criticando i privilegi e l’intoccabilità della cosiddetta “casta”. Grillo ha
esordito rimarcando il “boicottaggio” fatto dalla stampa nazionale nei
confronti di questo nuovo modo di fare politica, che si sviluppa attraverso la
rete e nelle piazze “e che comincia a spaventare, quindi neanche ci nominano.
Quando si parla di partiti e di risultati, noi siamo “altri”. Ma siamo fieri di
essere gli “altri” se questo significa non approfittare dei soldi dei cittadini
attraverso i rimborsi elettorali, a cui noi abbiamo rinunciato, se significa
ridursi gli stipendi da consiglieri regionali – che vanno dai 10 ai 14 mila
euro al mese – fino all’80%, perché si tratta sempre di denaro pubblico, se non
facciamo della politica un mestiere, perché dopo due mandati secondo noi si
deve lasciare spazio ad altri. Ognuno di noi deve rischiare qualcosa di
personale, perché tanto non abbiamo più niente da perdere. Con la politica
attuale le persone comuni non contano niente: dobbiamo quindi decidere se tornare ad essere cittadini o se restare sudditi e queste elezioni sono un’ottima
opportunità”. Grillo, tra una battuta e l’altra, ha poi aggiunto: “So che è
praticamente impossibile che il nostro rappresentante diventi sindaco, ma
basterebbe già che un paio di esponenti del Movimento 5 stelle entrassero come
consiglieri per cambiare le cose, perché queste persone sono “disinfettanti
umani” e renderebbero pubblica qualsiasi cosa attraverso la rete e a giudicare
dell’operato di chi ci governa sarebbero direttamente i cittadini”. Alla nostra
domanda: “Ma cosa manca a Pomezia ed all’Italia in genere per far cambiare il
tipo di politica che da oltre 40 anni governa il Paese?”, Grillo ha risposto: “Un
po’ più di consapevolezza e di fiducia in sé stessi. Perché i cittadini devono
capire che bisogna riappropriarsi della vita sociale partecipando attivamente
ad essa. Comunque le cose stanno già cambiando: ultimamente il nostro
movimento, come tante altre liste civiche, stanno minando la solidità dei
partiti, che non posso più trincerarsi dietro le loro roccaforti. I partiti,
così come sono oggi, non possono più funzionare. Devono aprirsi alle reali
esigenze ed ai veri problemi della gente e non rimanere ancorati ai loro
privilegi. Perché io cittadino, prima o poi, è logico che mi chieda perché devo
lavorare per 41 anni per ottenere una pensione da fame, mentre ai politici,
dalla Regione in su, bastano 5 anni per averne una da capogiro. Dobbiamo poi
dire basta agli incarichi multipli, perché ognuno di essi corrisponde ad una “paghetta” mensile uguale allo stipendio annuale di un impiegato. La gente si è resa conto di questo e, attraverso la rete, economica ed accessibile a tutti, si sta informando ed organizzando. Lo hanno fatto nel Maghreb, perché non possiamo farlo in Italia?”. Dopo 40 minuti di discorso Grillo, nono prima di aver presentato tutti i candidati della lista, ha salutato il pubblico per continuare il giro tra i Comuni più importanti d’Italia che domenica andranno al voto. “Reputo Pomezia molto importante, anche se si tratta di un Comune giovane, che può fregiarsi del titolo di città solo dal 1995. E proprio sui giovani deve puntare per un cambiamento radicale”.
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BEPPE GRILLO A POMEZIA
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