Il Sindaco di Ardea, Luca Di Fiori, ha presentato oggi alle 13.45 le sue dimissioni.
Alle 16 era convocata la conferenza stampa e puntualmente il primo cittadino si è presentato per spiegare i motivi della sua decisione. “È stata una scelta sofferta ma di responsabilità quella che ho preso” ha esordito il sindaco “non voglio con questo gesto accusare nessuno ma richiamare tutti alla propria responsabilità. Ho presentato le dimissioni sperando che questo mio gesto induca ad una profonda riflessione tutte le forze politiche, non solo di maggioranza, ma anche di opposizione e che da questo possa scaturire la volontà concreta di iniziare finalmente un percorso serio, basato su linee di programma ben definite e percorribili, per dare risposte con i fatti concreti ai cittadini”.
Il sindaco nella sua lunga esposizione ha voluto ricordare la sua grande attenzione ai cittadini perché in questo difficile momento “non è più possibile menare il can per l’aia”, “lascio questa scena e do altri 20 giorni a maggioranza e opposizione per trovare un accordo serio e costruttivo che consenta subito una ripresa del lavoro” ha proseguito e concluso il sindaco nel suo intervento prima di lasciar spazio alle domande.
I giornalisti presenti non hanno risparmiato a Di Fiori domande puntuali e pertinenti, ma dalle risposte non è giunto nulla di nuovo rispetto a quanto il Sindaco avesse già detto. “Non è responsabilità della giunta o di competenza inadeguata l’immobilismo al quale abbiamo assistito, ma una carenza di programmi precisi e tempi adeguati, conseguenza di incomprensioni e rivalse”.
Dopo la conferenza abbiamo ascoltato le dichiarazioni del capo cartello PD Antonino Abate che ci ha dichiarato: “Se il sindaco avesse realmente voluto dare un segnale forte alla sua maggioranza avrebbe dovuto azzerare la propria giunta prima di dimettersi. Lasciarla in carica” continua Abate, “dimostra l’estrema debolezza della sua posizione”.
“La città non può aspettare – ha poi aggiunto Abate – ce ne ha messo di tempo il sindaco Di fiori a capirlo. In due anni e mezzo hanno distrutto una città devastato le casse, uccisa l’economia e strozzato i cittadini, e parla di equilibrio politico? A mio avviso l’equilibrio da utilizzare è uno solo se ancora esiste, ed è quello mentale. A casa senza se e senza ma: il gioco delle dimissioni a tempo sa di vecchia politica che ormai non ha più motivo di esistere. Attaccato alla poltrona con la puerile scusa di essere stato votato dalla metà dei cittadini, cosa molto discutibile visto il grande broglio elettorale ancora in discussione, mi piacerebbe sapere quanti dei cittadini che lo hanno sostenuto ieri lo rifarebbero oggi, in considerazione del fatto che un sindaco debba sentirsi sindaco di tutta la cittadinanza e non soltanto della metà che lo ha votato. Basta, la città non ne può più, l’invito ad una profonda riflessione alla sua maggioranza mi suona più come un avvertimento di altri tempi. L’invito che invece faccio io ai colleghi consiglieri è quello di dimetterci togliendo cosi la possibilità di inutili ripensamenti tra venti giorni”.
Il Presidente Giordani ci ha confermato che domani si terrà comunque il Consiglio Comunale in programma che vede all’ordine del giorno la sfiducia al Presidente e al Sindaco. Abate aggiunge in proposito: “Un vero senso di responsabilità domani i consiglieri potranno dimostrarlo solo dimettendosi tutti e subito interrompendo finalmente questa inutile agonia che porta solo danni ai cittadini”.
Per quanto riguarda la maggioranza siamo riusciti a raggiungere solo il presidente della commissione ambiente Franco Marcucci che ha dichiarato: “Non credo ci siano possibilità in questi giorni di trovare un accordo che in oltre sei mesi non è stato raggiunto, per quanto mi riguarda”, prosegue Marcucci, “ma solo per quanto mi riguarda non ho fiducia alcuna in una possibile soluzione dell’ultima ora” Domani ci sarà comunque Consiglio Comunale, ci conferma il Presidente Giordani, che posizione avrete nella discussione ? “Noi confidiamo nel fatto che il Presidente, come ha promesso, si presenti a sua volta dimissionario e a quel punto non sarà più necessario tenere il consiglio”.
Mario Savarese