzione e la sensibilizzazione sui disturbi alimentari, affidate al Sistema sanitario nazionale e alle autorità, incaricate di specifici controlli. Il ministero dell’Interno, per esempio, contribuirà con la creazione di un apposito portale informativo. “Al fine di diffondere adeguata conoscenza e sensibilità tra i cittadini”, si legge nel disegno di legge, “Il Servizio sanitario nazionale è tenuto a predisporre poi un piano di interventi per prevenire e curare queste malattie. Un giro di vite è previsto anche rispetto al controllo dei sociali”.
Il ministro dell’interno, si legge all’articolo 4, “stabilisce con proprio decreto, i criteri e le modalità per impedire l’accesso ai siti che diffondono tra i minori messaggi suscettibili di rappresentare, per il loro contenuto, un concreto pericolo di istigazione a condotte alimentari inidonee, reindirizzando in forma anonima l’utente automaticamente al portale digitale www.disturbialimentarionline.it“. All’interno della proposta, infine, si avanza che il ministro della Salute presenti al Parlamento una relazione annuale di aggiornamento sullo stato delle conoscenze e delle nuove acquisizioni scientifiche della ricerca italiana su queste malattie.