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DIASPORA NEL PD, LA “LETTURA URBANISTICA” DI SEL

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Riceviamo e pubblichiamo un articolo di Antonio Di Lisa, Responsabile Urbanistica-Territorio-Ambiente  Sinistra Ecologia e Libertà di Pomezia.

“Pochi giorni fa, su questo giornale, abbiamo assistito all’ennesima diaspora tra Consiglieri Comunali del PD. Nella lettura mi sono soffermato soprattutto sui virgolettati, ed invito i cittadini di Pomezia a fare altrettanto,  per rendersi conto da quale classe politica la città di Pomezia è Amministrata. Il linguaggio e le espressioni utilizzate sembrano messaggi in codice, senza un discorso organico ed alcuna argomentazione generale, con l’obiettivo di lanciare riferimenti ed avvertimenti non di dissenso politico ma di ben altra natura. Oggi assistiamo da parte del Sindaco De Fusco, nello stesso giorno del reintegro in Consiglio Comunale di Renzo Antonini (PD o ex PD), alla revoca delle cariche degli Assessori della sua Giunta.  Se torniamo a riflettere sulla diaspora tra i consiglieri PD dei giorni scorsi ci accorgiamo che la concomitanza non è casuale.  Questa città da troppi anni è preda di scelte politiche affaristiche, rivolte sempre al settore del mattone e, conseguentemente, alla depredazione del territorio.  E già successo negli anni ’60, con la devastazione urbanistica totale della costa e, successivamente, con le scelte industriali legate all’erogazione dei fondi della Cassa per il Mezzogiorno  ed ancora una volta con quella edilizia. La vicinanza di Pomezia con Roma poteva offrire un’opportunità di sviluppo economico legato al turismo, invece è stata oggetto di una fortissima speculazione edilizia ad opera di imprenditori, di società immobiliari, di professionisti,  di piccoli e grandi proprietari terrieri, tutti con la complicità diretta di un’intera classe di Amministratori locali.  Il risultato nel frattempo è stato: la distruzione del territorio, la costruzione di una città disordinata, oltre che brutta, fatta di agglomerati urbani degradati senza servizi primari (acqua, fogne, strade ecc.) senza scuole (si pensi soltanto a quanti bambini sono in liste di attesa per carenza di asili nido e dell’infanzia), senza infrastrutture e servizi. Con l’aggravarsi della crisi economica il problema disoccupazione incombe a ritmi vertiginosi ed il settore trainante dell’economia pometina (industriale, artigianale e dei servizi alle imprese) segna il passo. Intanto, sono spuntati interi nuovi quartieri dalla forma spettrale (dove la gran parte sono disabitati) ed altri ancora si apprestano a costruire per un mercato edilizio pressoché inesistente. Si strappano chilometri quadrati di suolo agricolo per destinarlo al cemento. Chi comprerà questi immobili se la popolazione stenta a sopravvivere ed ha difficoltà a trovare lavoro? Incredibilmente attraverso questa miope visione rivolta soltanto al settore edilizio stiamo assistendo alla metafora del taglio del ramo sopra al quale si è seduti. Invito i cittadini di Pomezia a riflettere sul fatto che proprio queste scelte sbagliate sull’urbanistica potrebbero essere una concausa della crisi che investe l’area industriale ed artigianale del territorio.  Quale politica di ammodernamento della rete infrastrutturale al servizio del polo industriale esistente è stata realizzata negli ultimi 30 anni ? Nessuna. In un momento di crisi generale di tutta l’economia e, in modo particolare, di quella che ruota sul settore immobiliare,  come si può concepire di puntare ulteriormente su nuove aree da edificare?  I cittadini/lavoratori di Pomezia, che ogni giorno sono alle prese con aziende che dichiarano possibili chiusure, come possono pensare di trovare altra occupazione se l’ente a loro più vicino (l’Amministrazione Comunale) pensa soltanto a soddisfare gli appetiti legati all’edilizia? Lo sconcerto dell’opinione pubblica in questi giorni per i fatti deplorevoli di malcostume, di sperpero delle risorse pubbliche, di evidente inadeguatezza della classe politica Regionale mette a dura prova la fiducia del cittadino verso la politica e verso le Istituzioni. Invito i cittadini di Pomezia a tenere alta la guardia, anche sui rappresentanti delle istituzioni locali, poiché i vari “Fiorito” hanno iniziato la loro carriera politica con il consenso elettorale dei cittadini dei vari municipi che hanno Amministrato nel passato. L’opinione pubblica ha un compito fondamentale se non vuole sprofondare insieme ad una classe politica incapace e predona. Deve riappropriarsi della scelta dei suoi rappresentanti senza contrattarla con il favore e questo la rende finalmente libera”.

Antonio Di Lisa

 

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