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DE FUSCO ALL’ANCI PER DIRE “NO” ALLA PRIVATIZZAZIONE DEI SERVIZI
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De Fusco contro le privatizzazioni. Il Sindaco di Pomezia ha espresso la sua disapprovazione verso gli ultimi provvedimenti presi dal Governo centrale sulla “promozione della concorrenza nei servizi pubblici locali” contenuti nel decreto liberalizzazioni al vaglio del Parlamento in queste ore. Disapprovazione manifestata questa mattina nel corso dell’incontro che si è svolto all’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), dove Enrico De Fusco ha confermato il suo secco “no” al tentativo di privatizzare le società pubbliche che gestiscono servizi in house, e che – con le modifiche del decreto liberalizzazioni – riduce da 900 mila euro previsti dalla manovra estiva a 200 mila euro annui il valore complessivo dei servizi che possono essere affidati alla gestione di aziende a partecipazione pubblica. “L’Anci – ha dichiarato il Sindaco, membro del Consiglio nazionale – con il Presidente Graziano Del Rio in prima fila, si è espressa duramente contro un provvedimento che rischia di minare quei servizi essenziali ad una comunità, i cosiddetti servizi strumentali, che non sono economici bensì rivolti all’interesse della cittadinanza e del bene comune. Condivido e rafforzo la posizione dell’Associazione e del Presidente, ribadendo ancora una volta l’idea che individua nel pubblico la gestione dei servizi. Quest’ultimo decreto, che abbassa la soglia a 200 mila euro annui, si traduce nella nostra città nell’obbligo di mettere a bando di gara tutti quei servizi essenziali per la comunità locale, come l’assistenza sociale, che ora sono gestiti in house, e quindi direttamente dalla Pomezia Servizi, di cui l’Amministrazione comunale è socio unico. Non dobbiamo inoltre dimenticarci che, affidando servizi così importanti a società private, si rischia di mettere a repentaglio la garanzia stessa del servizio oltre che la tutela dei lavoratori. Il 9 febbraio prossimo, giorno del Consiglio Nazionale Anci a Napoli, proporrò un ordine del giorno sull’argomento che possa portare ad un emendamento al decreto governativo e che possa raccogliere l’adesione di tutti i Comuni italiani”.